Martini: “A Sassari sarà durissima come sempre, ma già con l’Alessandria la linea verde ha funzionato”
I tifosi con più memoria lo ricorderanno certamente con le maglie di Vis Pesaro e Frosinone negli anni della C1 di Leonardi, D’Adderio e Cuccureddu anche se (o specie perché) Marco Martini contro la Torres non ha mai conosciuto la gioia dei tre punti. Ma mentre la Torres iniziava la sua rovinosa parabola discendente, l’attaccante romagnolo iniziava a far parlare di sé conquistando a suon di grandi prestazioni anche la Serie B dove si è ben distinto con le maglie di Pescara e Crotone. Attaccante ficcante e imprendibile se in giornata, Martini ha realizzato 81 reti in carriera, ed è arrivato a Cuneo lo scorso anno dopo aver vestito le maglie di due nobili decadute del calcio piemontese come Alessandria e Pro Vercelli. Con una retrocessione alle spalle, oggi Martini è chiamato a svolgere il non semplice ruolo di chioccia in una rosa che si presenta tra le più giovani del campionato. Intanto, però, proprio ieri sono arrivate le prime incoraggianti risposte sul campo. Il Cuneo, pareggiando contro l’Alessandria, ha vinto il proprio girone di Coppa Italia eliminando i più quotati cugini.
Contro ogni pronostico il Cuneo ha eliminato l’Alessandria, da tutti inserita nel lotto delle favorite del gruppo A. Com’è andata?
Ad Alessandria abbiamo condotto dall’inizio alla fine la partita, tant’è che il gol l’abbiamo subito su un nostro infortunio difensivo abbastanza grottesco (il portiere non ha controllato un retropassaggio del difensore, ndr). Siamo contenti, una prestazione del genere per una squadra giovane come la nostra al cospetto di una corazzata costruita per vincere ci dà molta fiducia in vista di un campionato che si preannuncia durissimo. La società ha deciso di utilizzare la regola dell’età media, quindi puntiamo a salvarci con la linea verde e ci sono tutte le condizioni perché questo succeda”.
La coperta è però forse ancora troppo corta e in generale la squadra è stata infarcita di tantissimi giovani.
E’ vero, al momento non abbiamo una rosa molto ampia, per questo il mister non sembra propenso né in grado di poter fare troppo turn over. In ritiro sembrava di giocare in una squadra Primavera, i “vecchietti”, me compreso, sono solo quattro.
Che ricordo hai delle sfide giocate a Sassari?
A Sassari c’è davvero un bell’ambiente, ricordo bene le sfide contro gente come Langella, Udassi, Sanna. Un clima infuocato anche perché la squadra viveva un momento storico molto felice. Sfiorarono la Serie B e l’avrebbero meritata per la passione dimostrata.
E la Torres di oggi ti impressiona?
Questa Torres è una squadra esperta, con tanti giocatori di categoria, e quindi sicuramente candidata a rimanere nella prossima LegaPro unificata. L’entusiasmo e la fame di calcio saranno altissimi a Sassari. Un problema in più per noi.
Ieri ha superato l’Aprilia rimontando lo svantaggio iniziale, ma non ha destato una grande impressione a livello di gioco.
La Coppa Italia lascia il tempo che trova, si provano schemi, moduli e uomini che magari verranno accantonati durante la stagione, quando i tre punti peseranno molto di più. Per questo non darei troppa importanza alla sfida di ieri contro l’Aprilia.
Si giocherà al 100%, lo sciopero è stato ufficialmente revocato.
Credo che i calciatori siano l’anello debole di questa vicenda. Sempre gli ultimi a sapere, con tutto ciò che questo comporta a livello organizzativo e sportivo. Non si può arrivare a tre giorni dall’inizio del campionato e pensare di poter far saltare la giornata. Penso che Albertini e Tommasi abbiano tentato più che altro di far slittare simbolicamente gli inizi delle partite rispetto all’orario stabilito.
Una norma, quella dell’età media, che appare profondamente sbagliata, che rischia di esaltare e bruciare dopo poco tempo decine di calciatori.
La regola dell’età media è assurda, ormai si punta alla quantità più che alla qualità. Un 18enne gioca due anni e poi si deve trovare un lavoro. A ventisei anni ormai sei vecchio, mentre io a quell’età ebbi la possibilità di arrivare in Serie B. Purtroppo adesso le regole sono queste, anche se ci sarebbe tanto da discutere sulla visione del calcio professionistico che ha uno come Mario Macalli. Speriamo che le cose possano cambiare in fretta e in positivo.