Amarcord – Quando Messi giocava in Sardegna
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Angelo Messi
Lionel Messi è uno dei calciatori più famosi e forti di tutti i tempi. Insieme a Cristiano Ronaldo, a suon di “palloni d’oro” e trofei per club e nazione, si contende il titolo di miglior calciatore (almeno) degli ultimi dieci anni, tema sul quale i tifosi dei due atleti si dividono nettamente. Ciò che invece è decisamente meno risaputo è che anche noi sardi, diversi decenni fa, abbiamo avuto un Messi a calcare i campi dell’Isola. Non ci è dato al momento un dato che affermi come i due sportivi provengano dallo stesso ceppo familiare, ma potrebbe non essere un caso che il trisavolo di Leo, nato nel 1866 a Recanati, la patria del Leopardi, e poi trasferitosi per lavoro in Argentina, si chiamasse proprio Angelo.
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Lionel Messi
Suo fratello Giovanni rimase in Italia, ed il nostro Angelo potrebbe essere proprio un suo discendente. Un giorno ricerche più approfondite certamente ci permetteranno di venire a capo di questo dilemma. È appena terminata la Seconda Guerra Mondiale ed in una Sardegna prostrata e affamata, come tutta l’Europa, il pallone riprende a rotolare. I ragazzi hanno voglia di correre dietro ad una palla, il popolo italiano sente l’esigenza di gioire, e gli incontri di calcio offrono una delle massime occasioni di svago del periodo. Tifare, urlare, gioire per una rete o inveire per la sconfitta era estremamente terapeutico. Dopo anni di privazioni e paure, dopo le bombe e i morti, si sente l’esigenza di liberarsi dai timori bellici, esorcizzarli in qualche modo. Lo sport assolveva, ieri come oggi, in maniera perfetta questo compito.
Durante il campionato di I Divisione 1945-46 esordisce, nei verdi del Quartu, un certo Angelo Messi. Attaccante non troppo alto, ma rapido e scattante, era in grado di farsi trovare nel punto giusto al momento giusto. Disputa un ottimo torneo con la compagine di Patron Antonio Picci. Realizza in quella stagione almeno 11 reti tra quelle censite. La sua squadra termina al settimo posto appena dietro il Carbonia. La squadra è forte, ma soffre di discontinuità ed ha bisogno di alcuni innesti per crescere, questi arriveranno, ma Angelo Messi, a lungo corteggiato, si lascia sedurre dalle lusinghe del Bacu Abis e nel 1946-47 esordisce nella compagine granata. Con i bacuabini giocherà le successive due stagioni, nella prima la squadra guidata dall’ex rossoblu Brusa si piazza al quarto posto, dietro il sorprendente Quartu, campione sardo, il Carbonia, il Cagliari, quindi Bacu Abis che condivide la piazza con la Torres.
La compagine mineraria sperò in un ripescaggio in Serie C, che non arrivò: venne ripescata la Torres, oltre a Carbonia e Olbia. Per la stagione successiva il quintetto offensivo bacuabino, oltre Angelo Messi poteva vantare Tului, ex Sardegna e Montevecchio, Mastino proveniente dalla Torres, Cocco, già suo compagno al Quartu ed Antonini. I granata minerari impattano subito all’esordio sul 2 a 2 con il Montevecchio, altro pretendente al titolo. Poi l’andamento del girone d’andata sarà simile ad un motore diesel, lento in partenza, ma inesorabile nella sua progressione. L’8 febbraio 1948 Angelo Messi, come in tante altre occasioni, è decisivo per la vittoria dei suoi. All’86’ di Monteponi-Bacu Abis, spara una stangata da pochi passi che brucia le mani al pur bravo Olianas, questi non può far altro che raccogliere il pallone del 2 a 0 dal fondo del sacco.
Messi e compagni, anche grazie al pareggio a reti inviolate tra Montevecchio e Tempio, fanno sentire il fiato sul collo ai capofila guidati da Fonovich. Con l’inizio della primavera la squadra subisce un calo di rendimento, Montevecchio, Tempio ed Italpiombo scappano come lepri, ma come nel girone d’andata il Bacu Abis lentamente si riprende, anche grazie alle giocate di Messi, che è protagonista con le sue reti di diversi incontri, come in occasione di Bacu Abis-Ilva giocata il 9 maggio. I granata schiantano l’Ilva per 7 a 0. Messi realizza la quarta rete. Con un finale di campionato al cardiopalma il Bacu Abis si rifà sotto, fino ad insidiare la posizione del Montevecchio di Fonovich e dell’Italpiombo di Soro. Il campionato termina con l’ipotetica vittoria del Montevecchio, tutto finito? Neppure per sogno. Come una bomba che scoppia all’improvviso, nei primi giorni di giugno 1948 la Lega squalifica di alcuni calciatori dell’Ilva, questo porta alla penalizzazione dei Maddalenini, con conseguente sconvolgimento della classifica. Montevecchio e Bacu Abis dovranno disputare uno spareggio che sul campo di “via Pola” a Cagliari, vedrà trionfare l’undici di Fonovich per 2 a 0.
Qui si chiude l’epopea di Angelo Messi al Bacu Abis. Il Messi di Sardegna.
A cura di Mario Fadda
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