Verso Torres-Bra – Daidola: “La Torres arriva tra le prime quattro. Tanti meriti a Cari”

Fabrizio Daidola
Il calcio è pieno di beffe contro pronostico, e da giorni in casa Torres le mani sono ben salde in posti non nominabili. A Sassari domenica arriva il Bra, fanalino di coda che ha vinto appena due partite in stagione (una proprio all’andata contro la derelitte compagine di D’Adderio) e che lontano dal Piemonte non ha ottenuto nemmeno un punto. Comincia la fase calda della stagione, il segmento in cui la tabella di marcia sarda indica pieno, filotto per acchiappare definitivamente la zona salvezza. Ma cosa ne pensa Fabrizio Daidola, tecnico storico dei giallorossi e uomo di calcio che anche in un momento storico negativo trova la lucidità per esaminare il campionato dei suoi e delle avversarie, dando vita ad una bella chiacchierata senza troppi fronzoli o luoghi comuni.
Mister, cosa è cambiato un girone dopo? Ci sentimmo prima della sfida d’andata e aveva espresso rammarico e voglia di recuperare dopo alcuni errori… “Purtroppo non è cambiato nulla, e i risultati sono lì a dimostrarlo. Da gennaio in poi la squadra è mutata, credo che la rosa sia stata resa più competitiva ma non c’è stato il cambio di rotta. Sicuramente il fatto che i risultati non siano mai arrivati ha pesato sempre di più, e giocare in questa situazione non è facile”.
Che Bra dobbiamo aspettarci, e soprattutto a cosa deve prepararsi la Torres? “Ormai da diverse domeniche giochiamo con i mezzi che abbiamo a disposizione e con l’intenzione di onorare la maglia. Abbiamo dalla nostra la serenità, verremo in Sardegna per vendere cara la pelle”.
Un giudizio sulla Torres: “Si è rinforzata molto, sono convinto che arriverà tra le prime 4-5 di questo campionato. Lo dico con cognizione di causa alla luce dei valori in rosa e anche con un po’ di auspicio perché amo la Sardegna cui sono fortemente legato per tante cose”.
In passato ha parlato di errori commessi in sede di costruzione della squadra. Le chiedo quali sono stati e perché non siete riusciti a correggere in modo significativo. “Sono stati tanti e tutti decisivi. Questa è una società che si è sporta in un campionato importante che non conosceva non avendo i mezzi. Pensavamo che bastassero quelli in nostro possesso per un altro miracolo (il Bra è reduce da una doppia promozione ndr), abbiamo fatto quello che potevamo ma non è stato sufficiente. Siamo un gruppo che costa 450 mila euro lordi, a gennaio sono arrivati giocatori di buon livello ma tutti reduci da periodi di inattività. Quando uno sbaglia all’inizio è sempre difficile recuperare”.

Carlo Ferrario, attaccante della Torres
Cosa che sta facendo la Torres: “E’ stato molto bravo Marco Cari, una garanzia in questa categoria e uomo navigato, equilibrato e adatto per gestire certi spogliatoi. Sta lavorando con saggezza, sfruttando la fortuna di avere avuto alle spalle una società che gli ha messo a disposizione tanto materiale tecnico”.
Da osservatore ormai esterno, che profilo traccia delle avversarie e come vede il rush finale che vede coinvolte tante compagini? “Penso che Bassano, Alessandria, Santarcangelo non avranno problemi. A ruota loro metto Spal, Renate, che è una squadra solidissima, e Torres. Restano altri due posti, tutti da conquistare. Non mi piace il Mantova, contro la quale potevamo pareggiare a 10′ dalla fine e che non mi sembra abbia la giusta attitudine mentale, mentre squadre come Pergolettese, Virtus Vecomp Verona e Real Vicenza hanno speculato sul fieno messo in cascina ma adesso rischiano”.
Avete dato alla Torres (in cambio di Domenico Pingue) Carlo Ferrario. Ci aiuta a “fotografarlo”? “Si è fatto male quando era qui, è stato assente per due mesi e quindi non ha potuto dare il suo contributo (anche se segnò all’andata ndr), perché è rientrato a stagione compromessa. Un gran lavoratore, che si sacrifica e che ama allungare la squadra andando in profondità. Penso sia opportuno non farlo giocare troppo dentro il campo e nel mezzo della manovra, ma sfruttarne i movimenti senza palla. In Seconda divisione ci sta benissimo”.
In chiusura due domande: quanto sarebbe cambiata la stagione del Bra se avesse giocato sempre nel suo stadio, e che ne sarà di Daidola e del progetto piombato così in alto in poco tempo? “Alla prima rispondo che qualcosa sarebbe cambiato senza dubbio, penso alle gare contro Forlì e al derby col Cuneo, davvero incredibile. Avremmo avuto 5-6 punti in più, niente di trascendentale chiaramente. Per il futuro non so, ho molta paura di un disimpegno del presidente Germanetti e dell’atteggiamento di una piazza che magari ha fatto la bocca buona alla Lega Pro e non ha molta voglia di tornare in Serie D, campionato che l’anno scorso rappresentava l’Olimpo per una realtà come il Bra. Purtroppo molte persone che fino a pochi mesi fa gravitavano attorno alla società si sono defilate, siamo rimasti in tre: io, il direttore e il presidente. Non so se saremo sufficienti. Per quanto concerne il futuro di Daidola, vedremo, i risultati non depongono a mio favore, ci penseremo a tempo debito”.
Fabio Frongia