ESCLUSIVA – Marroccu: “Super offerta per Joao Pedro, ci salveremo grazie allo zoccolo duro”

Francesco Marroccu, tornato in rossoblù dopo la breve esperienza al Beira Mar (foto: Gianluca Zuddas – sardegnasport.com)
Il calciomercato è finito da quattro giorni. Strascichi polemici o dialettici a parte, per chi da giorni viveva nel pieno del tourbillon c’è la possibilità di rasserenarsi e chiacchierare con qualche ora di sonno in più alle spalle. E’ il caso di Francesco Marroccu, direttore sportivo del Cagliari, fresco di presentazione degli ultimi arrivati Modibo Diakitè e Paul-Jose M’Poku, uomo più in vista della società di viale la Playa, con tutti gli onori e gli oneri che questo comporta. Nelle ultime ore non sono arrivate parole dolci da parte del popolo rossoblù, poco elettrizzato dalle operazioni che guardano al lungo periodo e fiaccato dai risultati altalenanti. Il punto sul mercato invernale si fonde con quello inerente la prima estate giuliniana, ma soprattutto sul presente tecnico e il futuro di molti componenti la rosa del Cagliari. Che – è sicuro Marroccu – “si salverà, e lo farà con l’apporto decisivo del suo zoccolo duro”.
Direttore, via il dente via il dolore: sull’infortunio di Ibarbo e la gestione dell’ultimo mese si è detto tutto, vi siete pentiti di non averlo ceduto sei mesi prima quando optaste per affidarlo al maestro Zeman?
Assolutamente no. Se guardo indietro posso dire convintamente che fosse la scelta giusta, in quel momento Ibarbo era da tenere, senza dubbio.
Cosa ha avuto la Roma in più della Sampdoria, per assicurarsi il colombiano?
La Sampdoria si è fatta avanti in un momento nel quale non avremmo potuto sostituire Ibarbo in maniera degna. Negli ultimi giorni del mercato, avendo trovato un sostituto importante come M’Poku ed essendo soddisfatti sotto il profilo economico, abbiamo pensato fosse giusto cederlo.

Victor Ibarbo con Zdenek Zeman e Danilo Avelar: uno dei pochi momenti felici…
Qualcuno ha parlato anche di Udinese, conferma?
No, assolutamente. Mai sentita l’Udinese per Ibarbo. Di voci ne escono davvero tante…
Per citarne due: El Hamdaoui nel suo mirino, il togolese Placca Fessou opzionato per la stagione prossima. Come gestisce, quando è in preda a telefonate e trattative, tutti questi rumors?
Diciamo che spesso mi stupiscono e magari mi danno delle idee (ride ndr). Al di là degli scherzi, quelli su questi due giocatori non sono veri, come molti che vengono fuori sistematicamente. Ci rido su e vado avanti, fanno parte del gioco.
Marroccu che si fa sfuggire gli obiettivi e un Cagliari dal profilo troppo basso. Sono solo alcune delle critiche feroci di questi tempi. Le danno fastidio?
Penso che, per la prima volta nella mia esperienza al Cagliari, siano stati accostati alla società tantissimi nomi. Per questo nel mio carniere devo annoverare tantissimi fallimenti. Incasso tranquillamente le opinioni, purtroppo i nomi e le trattative che ci affibbiano non dipendono da noi. Io dico che tutti gli obiettivi che avevamo sono stati centrati, tranne Alberto Gilardino che ha avuto un epilogo non positivo. Il resto è coreografia del calciomercato.
Con il Gila vi siete lasciati in ottimi rapporti: e se l’idea si riscaldasse dal 1 luglio?
I treni passano una volta sola. Alberto ha fatto la sua scelta, le nostre strade non si sono incontrate e va bene così.
Pochi minuti dopo il no di Gilardino, Zola rispose serafico (“So come va il calcio”). Lei è rimasto deluso o con qualche rimpianto?
Nel calcio bisogna essere fatalisti, quando un’operazione non si concretizza è così e basta, c’è poco da fare. Abbiamo voltato pagina, guardando avanti. E così le altre operazioni portate a termine mi lasciano molto tranquillo.

Matteo Mancosu, a un passo dal Cagliari, ha poi firmato col Bologna
Tra quelle non andate a buon fine ci sono Melchiorri e Mancosu. Perché il primo sì e il sardo no? Alla fine hanno solo tre anni di differenza…
Parlo di Mancosu e ci tengo a precisare che non è arrivato a Cagliari solo per una questione tecnica, ovvero col cambio di modulo non si sposava più con il nostro progetto. Ci tengo a precisarlo perché è un ragazzo sardo che merita tanto. Con il nuovo modulo cercavamo un centravanti dalle caratteristiche ben precise. Delle altre operazioni non parlo, e quindi bypasso anche Melchiorri.
Torniamo su Ibarbo: tenerlo per provare una volta di più a tirar fuori tutto il potenziale, vendendolo in estate, era impossibile?
Questo discorso riguarda la sensibilità delle persone che giornalmente assistono all’attività tecnica della squadra. Vedendo il quotidiano e i contesti, avendo il polso della situazione, abbiamo deciso per la cessione. L’esperienza maturata sul campo e il polso della situazione che avevamo io, il presidente e lo staff mi dicono che abbiamo lasciato andare Ibarbo nel momento giusto.
Josef Husbauer in difficoltà, considerato ancora “indietro” da Zola e il suo staff. Ci dà una sua fotografia del momento vissuto dal ceco ?
Viene da un calcio molto diverso dal nostro. E’ indietro a livello di condizione fisica, la lingua (non parla né inglese né italiano ndr) e la tattica italiana non gli sono ancora entrati dentro pienamente. Posso garantire che dimostra giorno dopo giorno di avere tanta qualità. L’inserimento di Husbauer avverrà già in questa stagione, ne sono convinto, e spero che i risultati permettano di lavorare più sereni. I prestiti di 18 mesi, di 12 mesi (Husbauer è in prestito fino al 31 dicembre 2015 ndr) o quelli biennali di Crisetig e Longo sono l’emblema del nostro guardare lontano, con convinzione.
Da Milano l’hanno già chiamata per riportare alla base Crisetig, visti i problemi di costruzione del gioco della banda nerazzurra?
No, non si è mai parlato con l’Inter di modifiche all’accordo raggiunto in estate. Il prestito è biennale con diritto di riscatto a nostro favore e contro-riscatto a favore dell’Inter, che non si è fatta viva. Come per Longo, andiamo avanti, poi dal 2016 si vedrà.
Cosa serve per sbloccare Samuele Longo?
Solo un po’ di pazienza, le punte spesso maturano tardi e lui ha solo 23 anni. Samuele è un campione in erba, con potenzialità evidenti e conclamate da tempo. Quando sboccerà sarà una soddisfazione per tutti, ha il tempo per emergere e Zola lo vede molto bene per questi 5 mesi di guerriglia che ci apprestiamo ad affrontare.

Marroccu e Joao Pedro: chi si sarà fatto avanti per il brasiliano?
Donsah e Joao Pedro: due sue vittorie, non c’è voluto molto per far ricredere gli scettici.
Mi piace sottolineare che non sono le vittorie di Francesco Marroccu bensì del Cagliari. Dietro ogni acquisto c’è la condivisione dello staff che lavora con me e con Tommaso Giulini, che poi dice sì o no dietro valutazione personale dei singoli calciatori. C’è un lavoro d’equipe vero, io emergo essendo quello più in vista che mette la faccia davanti a giornalisti e tifosi. La parola finale è sempre del presidente, non si scappa.
Qualcuno ha chiesto il ghanese e il brasiliano ex Estoril?
Si. E’ normale che oggi siano i più chiacchierati, perché sono giovani e stanno giocando molto bene, avendo conquistato la maglia da titolare nelle ultime uscite. Due giorni fa abbiamo rifiutato un’offerta straordinaria per Joao Pedro, dall’estero. Su Donsah le opzioni si sprecano. Ma il calciomercato è finito, siamo concentrati solo sulla salvezza e sul campo, non su trattative potenziali.
Il Cagliari dei sardi è un progetto ancora sul tavolo o i senatori hanno le valigie pronte?
Il Cagliari si salverà e lo farà grazie anche, e soprattutto, allo zoccolo duro. Non ho dubbi su questo e lo dico chiaramente. Più dei nuovi acquisti, sono i cosiddetti senatori la parte decisiva di questa squadra. In questo momento hanno poco spazio per motivi contingenti: la squalifica di Conti dopo Palermo, Gonzalez che ha sopravanzato Pisano, Murru che si è trovato davanti un super Avelar. A Cagliari i sardi – e mi riferisco anche ai Loi, ai Barella, ai Muroni – avranno sempre una chance.

Daniele Conti, capitano del Cagliari
Cosa succede a Nicola Murru? Non gioca da tanto, ormai 12 mesi opachi, però le offerte non mancano (Verona e Sampdoria su tutte).
Il discorso su Murru è semplice: ha 20 anni, non 28. Il fatto che da anni sia considerato in rampa di lancio non lo aiuta di certo ad avere le spalle leggere. E’ una talento importante, che per la prima volta si è trovato davanti ad una difficoltà vera, ovvero la concorrenza. Prima aveva il posto assicurato, per ora gli è mancata la determinazione per sovvertire le gerarchie. Ma è un professionista esemplare, un bravo ragazzo, se non nell’esplosione di Murru non so in cosa si debba credere sinceramente”.
Si avvicina Cagliari-Roma, la partita di Daniele Conti. Vedremo ancora il capitano su livelli vicini a quelli conosciuti negli anni scorsi?
Ho avuto a che fare con il miglior Conti e sono sicuro che questo sarà il miglior finale di campionato di Daniele Conti. E’ uscito dalla formazione-tipo dopo Palermo, a seguire Zola ha usato sagacia e tatto per scaricare la testa e le spalle del capitano, che si era preso tante responsabilità: la crisi, il mercato, il cambio d’allenatore e tutte le voci sul suo conto. Conti tornerà protagonista dentro il campo, perché fuori lo è sempre con la sua leadership.
Pisano sembrava dover rinnovare da un momento all’altro. Poi cosa è successo?
Il rinnovo del contratto di Pisano è lì, pronto. Francesco è un giocatore molto sensibile e cosciente di non essere al top, così ci siamo dati appuntamento a fine stagione per valutare quella che sarà la sua stagione e la possibilità di continuare il rapporto. Noi il passo l’abbiamo fatto, vedremo gli sviluppi. Per lui non ci sono mai state offerte o trattative. Il Cagliari non ha mai preso in considerazione l’idea di smobilitare il suo zoccolo duro. Dico una cosa che poi magari verrà smentita dai fatti e allora mi prenderò altri insulti: i Pisano, i Conti, i Cossu non andranno mai via per nostra volontà di cederli e monetizzare, ma solo col contratto scaduto.
In rosa c’erano diversi giovani poi ceduti in prestito, al fianco di quelli che sono rimasti. Tra questi Caio Rangel: bisognava arrivare al 31 gennaio per scoprire l’impossibilità di mandarlo a giocare altrove?
Caio Rangel non poteva andare in nessuna società di Serie B, essendo extracomunitario da meno di un anno in Italia. Le uniche opzioni valutabili erano in Serie A, ma a quel punto avremmo dovuto venderlo, e non era una ipotesi nelle nostre menti. Le qualità di Caio giustificano l’investimento estivo, troverà il suo spazio in futuro, ora è penalizzato dal modulo che non prevede ali pure.

Paul-Jose M’Poku, potenziale crack del calcio europeo
M’Poku è stato preso per ricoprire quale ruolo?
L’abbiamo preso per fare quello che avrebbe dovuto fare Ibarbo. Ovvero uno dei due uomini dietro il centravanti nel 4-3-2-1 di Zola. Lui in Belgio ha fatto l’esterno d’attacco e la mezzapunta centrale dietro il centravanti. Giocatore eclettico, ci consente di sostituire Ibarbo probabilmente con qualche gol in più nei piedi.
Quanto è ottimista circa la possibilità di avere Brkic a Cagliari per più di 6 mesi? Cosa ha impedito lo scambio tra Alessio Cragno e Simone Aresti?
Per Brkic, a differenza degli altri giocatori che sono da noi in prestito, non c’è un riscatto fissato. Esiste un gentleman agreement con l’Udinese affinché, qualora decidano di mandarlo in prestito anche l’estate prossima, Cagliari possa essere un’opzione come lo è stata un mese fa. Sarebbe Brkic a dover esprimere il suo parere circa l’esperienza sarda. Sulle operazioni non andate a buon fine, come Cragno-Aresti, non ha senso tornare”.
Tanti discorsi in ballo con la Roma: è plausibile che i giallorossi puntino tutto su Nainggolan e che il Cagliari si ritrovi in mano Astori e Ibarbo dal 1 luglio?
Sono tre operazioni completamente distinte. Su Ibarbo e Astori non si discute: il Cagliari deve aspettare giugno e vedere cosa decide la Roma, che potrà esercitare il diritto di riscatto oppure lasciare che i giocatori tornino in Sardegna. La vicenda Nainggolan ci vedrà protagonisti, ci vede tuttora al centro della trattativa. Penso che troveremo un accordo soddisfacente per tutti.
Siete pronti a vendere cara la pelle?
Espressione esagerata. Siamo di fronte a un grande giocatore, è normale che i valori economici siano alti, nonché opinabili a seconda dei punti di vista. Con la Roma i rapporti sono ottimi, siamo sempre in contatto e ho fiducia per una buona riuscita dell’operazione, facendo tutti contenti.

Modibo Diakitè, ultimo arrivato in casa rossoblù
Torniamo a giorni pre e post-Natale. Oltre al portiere, si sperava nell’arrivo di un attaccante cui affidare la riscossa e un centrale difensivo dotato di leadership. Sfumato Gilardino, per il secondo sono serviti i “tempi supplementari” del calciomercato. Si poteva fare di più?
Secondo noi Cop vale Gilardino: è l’attaccante che serviva, come qualità, voglia di emergere, caratura internazionale. Se non fossimo stati convinti di ciò non l’avremmo preso. L’inserimento di Duje sta avvenendo molto più velocemente del previsto, il gol al Sassuolo ha solo confermato le indicazioni pre-acquisto, e non ha influito sulle scelte di mercato degli ultimi giorni. M’Poku, poi, completa perfettamente il reparto, speriamo faccia molto bene così da convincerci a riscattarlo. A quel punto avremmo un giocatore nostro con cui elaborare le strategie. Diakitè era un obiettivo da mesi, un ottimo acquisto per il Cagliari. E’ chiaro che alla fine parla sempre il campo, quello dirà se abbiamo operato al meglio”.
Con Diakitè torna l’idea di una difesa a tre?
Zola non disdegna questa ipotesi, in Inghilterra la utilizzava spesso. E’ un’opzione su cui lavorare, magari in tempi più tranquilli a livello di classifica.
Domani si gioca Juventus-Milan, due squadre nel passato di Alessandro Matri e Massimiliano Allegri. Si aspettava di rivederli assieme alla Juventus?
Non me l’aspettavo ma dico che a volte i rapporti umani e il feeling tra allenatore e giocatore possono valere più di un valore tecnico assoluto. Alessandro alla Juventus potrà dare tante rispetto a quanto avrebbe potuto fornire altrove. La Juventus ha fatto una grande operazione.
Cagliari al fianco del Selargius, società di Serie D potenzialmente satellite rossoblù. Karel Zeman l’ha chiamata in causa, dubbioso su questa collaborazione. Ci dice la sua sulla situazione problematica a livello finanziario per il club granata e sul ruolo della Cagliari Calcio?
Noi abbiamo cercato di dare una mano al Selargius perché potesse superare il momento difficile. Lo faremo ancora secondo le nostre competenze e possibilità. E’ vero, Karel Zeman mi ha visto poco al campo, anche perché faccio il direttore sportivo del Cagliari, non del Selargius. L’impegno economico e tecnico da parte del Cagliari c’è tutto e lo ribadisco. Manteniamo e manterremo gli impegni presi, non ci siamo mai sbilanciati col Selargius promettendo di sostituirci a loro nella gestione finanziaria, e non mi si può addebitare ciò nella maniera più assoluta. Siamo stati impeccabili nel rispetto degli accordi, ci sono prove tangibili.
Fabio Frongia e Roberto Rubiu
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