Cagliari-Como, viaggio nel tempo

Il Sant’Elia, teatro di Cagliari-Como il prossimo 6 dicembre 2015
Domenica pomeriggio è in programma al “Sant’Elia” il più classico dei testa-coda. I rossoblù di Rastelli infatti dovranno confrontarsi con gli azzurri guidati da poche settimane dall’ex Gianluca Festa. Impegno semplice sulla carta, ma che non va preso sotto gamba dalla capolista, anche perché il tecnico cagliaritano dovrà fare a meno di Dessena e questo sarà il primo vero test per la squadra che dovrà rivedere certamente in parte il proprio gioco per adattarsi all’improvvisa assenza. Cagliari e Como sono due compagini che si conoscono bene, tanti sono infatti i confronti tra le due club lungo la loro storia. Il primo dei quali risale al giugno 1932, il primo torneo cadetto per il Cagliari. Esattamente domenica 9. Cagliari è ormai in piena stagione estiva ed il pubblico non è numeroso, tanti non hanno voluto sfidare la grande calura, tanto che il campionato è pressoché concluso, questa è la gara di commiato dal campo di “via Pola” per quella stagione. All’appello manca solo la sfida in trasferta a La Spezia, poi i rossoblù potranno godersi le vacanze. Vacanze per la verità non troppo tranquille, la società infatti sta pagando lo scotto finanziario della Serie B e le casse sociali sono in evidente deficit. Dolorose saranno le partenze e nella stagione successiva diversi beniamini del pubblico locale non potranno essere più ammirati.
L’arbitro è Bartolini di Pisa e le squadre le seguenti:
Cagliari: Soro, Lauro, Guerrini, Traversa, Chiantini, Orani, Fradelloni, Di Clemente, Ostromann, Francovig, D’Alberto.
Como: Guarino, Farino, Vitale, Buttorelli, Riboldi, Guggi, Zoppi, Belotti, Romano, Sacchi, Masoni.
Nonostante la forte calura le squadre danno battaglia fin dall’inizio, al 2’ D’Alberto sciupa una buona occasione calciando a lato. Poco dopo l’arbitro fischia un fallo a centrocampo per il Cagliari. A sorpresa Guerrini calcia direttamente in porta, la sua staffilata coglie di sorpresa il portiere, ma la palla si stampa sulla traversa. All’11 Belotti dal centrocampo scappa via, giunto dinanzi a Guerrini, cede la palla sulla sinistra a Romani, che raccoglie e smista a Sacchi, questi di testa indirizza a Masoni, l’ala sinistra da pochi passi finta il tiro e cede nuovamente la palla a Sacchi che tutto libero realizza il vantaggio per gli azzurri. Il Cagliari reagisce immediatamente ed al 23’ raggiunge il pareggio. Francovig pesca Ostromann in area che finge il tiro, la palla batte addosso al difensore Riboldi, Ostromann la riprende e cede a Di Clemente che pareggia. L’intervallo vede le squadre in parità. Al 14’ Francovig salta l’intera mediana avversaria, giunto al limite dell’area passa a Ostromann, che vistosi chiuso trova l’accorrente D’Alberto, che incuneatosi tra i terzini realizza di potenza il vantaggio rossoblù. A 10 minuti dalla conclusione il Cagliari spreca un’occasione su corner, sul rovesciamento di fronte Masoni scappa via a Chiantini, superato al limite Orani, spara una fucilata che Soro non riesce a trattenere. Sul punteggio di 2 a 2 si chiude l’incontro.
L’anno successivo il Cagliari guidato da Kuttik riceve il Como il 18 marzo 1933. La formazione è la seguente: Rapetti, Guerrini, Puligheddu, Lauro, Gobetti, Banfi, Fradelloni, Francovig, Zambianchi, Di Clemente, D’Alberto. Per i rossoblù giunge una vittoria meritata, il punteggio è 2 a 0, ma a Zambianchi viene annullato un gol regolare e D’Alberto sullo 0 a 0 coglie un palo a Guarisco battuto. La prima rete viene realizzata dal difensore Guerrini che con una punizione bomba segna da oltre 40 metri. Nel secondo tempo Di Clemente chiude la pratica realizzando di forza in mischia.
Nel dopoguerra giunge la vittoria più larga mai registrata dal Cagliari contro i lariani. È il 31 marzo 1957 e dinanzi ai 5.000 spettatori dell’”Amsicora” il Cagliari scende in campo con il seguente undici: Reverchon, De Toni, Simioli, Schiavoni, Bertoli, Bersia, Letari, Bicicli, Sanna, Ghersetich, Cadè. Le squadre si trovano entrambe a mezza classifica. Al fischio d’inizio del direttore di gara Corallo di Lecce, Sanna tocca per Ghersetich, questi avanza e tocca per Bicicli, che smista a Cadè, palla nuovamente a Bicicli, questi passa a Ghersetich, tiro fulmineo e palla in rete, non è passato neppure un minuto di gioco. L’arbitro oltretutto ha fischiato l’inizio con quasi 10 minuti d’anticipo e molti degli spettatori non hanno ancora preso posto sugli spalti. A completare la serie delle reti interviene Cadè, che realizza al 12’ della ripresa, poi giunge ancora la rete del solito Ghersetich al 22’ per il 3 a 0 definitivo. L’8 maggio 1960 nessuno poteva immaginare la disfatta che stava per giungere. Il Cagliari, fanalino di coda con 25 punti, ha un disperato bisogno di muovere la classifica, le avversarie dirette non sono troppo distanti e potrebbe ancora giocarsela. Giunge il Como, che dall’alto della mezza classifica non ha più nulla da chiedere al campionato. Per il Cagliari potrebbe essere una buona occasione per riprendersi. Adani di Roma fischia l’inizio ed il Cagliari si schiera così: Salerno, De Toni, Simeoli, Turchi, Stefanelli, Serradimigni, Meanti, Falchi, Piaceri, Busetto, Congiu.
Il Como gioca di rimessa ed aspetta che il Cagliari venga avanti. La manovra dei sardi è troppo leziosa, fa quasi accademia, il gioco è troppo arioso ed il pubblico inizia a mugugnare. Poi si scatena Dell’Omoderme. Questi segna 3 reti nello spazio di 6 minuti, esattamente al 14’, 16’ e al 21’. Il pubblico fischia apertamente, ma la squadra non reagisce. Si va al riposo e ci si aspetta che dopo la strigliata del mister la squadra cerchi di recuperare nella ripresa, ma lo sbigottito pubblico continua ad osservare una squadra che pare giocare per difendere il vantaggio. Continua le sue inconcludenti manovre, ma senza mai impensierire il portiere Lonardi. Il Como aspetta e coglie le giuste occasioni. Dell’Omoderme ci ha preso gusto ed all’11 realizza la sua quarta rete, poi al 38’ mette a segno la sua quinta rete personale, in mezzo al grigiore emerge il solo Busetto che al 35’ della ripresa realizza la rete della bandiera. Al fischio finale la pista dell’”Amsicora” è invasa dai cuscini lanciati dagli spalti in segno di protesta.
Mario Fadda
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