Dinamo Sassari, analisi e pagelle – Dolce Italia. Ecco il Logan che serve, Brooks tuttofare. Dyson imprevedibile

La Dinamo Sassari durante un timeout (foto: SardegnaSport)

La Dinamo Sassari durante un timeout (foto: SardegnaSport)

In Italia è un’altra cosa. Se fuori dai confini della Penisola la Dinamo Sassari paga dazio, ecco che di fronte alle formazioni tricolori la squadra di Meo Sacchetti ristabilisce le gerarchie. Non era facile battere la Virtus Roma al PalaTiziano, e l’affermazione di autorità restituisce un pizzico di serenità, rendendo meno tempestoso il tour de force giunto a metà del guado. Sei vittorie su altrettante partite giocate, considerando la Final Four di Supercoppa, biancoblù dominatori solitari, in attesa di Avellino-Milano, con le “Scarpette Rosse” che non avranno certo compito facile in Irpinia. Del resto, si sa, quello che si gioca in Europa non è solo un altro basket, ma proprio un altro sport, per livello tecnico, agonistico, velocità di esecuzione. Lo dimostrano i cinque match persi su sei partite di Eurolega da parte di Sassari e Milano, lo confermano gli impietosi confronti internazionali delle nostre rappresentanti calcistiche. Emblemi di un momento storico negativo per l’Italia, non solo in tema di sport. Meglio rifugiarsi nel BelPaese, per la Dinamo, senza dimenticare che lo status raggiunto è comunque un traguardo di alto profilo per un club poco abituato a certi lidi.

A Roma si è in un certo senso vista la vecchia Dinamo, dopo settimane in cui era stato appurato l’abbandono della dipendenza dal tiro da tre per un gioco più fisico e ortodosso. Invece, pronti-via e 90% da tre punti a ricordare i tempi “dieneriani” che furono. Corse pazze in campo aperto gentilmente offerte da una Virtus Roma che ha lasciato negli spogliatoi il vademecum di coach Dalmonte: difesa, ragionamento e rallentamento. Tutti a sparare, tutti a esultare, per poi rilassarsi e avere la lucidità di riprendere in mano le redini prima di fare pasticci. Nulla di inedito, ma sicuramente nella Capitale si è vista una Dinamo migliore rispetto a quelle vincente ma non convincenti al cospetto di Bologna, Pistoia e Brindisi, dove era bastato un filo di gas per alzare le mani dal manubrio.

Questi i nostri giudizi sulla Dinamo corsara in terra romana:

David Logan voto 7 - Sono arrivate le giocate da trascinatore, leader silenzioso, esperto e carismatico. Quelle che erano mancate a Kazan, dove avrebbe dovuto indicare la strada, lui che di certi terreni di battaglia se ne intende. Gran parte del merito per i due punti in saccoccia è del “Professore”.

Edgar Sosa voto 6,5 - Di logica e ragionamento nel suo gioco ci sono poche tracce, ma quando infila due triple pesanti e spacca la partita buttandosi in mezzo alle maglie larghe della difesa altri c’è poco da criticare.

La Dinamo Sassari a segno contro la Virtus Roma (foto: SardegnaSport)

La Dinamo Sassari a segno contro la Virtus Roma (foto: SardegnaSport)

Rakim Sanders voto 6 - Sufficienza conquistata grazie alla vittoria di squadra, i numeri non sono male ma l’impressione è sempre quella di un giocatore che potrebbe sovrastare tutto e tutti ma si ferma un pochino prima, sparendo nei momenti caldi delle partite. Strapotere fisico, capacità balistiche e acrobatiche esaltanti, ma (per ora) nulla più.

Shane Lawal voto 6 - Anche per lui il muro della sufficienza è varcato grazie ai due punti presenti nel carniere della Dinamo, ma non si vive di soli alley-oop e voli da urlo. Fa una fatica enorme a crearsi tiri da sotto o produrre qualcosa per l’attacco, e non sono poche le volte in cui, palla in mano o con i movimenti caotici, manda tutto a carte e quarantotto.

Massimo Chessa voto 5,5 - In campo per necessità data dai falli che gravavano su Dyson, soffre più del dovuto in difesa e non riesce a trovare le giocate da gregario che in passato ha saputo fornire.

Jerome Dyson voto 6,5 - La apre e la chiude, partecipando alla gara dall’arco e mettendo la bomba della staffa. In mezzo ci sono il problema falli e quell’intermittenza che rende ancora interlocutorio il suo giudizio. Fiammate che fanno malissimo, ma che non sai mai quando e se arriveranno. In una squadra fatta di singoli, è comunque in buona compagnia.

Brian Sacchetti voto 6,5 - Molto prezioso nel momento in cui si faceva fatica ad attaccare. Si mette a sgomitare dietro e davanti e si prende responsabilità che permettono di resistere in attesa delle gemme dei campioni.

Jeff Brooks voto 7 - Assieme a Logan è l’artefice principe di questa vittoria. Forse il miglior biancoblù in assoluto di questo inizio di stagione, l’ex Caserta e Cantù fa pentole e coperchi, non granché aiutato dai compagni demandati a fare il suo stesso lavoro. Salta, stoppa, prende rimbalzo (11), segna 10 alla voce punti, lotta e trascina con giocate che non vanno a referto ma fungono da esempio fondamentale per gli altri. Se c’è uno su cui si può contare questo è il numero 21.

Miroslav Todic voto 5,5 - Un movimento d’alta scuola in post basso rimane negli occhi, ma in generale continua a soffrire i duelli fisici dentro l’area. Stavolta non c’è bisogno dei suoi tentativi dall’arco (0/1), perché c’è chi è più caldo e da prova di ciò.

Coach Meo Sacchetti voto 6,5 - Ottima gestione dei cambi e dei momenti da parte sua, che la vince anche prima della palla a due, richiamando tutti all’ordine dopo la brutta sconfitta di Kazan e ritrovando l’intensità in avvio di partita. Segno che l’approccio è stato perfetto, e che forse qualche parolina spesa tra venerdì e domenica ha raggiunto il bersaglio. Ora il match di Madrid da vivere come un sogno da onorare, poi la prova di Cantù per esprimere ulteriore forza e sfatare un tabù.

Fabio Frongia

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