… Michele Fini: “Io tra i miei ragazzi di Sorso e la sfida Bologna. Il mio erede a Cagliari? Impossibile”
Michele Fini è pronto per la nuova avventura. Sarà il vice di Diego Lopez sulla panchina del Bologna, per un binomio che poteva formarsi già nella passata stagione. Ora l’uruguaiano, reduce dall’esonero di Cagliari, ha voluto con sé l’ex compagno di squadra. Ma il quarantenne di Sorso è coinvolto anche nel lavoro con i più piccoli, la ‘cantera’ bianco-azzurra del suo paese natale con l’ASD Cantera Sorso. Di questo, ma anche del nuovo Cagliari di Zeman, abbiamo parlato in un’esclusiva realizzata a margine del convegno Come formare giocatori più intelligenti, organizzato da Informareperformare (LEGGI QUI).
“A Sorso è stato ideato un progetto tutto nuovo – dice – con la collaborazione di Marco Asara, un grande professionista che conosce il mondo del calcio. Ci permetterà di partire con idee fresche al servizio dei giovani. Vogliamo cominciare senza improvvisazione, formando giovani allenatori e anche noi stessi, che abbiamo avuto a che fare con il mondo dei ‘grandi’ e ora dobbiamo relazionarci con i più piccoli, che hanno esigenze particolari. Così come sono particolari le competenze richieste a chi lavora nei settori giovanili”.
ESCLUSIVA – MICHELE FINI: “IO CON ZEMAN? SAREBBE STATA DURA”
Considerata l’esperienza che ti accingi ad intraprendere, pensi sia più complicato insegnare le basi ai bambini o dare qualche nozione a giocatori affermati?
“Alla luce di quello che si trova oggi, a livello di attrezzature e materiale, diciamo che i due mondi entrano spesso in contatto, come modalità di lavoro da utilizzare e atteggiamenti da assumere. La vera differenza, forse, è che ai massimi livelli manca la pazienza e quindi dopo un paio di sconfitte sei già in discussione. Con i più piccoli il tempo e il rispetto delle tappe è fondamentale per fare un buon lavoro”.
Anche nel corso per allenatori che hai frequentato nello scorso weekend, si è parlato dell’importanza della formazione sulla strada. Qualcosa che tu e i tuoi coetanei avete avuto e che ai giorni nostri si è perso.
“E infatti, nel nostro progetto tecnico e nei programmi di allenamento stiamo valutando di inserire le sedute libere. Ci piace l’idea che il ragazzo possa esprimere la propria fantasia, la mentalità da campetto. Noi siamo cresciuti senza play station, senza tecnologie all’avanguardia, e passavamo molto tempo in strada. E’ fondamentale passare del tempo in libertà, senza dogmi o dettami precisi”.
In Sardegna un allenatore sulla bocca di tutti è Zdenek Zeman. Avresti voluto essere allenato dal boemo e ne avresti sopportato i carichi di lavoro?
“Ho sentito le parole di Daniele Conti sulla fatica che si fa (nel 1998 stavo per smettere, aveva detto sorridendo il capitano rossoblù ndr). Dico che all’età sua non lo so se ce l’avrei fatta. A parte gli scherzi, sicuramente Daniele ha un’età ormai avanzata e gli allenamenti di Zeman sono di un certo livello. Per quanto mi riguarda, forse fino ai 30 anni avrei resistito (ride ndr). Feci una preparazione stile-Zeman a Salerno con Delio Rossi e fu davvero dura superare quei 20 giorni. Senza dubbio l’arrivo di Zeman stravolge tutto quello che si era abituati a fare a Cagliari, dove credo che ci siano stimoli e obiettivi nuovi. Si punta tantissimo sulla valorizzazione dei ragazzi, del vivaio e non solo, la programmazione deve essere il punto fermo della società Cagliari Calcio. Detto questo, mi auguro che il Cagliari possa mantenere la Serie A che per la Sardegna è fondamentale”.
VIDEO – Michele Fini parla della sua idea di calcio per i giovani e del progetto con la scuola calcio nella sua Sorso (CLICCA QUI)
A Cagliari stanno ancora cercando il sostituto di Michele Fini: mezzala con poca corsa ma piedi e testa sopraffini.
“Ci sono modelli di giocatori e moduli di gioco. Credo che dipenda sempre dal modo in cui si intenda il calcio. Io ero un giocatore adatto a quello che richiedevano Ballardini prima e Allegri dopo, per quanto riguarda il ruolo di mezzala. Ogni allenatore ha la sua idea di calcio e cerca gli elementi che ritiene più opportuni. Non è mai facile trovare un giocatore con le stesse caratteristiche di un altro, lo stesso problema si presenterà quando smetterà Daniele Conti. A quel punto non bisognerà andare a caccia di un regista uguale a lui, ma attingere dal patrimonio tecnico con intelligenza e duttilità”.
Fabio Frongia e Matteo Sechi
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