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Tiro a volo – Maria Francesca Floris, campionessa mondiale a squadre, sogna Rio 2016: “Peccato per l’individuale, la tensione mi ha fregato”

Postato il 04 set 2013
da : Serenella Mele
Comment: Off
Tag: budoni, Maria Francesca Floris, Tiro a volo "Belvedere", Uboldo (VA)

E’ nata a Nuoro, una delle 3 componenti la squadra Nazionale Italiana di tiro a volo, che ha vinto il Campionato Mondiale a squadre disputato dal 20 al 25 agosto a Maribor, in Slovenia. Maria Francesca Floris, 30 anni (una delle piu’ giovani campionesse della storia italiana del tiro a volo) punta sempre in alto, nel vero senso della parola, non solo per centrare i piattelli in volo. Esperta, determinata, entusiasta. Nata a Nuoro, ma la sua famiglia vive e lavora a Budoni, dove e’ cresciuta e i genitori hanno una pasticceria storica. Studia Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Milano, la svolta agonistica e’ coincisa con l’inizio degli studi universitari. L’impegno a livello internazionale a volte si concilia a fatica con gli studi, cosi’ nel 2008 decide di sospendere l’attivita’ sportiva, ma nel 2012 riprende: “Il tiro a volo e’ la mia passione, mi rilassa, e la mia valvola di sfogo – confida la campionessa del mondo- ho trovato una societa’ magnifica, il “Tiro a volo Belvedere” di Uboldo (Varese), con un allenatore molto bravo, Giuseppe Lombardo”.

Con rammarico, dichiara: “Non sei mai profeta in patria, io l’ho verificato su di me in Sardegna – afferma la Floris- mi sono dovuta tesserare fuori dalla mia terra per avere i giusti meriti e ottenere i risultati. A Uboldo mi hanno dato un lavoro che mi permette di supportare la mia societa’ nel settore agonistico, sono trattata come una figlia ed hanno molto a cuore la mia carriera. Ho una profonda gratitudine per l’opportunita’ che mi viene data dalla “Belvedere” di potermi allenare ed io ricambio col mio impegno: in gara ma anche nel lavoro di segreteria organizzativa”.

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Per riprendere ad allenarsi, con i risparmi ha comprato un nuovo fucile da Tiro a volo, un Beretta DT11, per il quale possiede un regolare porto d’armi. Diventa testimonial dell’azienda RC Cartridges (leader mondiale nel settore), che fornisce le munizioni per allenamenti e gare, non appena rimette piede in un campo di tiro dopo la sosta per portare avanti gli studi. Il percorso verso il mondiale inizia a Uboldo col Gran Prix Belvedere il 3 marzo 2013, 200 piattelli di fossa universale, dove il CT della Nazionale Sandro Polsinelli l’ha vista per la prima volta gareggiare: non vince, ma la prestazione e’ decisamente buona, si piazza seconda dietro Roberta Pelosi (2 Olimpiadi da protagonista). Da li, l’allenatore della societa’ Belvedere la spinge a partecipare ad una serie di competizioni internazionali per far parte di una rosa di 6 atlete, dove ottiene ottimi piazzamenti. Arriva quarta ai Campionati Italiani disputati ad Agna (Padova), dopo una settimana riceve la convocazione in Nazionale per il mondiale dove fara’ parte della formazione insieme a due mostri sacri del calibro di Bianca Revello e Roberta Pelosi: un finale di tutto rispetto, con 180 piattelli centrati su 200, rispetto alle compagne di squadra che faranno soltanto 1 punto meglio di lei. Trattata da regina dalla sua societa’ e dagli sponsor tecnici, prima del mondiale partecipa ad una gara di Coppa del Mondo a Todi, nel campo del presidente della Federazione Italiana Tiro a Volo, ottenendo 22 su 25. In Sardegna, solo ad Arzachena ha avuto la disponibilita’ di un campo per allenarsi, ma con grandi difficolta’ di orari e spostamenti.

Nel Mondiale di Maribor, con 11 nazioni partecipanti, nell’individuale vince l’inglese Abbey Burton, ma nella competizione a squadre e’ l’Italia a far salire sul pennone piu’ alto la sua bandiera. Testa a testa con la Burton tutta la gara, Maria Francesca Floris, con parziali da brivido: 68 su 75 il primo giorno di gare (la Burton 69/75); il secondo giorno 25/25 nella prima serie di tiri, conclude a 70/75; il terzo giorno di gara, causa difficolta’ a reperire alimenti adatti (l’atleta e’ celiaca), accusa un cedimento fisico che la fa retrocedere in classifica. Oltre al fatto che le condizioni meteo pessime ed il sorteggio non hanno favorito l’atleta di Budoni, la quale si e’ trovata a gareggiare per ultima con tutta la tensione accumulata e gli sguardi attenti addosso delle signore del tiro, forti di titoli olimpici. La Burton 139/150, Floris 138/150..da farsi venire la febbre, che e’ arrivata davvero, tra intemperie e tensione. Non e’ bastato alla giovane tiratrice sarda, che con due piattelli in piu’ abbattuti avrebbe vinto anche il titolo individuale. “Ho pagato l’inesperienza, e forse anche la cattiva gestione della tensione, oltre ai problemi alimentari che mi hanno indebolita. Capivo, anche dall’entusiasmo di dirigenti e tecnico della nazionale, che stavo facendo qualcosa di grande. Ho ricevuto continuamente supporto ed incoraggiamento, peccato quel cedimento finale, che comunque non mi ha impedito di ottenere un grande risultato e vincere il titolo mondiale con la squadra (nei primi due giorni di gara, la Floris aveva parziali migliori rispetto alle due compagne di squadra)”.

Un fiume di parole cariche di entusiasmo per l’esperienza vissuta, il risultato, il solo pensiero che era in squadra con i suoi idoli pluri titolati anche ai Giochi Olimpici (“voglio diventare come loro”, continuava a ripetersi). La piu’ giovane del mondiale, valorizzata e premiata con la promessa di restare nel gruppo della Nazionale.

Chi hai chiamato per primo dopo la premiazione?

“Mio padre. Il mio allenatore di club, col quale ero ugualmente in contatto i primi giorni, e’ arrivato in Slovenia per seguire le mie gare.

Ha partecipato alle Universiadi a Bangkok, al campionato del mondo universitario a Pechino, ha vinto 3 titoli italiani, nel silenzio generale della sua terra. Si trasferisce per studiare all’universita’ ed e’ la svolta della sua vita, anche sportiva. A Milano le hanno gia’ garantito un campo a disposizione per allenarsi, sente gia’ la carica emotiva e la determinazione crescere: “Voglio il record, la vittoria individuale al mondiale -confessa decisa- sto per tornare in Lombardia dopo qualche giorno di vacanza, e sono pronta a lavorare duro per raggiungere il mio obiettivo”.

Come hai iniziato a praticare il tiro a volo?

“Qui a Budoni, durante una festa patronale -ricorda la Floris- mio padre e’ appassionato di caccia, lo seguivo spesso, ho voluto provare a sparare e da li la passione e’ cresciuta giorno dopo giorno”. Gareggia nelle specialita’ “fossa olimpica” e “fossa universale” (che attualmente non e’ disciplina olimpica). “Il mondiale e’ la gara piu’ importante, per noi che non facciamo parte dei corpi militari dello Stato – dichiara l’atleta di Budoni- sinceramente non penso che faro’ una scelta in quella direzione”.

La tua opinione sulla possibilita’ che il tiro a volo sia escluso dagli sport olimpici?

Nell’immaginario collettivo tutti gli sport che usano le armi sono praticati da persone in qualche modo squilibrate, mentre invece il tiro -al pari di equitazione e golf- hanno origine dalla nobilta’ inglese. Seppure si siano evoluti, piu’ o meno in modo lecito, nel tempo, posso affermare che sono una persona normalissima cosi’ come tutte le persone che incontro nei campi di tiro durante gare e allenamenti. Il tiro a volo insegna anche tanta disciplina, mio padre (Nicola Floris, noto pasticcere di Budoni, ndc) mi ha sempre insegnato l’educazione all’arma e al suo valore. Abbiamo un codice comportamentale, che rispettiamo sempre alla lettera”.

Prima societa’ per la quale ha gareggiato, la “Tiro a volo di Olbia”, ma dopo i primi risultati rivela una struttura e modalita’ di allenamento non adeguati, hanno spinto la neo campionessa del mondo a valutare di spostarsi. Una perfezionista in tutto, nello sport come negli studi, pur riconoscendo che per gli impegni sportivi la laurea arrivera’ un po’ in ritardo: “Ma arriva -promette decisa- mi mancano soltanto due esami”. Il tiro non e stato il suo primo impegno sportivo. Fino ai 17 anni ha giocato anche a pallamano, nella squadra under 18 di Budoni in serie B, per quanto comunque il tiro “Lo sentivo una cosa piu’ mia, mi dava piu’ soddisfazione individualmente, una continua sfida con me stessa. Sono molto competitiva, mi alleno sfidando in pedana gli uomini, facciamo le sfide mettendo in palio il caffe’: vi garantisco che farsi invitare  spesso non e’ eccesso di avarizia, ma competizione e voglia di vincere sempre e comunque”. Ad un certo punto conciliare pallamano e tiro non e’ stato piu’ possibile, papa’ Nicola che regolarmente andava incontro alla squadra di pallamano, prelevando la figlia dopo le partite per accompagnarla alle gare di tiro, ha detto : “Devi scegliere”. Scelta fatta con passione, senza tentennamenti, anche perche’ a 17 anni vince il suo primo Campionato Italiano juniores (ne vincera’ subito dopo un secondo, ed i campionati Italiani Universitari). Da allora e’ sempre stata tiratrice di rilievo nazionale, poi il padre le da la possibilita’ di partecipare ai raduni del Centro Addestramento CONI di Tirrenia, a tutte le gare nazionali, sempre fuori dalla Sardegna: “Qui sembra di andare ad una gita fuori porta, fuori noti disciplina, serieta’, e attenzione a quello che stai facendo. Se decido d’impegnarmi in uno sport come il tiro, ho il dovere di farlo nel migliore dei modi -afferma saggiamente Maria Francesca Floris- i costi elevati della pratica del tiro me lo impongono, se voglio ripagarmi dalle spese. E divertirmi”. Potrebbe parlare all’infinito del tiro a volo, la passione per quello che fa traspare dal suo sguardo. Alla richiesta dei programmi futuri, non ha dubbi: “Lasciatemi sognare le Olimpiadi. Ho una grande stima sportiva e come persona di Jessica Rossi, campionessa olimpica in carica, appena ventenne. So gia’ che alle prossime olimpiadi se ci sara’ il tiro a volo lei e’ in prima fila per partecipare, giustamente. E’ una professionista, gareggia per la Polizia di Stato e si allena tutto il giorno: io economicamente non me lo posso permettere. E poi aspiro anche a laurearmi, non voglio pensare solo allo sport. Ma sogno lo stesso..e voglio vincere il mondiale individuale, comunque, sono arrivata a 1 piattello dal titolo, e lo voglio, mi allenero’ duramente in vista di quell’obiettivo!”.

Tra i prossimi impegni i Campionati Italiani per club, che iniziano a diventare poco interessanti per una che arriva ad un solo piattello dal titolo mondiale individuale: “Ma li faro’, la mia societa’ Belvedere mi ha selezionata per far parte di una squadra di 6 atleti. Ha una grande tradizione ed il secondo campo di tiro piu’ grande in Italia, con oltre 600 tesserati”.

 

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