ESCLUSIVA – Emiliano Melis: “Gaia ricatta, l’obiettivo non è salvare il Selargius ma recuperare soldi suoi”
Il tono a metà tra il furente e l’incredulo, la voglia di andare avanti mista alla consapevolezza che probabilmente sarà tutto inutile: i soldi spettanti, per effetto di Decreto provvisoriamente esecutivo, non arrivranno mai nelle sue tasche, nemmeno con le maniere forti intraprese nei mesi scorsi. Emiliano Melis accoglie la conferenza stampa di Antonio Gaia, presidente e gestore del Selargius Calcio ed è un fiume in piena, arrabbiatissimo con l’avvocato che dalla scorsa estate ha rilevato il club granata da Tonio Mura. Nel pomeriggio, Gaia e soci avevano esposto la drammaticità della situazione finanziaria, per un Selargius che con ogni probabilità dovrà chiudere bottega senza arrivare a fine campionato. L’ex fantasista del Cagliari, autore dei gol che salvarono il Selargius nei playout del 2014, commenta così una conferenza stampa che l’ha visto protagonista e gli avrà fatto fischiare le orecchie a più riprese. “Gaia ha fatto una conferenza stampa parlando solo di me – esordisce il selargino classe 1979 – il fatto che senza la mia rinuncia a ciò che mi spetta il Selargius sia morto è una grandissima bugia, perchè prima di me ci sono altri creditori, tra i quali giocatori, allenatori ed esercizi commerciali, che avevano già intrapreso azioni esecutive, e ciò da l’idea di come non sia una questione personale di Emiliano Melis che deve rinunciare ai suoi soldi”.
Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato di come l’azione intrapresa da Melis avrebbe portato ad un punto di penalizzazione in classifica. Ma la questione è ben più seria. “Non capisco perchè Gaia abbia incentrato la conferenza stampa addebitando ingiustificatamente la responsabilità per una situazione finanziaria come quella descritta, a me, che invece ho solo fatto valere i miei diritti ampiamente riconosciuti dal Selargius Calcio con l’emissione di titoli in mio favore”. Gaia, nel pomeriggio, ha a più riprese invocato un accordo con Melis. “Quando c’era da trovare un accordo, perché mi avevano contattato, ha preferito procedere con la propria istanza di sospensione della esecuzione. Una volta che la richiesta è stata rigettata, e si è giunti al momento dell’assegnazione delle somme già pignorate ha chiesto una mia rinuncia all’esecuzione. Ma sino ad oggi non ha proposto nulla per avere una rinuncia all’esecuzione.”
Come ricordato da Gaia, in caso di arrivo di Equitalia, creditore privilegiato, anche Melis rimarrebbe insoddisfatto nonostante la ragione del giudice. “E’ un ricatto – dice Melis – ma davvero crediamo che il salvataggio del Selargius dipenda da Emiliano Melis, quando ci sono debiti con l’Agenzia delle Entrate per 1 milione di euro, secondo quanto riferito dallo stesso Gaia? Gaia probabilmente vuole che la situazione dei contributi si sblocchi per recuperare i suoi soldi dopo essersi reso conto di aver valutato superficialmente quello che doveva essere un buon affare, anche se la situazione economico-finanziaria del Selargius era nota a tutti. Se la situazione è quella che è stata descritta il Selargius fallirà ugualmente. Intanto, però, ha provato con le sue dichiarazioni ad infangare il mio nome, come se fossi io il responsabile di una situazione debitoria determinata da altri”.
Gaia, nella conferenza di giovedì pomeriggio, aveva delineato le possibili tappe: “Stasera, subito, Melis e il suo avvocato devono ritirare gli atti esecutivi – parlava Gaia – Domani io provvederei a sbloccare la situazione e chiuderemmo la stagione”. Melis continua difendendosi e provando a spiegare. “Quando il mio avvocato ha fatto la sua controproposta, ben prima di arrivare a questo punto, non ha avuto da Gaia alcuna risposta.” E ora che succede? “Io non devo salvare nulla, se pure rinunciassi a tutto non cambierebbe una situazione di fatto disastrosa. Gaia probabilmente vuol fare ogni passo per giustificare un affare malriuscito a causa della situazione debitoria ma non può farlo mettendo in piazza il mio nome in maniera inappropriata, ingiusta e ingiustificata. Io il mio dovere per il Selargius l’ho sempre fatto, ho sempre onorato questa maglia con grandi risultati sul campo. Ho giocato gratis, come tanti compagni con cui ho salvato la squadra, permettendo a Gaia di rilevare un club di calcio in Serie D. In estate i nuovi proprietari sapevano bene della mia causa intentata contro il Selargius, perchè, a differenza di quanto da lui sostenuto, la mia ingiunzione era precedente al suo ingresso nella società granata. Fortunatamente in questi anni mi sono costruito una reputazione, nell’ambiente calcistico e nella mia città, la mia serietà sotto tutti i profili sia sportivi che umani non credo possa essere offuscata da dichiarazioni del tutto fuori luogo. Tutto questo è assurdo, è come se Manenti desse la colpa a Lucarelli per il fallimento del Parma, qualora questi decidesse di far valere un suo diritto”.
“Ho agito alla fine dello scorso campionato – continua Melis – avvisando tutti delle mie intenzioni. Sono soldi frutto del mio lavoro che mi erano già stati riconosciuti ed era un mio diritto rivendicarli. Sentii Ovidio Concu (direttore sportivo ndr), lo stesso Gaia e anche altri dirigenti, avvisandoli di come stessero le cose e mettendo in chiaro il tutto, compreso il fatto che avevo già un titolo esecutivo. Credo che il mio coinvolgimento mediatico in questa conferenza stampa sia motivato dal peso che ha il mio nome nel contesto selargino, forse perché contava che tutti facessero pressioni per farmi decidere di rinunciare agli atti di una esecuzione che è riferita a crediti minimi rispetto ai debiti in capo al Selargius. Questo appare più che altro un vile ricatto rispetto al quale mi sta sottoponendo il presidente Gaia, e al quale sta sottoponendo il mio avvocato, che non ha eguali. Un ricatto morale che cerca di fare leva sui sentimenti che da selargini nutriamo per questa squadra e per il paese. La colpa per la disastrosa situazione economica in cui si trova la società Selargius Calcio non dipende da me né dagli altri creditori che come me vantano diritti loro spettanti. Il fatto che io sia arrivato ad adire le vie legali per tutelarmi è solo una conseguenza scontata di un loro inadempimento e al momento nessuna delle condizioni sostenute dal Selargius per ottenere la sospensione dell’esecuzione è stata accolta, nonostante Gaia abbia in conferenza stampa riferito persino aspetti che sa bene non siano stati già accolti dal Giudice”.
E adesso, cosa succederà? “Deve spiegarmi, Gaia, come possa ritenere di poter trattare con Equitalia un debito da 500 mila euro proponendo una rateizzazione e poi dica che il Selargius invece fallisca per poche migliaia di euro”.
Fabio Frongia
Commenti