ESCLUSIVA – Verso Bassano-Torres, Antonino Asta: “I ‘piccoli’ rossoblù da temere, ma pensiamo a noi”

Antonino Asta (foto: R. Bosca - www.bassanovirtus.com)

Antonino Asta (foto: R. Bosca – www.bassanovirtus.com)

Prima la minaccia di lasciare il calcio da parte della proprietà, poi quella sconfitta iniziale contro il Pavia ad illudere tutti, circa la fine del Bassano Virtus schiacciasassi. E invece no, perché anche se a guidare i giallorossi c’è un nuovo nocchiero come Antonino Asta la solfa non è cambiata: davanti a tutti, in Lega Pro, ci sono loro. 6 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta, 20 punti in classifica e +2 sui “cugini” del Real Vicenza. Banale chiedere come stia il Bassano che attende la Torres: “Dal punto di vista psicologico – esordisce Asta ai microfoni di SardegnaSport.comstiamo benissimo, è normale. Non ci aspettavamo di essere così in alto, c’è l’entusiasmo che è allo stesso tempo causa ed effetto di quanto fatto sul campo”.

Un’estate a parlare di nuova terza serie con grandi nomi (di squadre e giocatori) a farla da padrona, e invece a comandare sono sempre le “piccole” (anche se a livello di potenziale economico e strutturale il Bassano potrebbe ambire a lidi più prestigiosi). “Ci sono squadre molto più attrezzate di noi – frena l’ex ala e bandiera del Torino, uno degli ultimi “7″ del calcio nostrano – stiamo vedendo tanti risultati a sorpresa dopo partite tirate. Credo che alla fine i valori tecnici ed economici verranno fuori, poi è chiaro che tra Alessandria, Como, Novara, Monza, Venezia qualcuna possa toppare. Noi dobbiamo pensare a divertirci, giocando ogni partita con la mentalità vista fino ad oggi, senza pressioni ma con idee ben chiare”.

Nel nord-est arriva una Torres in flessione dopo quelle tre vittorie casalinghe che avevano accecato un po’ tutti. “La affronteremo come tutte le avversarie, rispettandola ma provando a superarla perseguendo la mia filosofia, che è quella di proporre gioco senza speculare e senza condizionamenti di sorta”. Maiorino come punta di diamante di una squadra solida, compatta e senza fronzoli, questo è quello che ha detto il primo scorcio della stagione torresina: “L’ho vista tre volte – dice Asta – mi ha dato la sensazione di formazione compatta, non solo a livello di difesa ma di concezione collettiva in fase di non possesso. Tutti partecipano e ripartono, dovremo fare attenzione, se giocheranno, a quegli elementi che possono sfruttare gli spazi, come Foglia, Lisai e Baraye, che è sempre pericoloso”. 

Allenamenti o dettami particolari per disturbare Maiorino? “Non credo, come loro hanno Maiorino noi abbiamo Nolè. Penso, in generale, che sia meglio lavorare sui propri pregi e provare ad imporsi. E’ giusto attenzionare determinati calciatori, ma senza farsi condizionare”. Quale è stato l’apporto di discontinuità di Asta in una squadra che ha conservato tanti elementi del ciclo Petrone? “Abbiamo sostituito Berrettoni (capitano e bestia nera della Torres ndr) e Pelagatti con Nolè e Priola, operando bene. Sicuramente la presenza di uno zoccolo duro aiuta, io ho cercato di non esagerare con le nuove nozioni, dando piano piano alcune direttive. Mi piace fare calcio divertendo, pensare a noi più che agli avversari senza limitarci perché si pensa a limitare gli altri. Se dovessi togliere spensieratezza a giocatori come Furlan e Iocolano, per esempio, mi farei male da solo”.

La chiusura è dedicata alla nuova atmosfera che Asta vive a Bassano, dove è arrivato da Monza. In Brianza era amato, ma qualcosa si era rotto, e allora via in un nuovo progetto con una proprietà facoltosa, ma anche esigente e che non le manda a dire. “L’obiettivo è salvarci senza passare dai playout, questo mi hanno chiesto. E poi credo si possano valorizzare tanti nostri elementi, ne abbiamo alcuni del ’90, ’91. ’92 che secondo me possono ancora ambire alla cadetteria. Mi trovo davvero bene qui, la società ti lascia lavorare in un certo modo, ti giudica a 360 gradi, non solo sui risultati ma anche sul lavoro settimanale ed extra-campo, a livello di gestione. Ci confrontiamo tanto, si chiarisce quello che c’è da chiarire, senza rumore eccessivo ed ingiustificato”. Poi una specifica: “I Rosso hanno soldi, ma non per questo li vogliono buttare via, ci mancherebbe. L’obiettivo è mantenere un profilo giovane (si è optato ancora per l’età media al di sotto dei 24 anni ndr), tenere alto il nome di Bassano senza esagerare con il monte ingaggi”. E se poi arriva la Serie B... “Intanto mettiamo fieno in cascina”, saluta col sorriso che la sa lunga il buon Antonino.

Fabio Frongia

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