Il new deal del Cagliari ovvero ‘chi non risica non rosica’

Paul José M'Poku, sogno proibito del Cagliari divenuto realtà.

Paul José M’Poku, acquisto principe del Cagliari nel mercato di riparazione

Per fortuna che il mercato è finito. Tra colpi grossi bramati e sfumati (Gilardino su tutti), clamorose bufale destinate a perpetrarsi nella memoria storica del popolo rossoblù (la fantomatica opzione sul togolese Placca Fessou) e critiche da ripartire nell’ampio ventaglio che va dalle motivate alle isteriche, si iniziava a soffrire di quella patologia ansiogena che colpisce con sempre maggiore veemenza addetti ai lavori e tifosi e che risponde al nome di calciomercato. Sospiri di sollievo a parte, il Cagliari esce dal tunnel delle trattative e delle indiscrezioni con un feedback nel complesso positivo, al netto di un po’ di confusione (molteplici obiettivi in attacco non finalizzati) e di imbarazzo (sono rimasti sia Cragno che Colombi ed è naufragata la megaoperazione imbastita con il Varese). Il martellante mese di gennaio dice questo: sono arrivati in ordine sparso Brkic, Gonzalez, Husbauer, Cop e M’Poku, mentre hanno lasciato l’isola – giovani e giocatori ai margini a parte – Benedetti e Ibarbo. Movimenti azionati che consentono di avanzare due immediate considerazioni.

IL RISCHIO PAGHERA’? La prima è che Giulini e Marroccu hanno deciso di rivedere in parte la linea adottata in estate quando puntarono forte sulla gioventù italica, portando a termine gli ingaggi mancati a fine agosto (il ceco e l’uruguaiano) e anticipando – abile mossa – la concorrenza con gli acquisti del croato e del belga, due

Husbauer e Cop, si candidano a diventare pilastri del futuro Cagliari

Husbauer e Cop, si candidano a diventare pilastri del futuro Cagliari

veri (si sottolinei) colpi attorno ai quali si vuole costruire il Cagliari del futuro. Arrivano in prestito con diritto/obbligo di riscatto già fissato a cifre alla portata del sodalizio rossoblù, tanto che l’allestimento della rosa della stagione ventura può definirsi a buon punto. E questo è un vantaggio non da poco, nonostante sia legittimo chiedersi se l’azzardo di un rodaggio da eseguire con una salvezza da conquistare non sia troppo rischioso. Si tratta tuttavia di giocatori d’indubbio spessore, con alle spalle annate importanti e tanti estimatori. Il Cagliari non ha cercato l’usato sicuro nostrano, ma ha scommesso su conclamati talenti provenienti da diversi angoli d’Europa e questa è sicuramente una novità da accogliere con positività.

DENTRO IL TRAPASSO. La seconda è che gli investimenti fatti rimarcano quanto l’ambiente cagliaritano sia ancora attraversato da quelle tipiche turbolenze che elettrizzano la giunzione tra una lunga era contrassegnata dall’uomo solo al comando e a una nuova più collegiale nelle decisioni e che deve ancora trovare la migliore quadra. Timori di una piazza animati da quell’endemica ‘saggezza’ popolare che ama insinuare che “si sa quello che si lascia, ma non quello che si trova”. Il passaggio di consegne da Cellino a Giulini, svolta epocale e non certo indolore, aveva indotto la nuova proprietà a intraprendere il nuovo corso nel segno di una continuità rappresentata dalla rassicurante presenza di giocatori come Conti e Cossu, solo per citare coloro che a ragione vengono identificati come bandiere del club. Aborto del progetto Zeman a parte, una volta appurato però che la salvezza del Cagliari non sarebbe passata più dal talento e dal carattere dei suoi uomini più decorati (il campo, giudice impietoso…), patron, diesse e nuovo allenatore, hanno deciso di accelerare la rivoluzione e Zola, contrariamente alle attese, ha dimostrato di potere (ma soprattutto volere) fare a meno della vecchia guardia.

TANTI SALUTI, MA I SARDI? Una presa di posizione netta, che anticipa quelli che saranno addii ormai certi a fine stagione: Conti, Cossu e Pisano vanno in scadenza e non rientrano nei piani societari per il futuro. Saranno i soli a lasciare? Probabilmente no, perché con Ibarbo (bilancio rossoblù in chiaroscuro ma cessione potenzialmente molto vantaggiosa per le casse societarie) giunto al passo dell’addio e non certo intenzionato a tornare dopo un mese da separato in casa, anche altri pezzi da novanta potrebbero salutare la compagnia e del Cagliari che fu e che è potrebbe restare infine molto poco. Cambiamenti fisiologici e probabilmente anche necessari (oltre che forieri di notevoli gruzzoli), perché motivazioni e ambizioni vanno di pari passo e si devono mantenere sempre su livelli elevati al fine di evitare brutte sorprese. Resta piuttosto un punto interrogativo pressante attorno alla sardità della squadra che sarà: con Murru (corteggiato a lungo da Sampdoria, Genoa e Verona sino alle battute finali) che disfa la valigia ma per il momento non la

Nicola Murru, ci sarà spazio per lui nel Cagliari? (foto: SardegnaSport - Claudio Sechi)

Nicola Murru, ci sarà spazio per lui nel Cagliari che verrà? (foto: SardegnaSport – Claudio Sechi)

ripone certo in soffitta, qualche dubbio adombra anche l’avvenire di Marco Sau, il bomber più accreditato in squadra per restituire il sorriso all’attacco cagliaritano, nonostante qualche ruggine da grattar via.

OBIETTIVO AMBIZIONE. Il mercato di gennaio porta dunque in Sardegna tanta aria fresca che non deve fare paura. La nebulosa congiuntura andava affrontata di petto e la dirigenza rossoblù ha aggredito le criticità con piglio e intuito che altrove – alle latitudini di classifica consone al Cagliari – non si sono visti. Certo, si poteva fare meglio, specie andando a rinforzare un pacchetto arretrato che manifesta allarmanti défaillances a domeniche alterne, ma nel complesso questa squadra ha tutti i numeri per mettersi dietro le due squadre che andranno a fare compagnia al Parma in Serie B. A Zola il compito di officiare con profitto l’innesto della qualità iniettata in fase di riparazione con l’esperienza e l’intelligenza di cui abbondano i totem rossoblù. Da parte di questi, soprattutto, servirà un ultimo grande atto d’amore verso quei colori che li hanno resi (e hanno contributo a rendere) grandi. Anche in silenzio, lasciando la scena e la gloria ai nuovi protagonisti fosse necessario. Perché il Cagliari, pur non dimenticando il passato, tra diffidenza e paura sta cercando la strada per raggiungere il futuro. Se ne è scelta una raramente frequentata, ed è forse questo che lascia perplessi. Si aspetta dunque il responso del campo tenendo presente, comunque, che chi non risica difficilmente poi trova sulla sua strada di che rosicare.

Matteo Sechi

Ti potrebbero interessare anche...

Commenti