EA7 Milano-Dinamo Sassari – Sacchetti: “Ce la siamo meritata”. Banchi: “Arbitraggio? Ecco il risultato del ‘lavoro’ della Dinamo…”
Ovviamente orgoglioso e raggiante, Meo Sacchetti, dopo la splendida vittoria della sua Dinamo Sassari sul campo dell’EA7 Olimpia Milano. I biancoblù sassaresi passano a condurre per 1-0 nella serie e ribaltano il fattore campo. Ora ci saranno almeno altre 3 gare per decidere chi andrà in finale. E’ 3-2 in stagione per i sardi, che continuano a mirare le certezze delle Scarpette Rosse.
“E’ stata una partita intensa – dice Meo Sacchetti - Era importante cercare di tenere lì Milano, senza farla andare via. Se poi loro fanno 7 punti nell’ultimo quarto vuol dire che forse non erano neanche nella migliore serata, ma noi abbiamo meritato. Brian ha dato tutto, facendo il suo, ma tutti i ragazzi sono stati straordinari, senza mollare un centimetro. Ce la siamo proprio meritata”. Per Dyson diversi minuti fuori: “Ha giocato anche lui, è chiaro che la squadra andava bene e quando va bene io non sono tipo che cambia, a meno che non succeda qualcosa. Sosa stava producendo ottime cose, Logan stava iniziando a fare qualcosa e allora ho preso quelle decisioni”. La Dinamo Sassari riesce sempre a mettere qualcosa negli ingranaggi della EA7: “Loro sono capaci di mettere a segno dei break, a quel punto prendono ritmo e fiducia e diventano difficili da superare”.
L’idea era quella di rimanere attaccati addosso fino alla fine: memori del passato? “Ogni partita ha storia a sé, poi è chiaro che abbiamo trovato alcune soluzioni con quintetti particolari, essendo bravi a fare canestro e portarci avanti o di nuovo a ridosso dopo le difficoltà”. Dopo i precedenti di questa stagione, quanta differenza c’è tra queste squadre? E’ diminuito il divario? “Ci sono ancora 3 partite, almeno. Ogni gara è lunga e ogni serie è lunghissima, sicuramente abbiamo ancora più fiducia e carica per il futuro, a cominciare da domenica per gara-2″.
Due dei protagonisti di stasera sono Sosa e Sanders: da tagliati o in discussione a rigenerati. Cosa è successo? “Sosa, onestamente, aveva problemi alla mano e le sue difficoltà arrivavano da quello. Rakim ha messo in campo l’atteggiamento che volevamo e che gli chiedevamo, con la faccia giusta”. Quando hai deciso di mettere Sanders in quintetto? “Quando abbiamo battuto Trento e abbiamo deciso che contro Milano avrebbe potuto risorgere”.
Così Luca Banchi, visibilmente e udibilmente contrariato: “L’espulsione di Gentile arriva non dopo una protesta ma dopo un fallo che seguiva alcuni nostri errori banali, con Hackett che aveva perso palla sotto canestro e Samuels che aveva sbagliato. L’imprecazione di Gentile non doveva essere punita con l’espulsione, davvero esagerata. Strane coincidenze…”. Ancora l’ex coach di Siena sull’arbitraggio: “Non siamo stati abbastanza bravi da dare alla gara il nostro ritmo, qualora l’espulsione fosse un secondo tecnico sarebbe stata immediata, non ne sono sicuro insomma”. “Questa è un’atmosfera creata ad hoc, ricordatevi come è stata vissuta la vigilia della Coppa Italia, questa vigilia. Non scendiamo al livello dei nostri avversari, facendo polemiche o altro, pensiamo a questa partita, a gara-2 e nient’altro. Il resto è creato ad hoc, ricordatevi come prepararono la finale di Coppa Italia e guardate come andò quel match. Oggi è la stessa cosa, con l’espulsione a fare da didascalia”. Su cosa dovrai lavorare? “Ci sono delle dinamiche mentali, la squadra è ferita e giù, ma anche dal punto di vista tecnico abbiamo l’obbligo di esprimere continuità, perché dopo i primi 20′ non siamo riusciti a tenere l’ottima aggressività mostrata fin lì”. Domenica si torna in campo: “Serve un pronto riscatto. Oggi è stata una partita che solo a tratti abbiamo interpretato correttamente. Il nostro attacco ha perso fluidità col 3° e 4° fallo di Gentile. Sicuramente si è persa inerzia, precludendoci di poter aumentare il vantaggio. Abbiamo subito fisicità e atletismo dei nostri avversari, senza guadagnarci tiri liberi per rimanere a contatto. Sappiamo poi che se la Dinamo prende ritmo e velocità diventa impossibile da arginare”.
dagli inviati Alessandro Tedde e Federico Tedde
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