
Stefano Guberti, qui con la maglia della Roma
La luce infondo al tunnel per Stefano Guberti, il cui pomeriggio si è addolcito grazie al verdetto del Tnas, circa Salernitana-Bari del 23 maggio 2009 (LEGGI QUI I DETTAGLI), che gli permetterà di tornare in campo nella prossima stagione e ricominciare una nuova vita calcistica. La voce al telefono è squillante, evidentemente sollevata da una buona notizia come si attendeva da tempo, dopo un calvario che ha coinvolto lui e chi lo circonda.
“A differenza di Bari-Sampdoria – dice in esclusiva a SardegnaSport.com - ho pagato un’omessa denuncia, che poi è particolare perché nel calcio chi va a denunciare i comportamenti altrui è davvero una mosca bianca. Ai tempi non immaginavo e non capivo, ho sottovalutato determinate situazioni cui non davo il giusto peso. Il problema è che, da quando ho subito la prima condanna a causa dell’aver preso sottogamba le cose, pur sapendo di non aver fatto nulla di male, sono diventato come la carta straccia. Tutti parlavano di me e tutto era colpa di Guberti”.
“Ho sottovalutato certi comportamenti, ma finalmente per quanto riguarda Salernitana-Bari è venuta parzialmente a galla la verità, nonostante molti abbiano provato ad infangarmi sfruttando la condanna precedente a mio carico”. Pensando al futuro, dove vedi Guberti? “Se non ci fosse stata la vicenda di Bari-Sampdoria, dove sono stato giudicato non nella maniera giusta, sono sicuro che non avrei passato tutto quello che ho passato. Se fossi stato difeso da subito dall’avvocato De Renzis (colui che difese Antonio Conte ndr) ora non sarei in questa situazione. Purtroppo ho sottovalutato troppo, perché sapevo di non aver fatto niente e che non c’erano prove contro di me. Non ho nessun contatto con i personaggi coinvolti nel calcioscommesse: io sono stato squalificato per avere chiesto ad un compagno (Andrea Masiello, difensore ex Juventus, Genoa e Bari) di alterare una partita che poi si è svolta regolarmente”.
Com’è la situazione a livello sportivo e contrattuale? “Adesso vedremo con l’avvocato cosa fare. Ho un discorso aperto con la Roma per alcuni stipendi arretrati che non ho percepito, ci sono tante situazioni in ballo, ma ora è importante vedere uno spiraglio di luce. Il mio contratto con la Roma scadrà a giugno, vedremo come muoverci, per trovare una squadra che creda in me e mi dia la possibilità di trovare riscatto. Io ci spero, non ho nulla da perdere, voglio solo giocare a calcio”. A livello di condizione fisica come stai? “Mi sono sempre allenato, ogni giorno, ho la fortuna di non ingrassare facilmente quindi la condizione non è un problema. E’ chiaro che stare tanto tempo fuori dai campi non aiuta. Ciò che mi preoccupa adesso è tornare a fare quello che amo, spero che mi venga data possibilità perché nell’ambiente tutti sanno che altri giocatori sono stati graziati e che io ho pagato anche per molti di loro”.
Il rimpianto è quello di non avere preso subito di petto la situazione: “Volevo andare là senza avvocato, come se niente fosse, confidando nella mia innocenza. Ho capito che queste sono cose da non prendere alla leggera, se avessi avuto De Renzis al mio fianco sin dall’inizio ora sarei pronto a rientrare in campo per l’anno prossimo. Sono stato ingenuo”.
Temi che, nel mondo del calcio, si pensi a Guberti con un certo tipo di condizionamento? “Io ho parlato con i pochi giocatori con cui sono rimasto in contatto e con le società dove ho giocato, e tutti mi hanno detto di credere alla totale innocenza. Spero non ci sia nessuno prevenuto, anche perché ho letto di giocatori che si son venduti 11 partite e potrebbero tornare a giocare a calcio. Se vengo visto male io, a questi cosa dovrebbero fare? Dovrebbe essere vietato anche solo di toccare il pallone”.
Tornando alle possibili soluzioni per il futuro: metterai qualche “limite” di categoria sotto la quale non vorrai scendere? “Non ci penso. Se troverò una squadra farò ricredere chi mi considera un bandito, anche se del parere degli altri mi interessa poco. Se ho sbagliato non è stato per fare soldi, ma per inesperienza e ingenuità. Non sapevo nemmeno esistesse l’omessa denuncia e cosa fosse l’illecito sportivo. Quando vedevo qualche comportamento dei compagni mi facevo sempre gli affari miei, pensando a non fare cavolate. Quello che manca a me è giocare la domenica, inutile pensare a categorie o altro. Vedremo le situazioni, sono arrivato in Serie A col talento e il lavoro, è chiaro che ogni cosa dovrò meritarmela e dimostrare di poterla ottenere. Da solo, come sempre”.
Fabio Frongia