• HOME
  • Chi siamo
  • Contatti
  • HOME
  • CAGLIARI
    • News
    • Mercato
    • Report
    • Amarcord
  • DINAMO
    • News
    • Mercato
    • Report
    • Amarcord
  • TORRES
    • News
    • Mercato
    • Report
    • Amarcord
  • CALCIO
    • News
    • Serie D
    • Nuorese
    • CALCIO FEMMINILE
  • BASKET
    • News
  • ALTRI
    • Calcio a 5
    • Atletica
    • VOLLEY
    • Pallamano
    • Nuoto
    • Boxe
    • Hockey
    • Motori
    • Tennis
    • Rugby
    • Vela
    • Golf
    • Baseball
    • Softball
  • RUBRICHE
    • Un caffè con…
    • Sport d’autore
BREAKING NEWS
Torres, il Monza lanciato e instabile è l’avversario peggiore
Il ritorno del regista dei poker consolerà Zeman sprovvisto dei pupilli?
Route du Rhum – Azzorre fatali, Mura perde la leadership
Il Punto di Paolo Citrini – “Cantù ha meritato, Zalgiris ostico. Contento per Jack, e scommetto ancora su Lawal”
Torres femminile, Mario Silvetti lascia la panchina
Cabrini e l’Italia verso Mondiali storici, ma senza Torres. Mercoledì addio Champions, i crismi del ridimensionamento
Calcio femminile – Serie B, Oristano batte (1-3) Caprera. Pari Villacidro ad Alessandria RISULTATI E CLASSIFICA
Calcio a 5 Donne – Serie A: Sinnai, pari casalingo. Vieira e Ribeiro in Nazionale CLASSIFICA E PROSSIMO TURNO
Calciatori sardi, che jella per Masia! Gravissimo infortunio, 8 mesi di stop – FOTO
Gioia in casa Cagliari, Albin Ekdal è ancora il miglior centrocampista svedese

DNC – Nicola Elia, Accademia Sestu: “Pronto per la nuova sfida, aiuterò i giovani a crescere. Cagliari ama il basket, ma ha perso una grande occasione”

Postato il 23 ago 2013
da : Roberto Rubiu
Comment: Off
Tag: accademia sestu, dnc, nicola elia, pirates

Cagliari, Oristano, Brindisi, Giulianova, Bergamo, San Severo. E poi ancora La Maddalena, Gualdo Tadino, Arezzo, Torre de’ Passeri, Roseto e, infine, ancora la Sardegna con l’Accademia Sestu. Sono queste le tappe della carriera di Nicola Elia, guardia cagliaritana classe 1976 che dopo tanto girovagare per la penisola ha deciso di tornare a casa per sposare la causa dei Pirates, attesi da una nuova stagione in DNC. Sardegnasport.com l’ha intervistato per parlare della sua nuova avventura

Cosa ti ha spinto a tornare in Sardegna dopo tanto tempo?

Sono stato in giro per l’Italia per più di 15 anni, ora ho 37 anni ma ancora tanta voglia di giocare, e magari di essere utile alla crescita di qualche mio giovane concittadino. Fuori non ci sono più le condizioni per fare il giocatore “professionista” e da qui nasce la mia decisione di rientrare nell’isola e appoggiare questa nuova sfida proposta dal mio amico e dirigente dell’Accademia Marco Secci.

Qual è l’obiettivo dell’Accademia per la prossima stagione? Si punta alla salvezza o ci sono le condizioni per fare qualcosina di più?

L’obiettivo principale sarà quello di far crescere i giovani e di consolidare la posizione di una società giovane, volenterosa e ricca di entusiasmo, puntando soprattutto alla salvezza. Ma se dovesse venire qualcosa in più sarà tutto ben accetto.

Rispetto a qualche anno fa la Sardegna vanta pochissime squadre nelle minors. Il presidente della Fip regionale Bruno Perra, in un’intervista rilasciata al nostro portale, ha dichiarato che in questo momento manca una “classe media” di giocatori fatti in casa, che consentano alle squadre di abbattere i costi. Questo discorso vale soprattutto per il basket cagliaritano. Sei d’accordo con lui?

Assolutamente sì. Quando Bruno allenava l’Esperia del compianto Gigi Bergamini in B1, nell’anno in cui facemmo i playoff per salire in A2, i sardi, di nascita o di adozione, eravamo io, Pedrazzini, Puggioni, Peretti, Dessì, Velluti, Turella e Di Gennaro. E in più stavano crescendo i vari Schiffini, Pintor, Mastio, Ganguzza, Manca, e sicuramente ne sto dimenticando qualcuno. Il basket cagliaritano avrebbe potuto vivere di rendita per vent’anni, ma purtroppo quella generazione di giocatori è stata costretta ad emigrare per poter giocare ad alti livelli. Questo è un grande rimpianto, perchè il basket a Cagliari piace, e una squadra forte e imbottita di sardi sarebbe potuta essere un traino fondamentale per tutto il movimento. Io sono andato via quando in Sardegna c’era la Serie A2 dellla Dinamo, la B1 di Cagliari, più quattro squadre di B2 e tante altre realtà ambiziose e importanti in C1. Adesso ci dobbiamo accontentare della Dinamo in A1 e di quattro squadre che provano a resistere in Serie C nazionale: un netto passo indietro, direi.

La Sardegna soffre anche un certo arretramento a livello organizzativo?

A mio avviso noi sardi siamo sfavoriti da due fattori determinanti: prima di tutto la mancanza di fondi e di persone in grado di investire in un progetto serio e di lunga durata, che permetta di far crescere le società anche a livello di strutture. Mancano poi allenatori, giocatori e dirigenti che riescano a concentrarsi sul basket a tempo pieno, e che raggiungano capacità e competenze importanti, difficilmente acquisibili lavorando solo part time. In secondo luogo ci penalizza il fatto che giovani non possono confrontarsi con i pari eta’ di alto livello che stanno nella penisola. Questo non permette ai ragazzi di crescere dal punto di vista tecnico e di migliorare. Anche nella penisola, comunque, il livello si è abbassato notevolmente rispetto al passato. Parametri, regolamenti e tasse varie stanno ammazzando tantissime società che purtroppo non dispongono di fondi da investire sulla progettazione o non sono stati in grado in passato di costruire una base solida. I giovani della penisola però hanno più facilità ad arrivare in prima squadra poichè favoriti da regolamenti e riduzioni di budget. Poi hanno inoltre la fortuna di confrontarsi con giocatori forti e esperti che possono insegnar loro tanto, e possono disporre di allenatori professionisti che sono a loro disposizione 24 ore al giorno. Tutto ciò ovviamente li rende più competitivi e abituati a giocare a certi livelli.

Chiudiamo con un battuta: nella stagione 1998/99, quando vestivi la maglia della Santa Croce Olbia, a prendere i rimbalzi durante le sessioni di tiro non mancava mai un certo Gigi Datome. Avresti mai creduto che quel ragazzino sarebbe arrivato fino all’NBA?

No, non ci avrei mai pensato, ma sono felicissimo per lui e per la sua famiglia. Gigi lo ricordo sempre con il sorriso e con la palla in mano fuori dall’hotel di famiglia e sempre attivissimo in palestra. L’ho incontrato quando era un po’ più grande e l’ho seguito sempre perchè sia in campo che nella vita si è sempre dimostrato un esempio di umiltà e dedizione verso uno sport che non gli ha regalato nulla. Basta guardare quanta gavetta ha dovuto fare per arrivare dove è arrivato. Lui ci ha creduto, ha lottato e per questo sono doppiamente felice. Datome èun esempio per tutti i giovani che si avvicinano al nostro magnifico sport.

Foto www.roseto.com

  • google-share
Articolo precedente

Basket – Il Montenegro non è amaro: Datome non c’è, Diener guida l’Italia con 12 punti e 6 assist (83-79)

Articolo successivo

Ma dove vai se tiro da tre e fisico non ce li hai: Italia battuta 63-79 dalla Lituania

Ti potrebbero interessare anche...

off

Basket, Serie C – Il punto dopo la 3^giornata con le parole di Pedrazzini, Morresi, Loddo e Schintu

Posted On 15 ott 2014
, By Sardegna Sport
off

Basket, Serie C – Tavoni e Su Stentu allungano, Genneruxi ferma Calasetta (TABELLINI E CLASSIFICA)

Posted On 11 ott 2014
, By Sardegna Sport
off

Basket, Serie C – Accademia vittoriosa in casa dell’Antonianum (85-94)

Posted On 05 ott 2014
, By Sardegna Sport
off

Basket, Serie C – Il punto dopo la 1^ giornata: le parole di Elia, Minari, Fontana e Sacchetti

Posted On 01 ott 2014
, By Sardegna Sport

Calendario Serie A

Risultati Serie A offerti da Livescore.it

Classifica Serie A

Classifica Serie A offerta da www.Livescore.it