Il Cagliari cambia rotta? Dal raziocinio al tribunale, per trovare (e accompagnare) la svolta
Mediaticamente è successo meno di quanto non fosse accaduto il giorno prima, ma il martedì del Cagliari – e di tutto ciò che gli sta intorno, sopra e nelle retrovie - è stato forse più importante perché potrebbe aver preparato altri passi verso quella che sembra essere una svolta, se non addirittura un cambio d’epoca. Tutti a seguire le evoluzioni della bomba Julio Cesar, ma è il classico caso dove occorre aspettare sul letto del fiume, non per l’arrivo del cadavere ma di un portiere che rianimerebbe una piazza abbacchiata.
Le vere battaglie si combattono fuori dal rettangolo verde, dove i risultati deprimono. C’è il calciomercato, in cui tutto è bloccato, compresi gli ingaggi solo da ratificare di Adryan e Tabanelli. Lo stallo è legato al momento particolare ed epocale vissuto dalla società. Massimo Cellino, con le parole riportate lunedì mattina da L’Unione Sarda, ha evidenziato una volta di più il tourbillon di pensieri e tormenti, tra voglia d’Inghilterra e stanchezza, problemi giudiziari e una squadra che va rivoluzionata perché stantia.
Mentre da più parti prendono vigore quelle che ancora sono solo brezze richiamanti potenziali acquirenti del Cagliari Calcio, la società decide di sottolineare l’assenza di qualsiasi diatriba con il Comune di Cagliari, liberando l’amministrazione di Massimo Zedda dalla colpa di aver bloccato i lavori al Sant’Elia. Una mossa a sorpresa, alla luce della litigiosità espressa anche recentemente da viale la Playa (ricordate il sollecito via mail? E l’invito rivolto a via Roma affinché si presentasse un progetto?).
Il significato del gesto ufficiale – una notizia, vista l’allergia rossoblù ad evitare dubbi e indiscrezioni maligne – appare chiaro: il Cagliari, prima del suo presidente, ha capito che la priorità è quella di ampliare la capienza del Sant’Elia, perché il campo potrebbe non scherzare: Conti e soci rischiano eccome. Per questo, nonostante il 9 gennaio ci fosse un clima tutt’altro che conciliante e tendente al muro contro muro, ecco che tredici giorni dopo dall’udienza promossa dalla Clarin (per ottenere il pagamento del materiale Layher con cui sono state costruite le passerelle da e per le tribune) potrebbe venir fuori qualche sorpresa positiva.
Non è azzardato ipotizzare la ricerca di un accordo, finalizzato a soddisfare la Clarin, chiudere il contenzioso e sbloccare i lavori allo stadio, magari ri-commissionando gli stessi. A quel punto l’agibilità per il settore Distinti e, si spera, per l’edificata Curva Sud sarebbe ad un passo, così da poter pensare al rush salvezza.
Fabio Frongia
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