
Daniele Bianchi (foto Veronica Barni – sardegnasport.com)
Due mesi da titolare inamovibile nello scacchiere del centrocampo torresino e poi, abbastanza inopinatamente, la scorsa domenica contro il Bellaria è arrivata la prima panchina stagionale. Che Marco Cari avrebbe ridotto il numero dei mediani da schierare titolari era abbastanza scontato, ma che tra le tre pedine di maggiore spessore spettasse proprio a Daniele Bianchi essere sacrificato in pochi ci avrebbero scommesso. Il regista rossoblù, nel complesso tra i migliori in questo claudicante primo scorcio di stagione, fa però buon viso a cattivo gioco e dimostra, nonostante tutto, di accettare con lealtà le scelte dell’allenatore: “So bene che ci sono due posti a centrocampo, domenica scorsa ho vissuto la mia prima panchina e sarei un’ipocrita se dicessi che mi ha fatto piacere. E’ stata una tortura non poter dare il mio contributo attivamente, ma al mio posto hanno giocato Guerri e Bottone, due ragazzi che come me lavorano sodo durante la settimana“. Più concorrenza, più fame? “Se la sana concorrenza serve per migliorare la competitività della squadra ben venga, si va all’inferno o in paradiso tutti insieme. Io da parte mia ho la responsabilità di farmi trovare sempre pronto e lotterò senza risparmiarmi per riguadagnare il posto nell’undici titolare“.
Domenica i rossoblù saranno di scena al Romeo Menti per affrontare la seconda squadra di Vicenza ma anche la prima della classe nel girone A, non certo l’avversario più semplice in un momento in cui la Torres prova a riscoprirsi Araba Fenice. “Se il Real Vicenza occupa quella posizione vuol dire che la merita, ma non possiamo e non dobbiamo entrare in campo impauriti perché la Torres ha il dovere di andare a giocarsela in tutti i campi. Non partiamo sicuramente con i favori del pronostico, lo dice la classifica, ma questo campionato si sta dimostrando molto equilibrato; nell’ultimo turno il Monza ha pareggiato in casa con il Castiglione, per fare un esempio. Ogni partita è potenzialmente da tripla, noi andiamo a Vicenza per giocarcela“.
Tutto lascia intendere però che per riuscire a proseguire la striscia positiva si vedrà una Torres attendista e più abbottonata rispetto alle ultime uscite. “Chiaramente fare punti ogni partita aiuta a muovere la classica e in fondo è anche l’unica energia che può alimentare la continuità nei risultati. Il pareggio di Castiglione e la vittoria sul Bellaria sono tasselli che rappresentano un buon punto di partenza e non abbiamo preparato questo incontro in maniera diversa dalle quelli già giocati, sicuramente non in previsione di disputare una partita attendista. Come già detto, andiamo in trasferta sapendo di avere le qualità per fare la nostra partita“.
Qualità che indubbiamente non mancano, perché nei nomi la Torres era accreditata di essere una delle squadre più attrezzate per la categoria. Eppure la classifica oggi è deficitaria a causa di un avvio profondamente deludente. Te lo aspettavi? “Sapevo che, con la squadra completata solo il 31 agosto, avremmo pagato dazio e questo inizio di campionato ha confermato le mie sensazioni, ma la rosa è composta da ottimi professionisti e l’impegno che ci mettiamo durante la settimana è massimo. Non vuole essere la solita frase fatta, però quando vedo che nessuno si risparmia durante la settimana conservo totale fiducia che questa squadra migliorerà presto la propria classifica. L’inizio è stato difficile, ma noi tutti siamo coscienti e vogliosi di migliorare questa situazione“.
E allora cosa serve perché la domenica sia l’avversario di turno a dover temere la Torres e non il contrario? “Non posso essere io a dire cosa manca, contro il Bellaria però ho visto una squadra che ha sbloccato la partita al 90′ e questo trovo che sia un ottimo segnale perché dice di una squadra che non ha intenzione di mollare di un centimetro sino all’ultimo. Non che prima lo facessimo, ma domenica è stato evidente, tangibile. Poi avere continuità nei risultati porta inevitabilmente autostima e più tranquillità rispetto a quando si è consapevoli di non poter mai sbagliare“. A Sassari si vive col fiato sospeso tra sogni, speranze e delusioni. Daniele, questa Torres si salverà? “Solo e soltanto il rettangolo verde potrà emettere il verdetto, è lui il giudice, non certo io. Sono tornato quest’estate perché volevo far parte del gruppo che avrebbe riconsegnato la Torres alla terza serie nazionale e ancora adesso non penso ad altro che ad arrivare a maggio per festeggiare l’approdo di Sassari nella Serie C unica“.
Matteo Sechi