Asse Sardegna-Yorkshire – Eriksson (Leeds-Cellino permettendo) verso l’Inghilterra?
Tra una frase ammiccante (e magari preparatoria per un ritorno con la coda tra le gambe al timone di quel Cagliari abbandonato al suo destino) e gli improperi rivolti ai suoi nuovi sottoposti, Massimo Cellino continua a dividersi tra Sardegna e Yorkshire, apparendo tuttavia più Oltremanica che oltre Tirreno. Atteso per venerdì il parere definitivo della Football League sull’insediamento dell’imprenditore di Sanluri con il 75% delle quote, anche se c’è chi parla di possibile, ulteriore slittamento al 18 marzo con le lungaggini che hanno scatenato il déjà vu nella mente di Cellino. “Sono stanco di combattere battaglie non mie, sono troppo vecchio. Non capisco perché mi trattano male, disponibile ad andarmene in silenzio”, le parole del Massimo presidente, ed ecco allora le frasi di cui sopra che fanno il paio con l’appellativo di “polli” per i giocatori del Leeds e quel “il Cagliari non si sarebbe mai comportato così” proferito domenica sera.
Meglio attendere il verdetto londinese, sul quale filtra e si sa poco. Cellino da tempo si è accollato le spese di gestione e pare francamente sospetto il tanto tempo intercorso tra interesse e decisione definitiva, nonché l’ostracismo contro Cellino, anche in un mondo, quello anglosassone, dove c’è tanto controllo su chi opera nel calcio. Il legame tra Leeds e Cagliari è comunque ancora evidente, sia perché dall’ok del board inglese potrebbero derivare gli sviluppi sulla cessione del Cagliari (il fondo americano vanta un accordo con Cellino per l’acquisto della società e si dice pronto a chiudere se i discorsi con il Comune di Cagliari troveranno evoluzioni e continueranno ad essere positivi), sia per quel calciomercato condotto dagli uomini rossoblù per conto degli whites a gennaio e i tanti giocatori sulla strada di Elland Road.
In principio fu Andrea Tabanelli, sparito nel nulla ed entrato “in orbita” Cagliari (per citare il sito ufficiale), poi Danilo Avelar, alla fine rimasto in Sardegna. Il nome caldissimo per fare le valigie ed approdare in Championship è invece adesso quello di Sebastian Eriksson, 12 presenze per lui in stagione, e la sensazione che la Serie A gli stia piuttosto larga. Tipico “medianaccio” con scarsa qualità e dinamismo, a Catania è stato addirittura buttato nella mischia come terzino sinistro, mentre tra panchina e tribuna riposavano due specialisti del ruolo. Eriksson, classe 1989 che l’anno scorso debuttò dopo un periodo di ambientamento con riabilitazione post-infortunio ad Assemini, quest’anno ha ben figurato a Roma, dove la partita tutta in trincea dei ragazzi di Lopez gli aveva permesso di conquistarsi credito sfruttato per 90′ in casa contro il Sassuolo e per 76′ a Parma. Poi un infortunio e la progressiva emarginazione, fino ai 95′ totalizzati tra Inter, Udinese e Catania.
Non lo ha aiutato l’arrivo di Matias Vecino, uno dei pochi acquisti di quel mercato a tinte “bianche”. Arrivato in sordina, l’uruguaiano viene addirittura paragonato a Nainggolan in seguito ai due gol consecutivi (i primi in Serie A). Cosa non fanno i risultati, si potrebbe dire, visto che Vecino va sicuramente aspettato e caricato di fiducia, senza però dimenticare l’onestà di chi dovrebbe valutare le prestazioni nel complesso. Della squadra come del singolo, e allora prima di dire che Vecino fa più gol di Nainggolan e può prenderne il posto forse qualche tempo si potrebbe aspettare. Altrimenti si fa il gioco di chi, in barba al rispetto per il tifoso e ad ogni buon costume si permette di tenere i piedi in due scarpe e tante carte in mano. Compresa quella di tornare con noncuranza. Ricordate le frasi ammiccanti?
Fabio Frongia