Serie D – La Torres ha tanto da dare, Viterbese occasione giusta

Raucci, ultimo arrivato in casa Torres
Una squadra di morti viventi. Così è stata definita la Viterbese dalla stampa locale, dopo l’ennesimo risultato poco soddisfacente (2-2 casalingo, con beffa, contro la pur forte Albalonga) di una stagione cominciata con le stimmate della corazzata; proprio come nell’annata passata, quando il salto di categoria fu miseramente fallito. I gialloblù laziali arriveranno domenica al “Vanni Sanna” con la voglia di prendere finalmente una buona velocità, guidati da due sardi (l’ex Torres Nuvoli e l’ex Porto Torres Oggiano) e tante altre star (Nohman, Cuffa, Giannone), per punire una Torres che a Muravera non ha raccolto nulla ma ha potuto portare sul bus diverse indicazioni positive.
Certo, dal sintetico di Muravera sono venute fuori anche annotazioni negative, come non ha mancato di dire il tecnico Giuseppe Ferazzoli, ma la formazione sassarese conferma di essere ad un punto tecnico certamente più avanzato di quanto avrebbero consigliato un’estate di passione e incertezze, con conseguente partenza ritardata condita da cartello di lavori in corso. Domenica pomeriggio avevamo chiesto a Ferazzoli del calciomercato e del fatto che la rosa rossoblù sia tra quelle meglio farcite di fuoriquota; “i migliori giovani sono accasati, ma qualcosa faremo”, aveva detto il mister, e infatti in settimana un ’96 (Girardi) e un ’97 (Raucci) sono arrivati a rimpolpare il plotone, che di ’97 contava i soli Gueli e Sassu. Due i “macro aspetti” che andiamo ad analizzare di seguito, dopo lo 0-1 di Muravera e in vista della Viterbese: da una parte la buona quadratura tattica mostrata e la presenza di giocatori che in Serie D possono determinare in positivo, dall’altra la ancora carente coscienza del panorama in cui ci si trova, volenti e nolenti, e tutto ciò che ne consegue.
A Muravera le migliori cose sono arrivate, parlando di singoli, da Demartis e Rasak – bravi a comporre una cerniera tra mediana e trequarti con qualità e quantità -, oltre a Musto che ha mostrato disponibilità al sacrificio e grandi numeri, risultando un po’ sacrificato nel ruolo di centravanti unico. Non ha convinto, ed è probabile che qualcosa cambi in tal senso, l’esclusione dal 1′ di Masala, entrato nella ripresa col piglio più giusto, a riprova delle grandi qualità tecniche e temperamentali del sassarese classe 1996. La Torres vista nel Sarrabus è sembrata un’entità solida e compatta, alla quale è mancato cinismo e concretezza, perché pur presidiando la metà campo avversaria non è mai riuscita a fornire lo spunto giusto negli ultimi 25 metri. “Siamo mancati nel palleggio”, ha detto Ferazzoli dopo il match, e l’assenza di palle gol nitide gli dà ragione. Occorre maggiore spinta laterale da una difesa che nei centrali (leggi Cossentino) appare deficitaria, così come davanti bisognerà ovviare all’assenza (2 giornate) di Scotto, nervoso e fuori ruolo, emblema di quell’ancora latente attitudine alla discesa in quarta serie.
Questa è la Serie D, e qui bisogna lottare. Una frase che ben si incolla sul gruppo rossoblù, che in settimana ha conosciuto la (non) decisione del CONI sul ricorso contro la retrocessione decisa dalla Corte d’Appello. Ammesso che ci sia ancora – dentro o fuori dalla società – qualcuno che si illuda che qualcosa si possa fare dal punto di vista sportivo, risulta abbastanza normale come il CONI (che non lo ha fatto in un primo momento) non possa o potesse andare contro il volere degli altri anelli della catena, FIGC in primis, quando i tornei di Lega Pro e Serie D sono belli che iniziati. Un passo indietro ora non solo avrebbe poco senso – come non ce l’hanno avuto molte decisioni agostane – ma sarebbe anche difficile da capire: cosa potrebbe succedere, ipoteticamente, con una Torres (e Teramo, e Forlì e compagnia cantante) spostata di casella? Si ferma tutto, si riparte daccapo, si allargano gli organici? Ovviamente impossibile, e forse è meglio voltare pagina.
Come detto, se Muravera ha mostrato una squadra viva e che può soltanto migliorare, domenica pomeriggio si è assistito anche a frangenti di nervosismo. Impossibile affermare con certezza quanto di questa poca tranquillità dipenda dal contesto, certamente particolare; sicuro e giusto dire che prima i ragazzi capiranno la strada dove si trovano meglio sarà per l’annata sportiva di un club e una tifoseria che hanno fame di rialzarsi. Ferazzoli, con ogni probabilità, qualcosa cambierà al cospetto della Viterbese, cercando la migliore chimica tra giovani ed “anziani”, puntando a una mole offensiva maggiore per insidiare le scarse certezze di chi a Sassari avrà tutto da perdere.
Fabio Frongia
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