L’avevamo lasciato due anni fa, con la maglia di Avellino indosso e una imponente chioma di dreadlocks a coronare 196 centimetri di talento puro. Ora la testa di Omar Abdul Thomas è completamente rasata, e la casacca che veste porta l’effige dei quattro mori. Ma la classe, c’è da scommetterci, è rimasta sempre la stessa.
Ha voglia di riscatto, il Black Jesus di Philly. I problemi col suo passaporto sloveno l’hanno tenuto forzatamente lontano dall’Italia per due lunghi anni. Ora, però, è arrivato il momento di riprendere da dove aveva lasciato. “Sono felice di essere tornato in Italia” – esordisce O.T. davanti ai microfoni dei giornalisti nella Club House di via Nenni - “mi ricordo di Sassari un pubblico meraviglioso, sono contento di giocare per coach Meo e di vivere un ambiente cosi carico di emozioni e sensazioni. Avevo già riassaporato il clima sassarese l’anno scorso nella pre season con Samara. So che obiettivi ha Sassari, la presenza di Green e Johnson aiuterà, la chimica c’è, potrà essere un fattore importante per poter fare un ulteriore step. Conosco comunque praticamente tutti i miei nuovi compagni, posso giocare da 2, 3 e 4, mi piace fare quel che serve quando serve. Ultimamente ci sono stati dei numeri 3 molti forti, spero di essere io quello giusto magari per vincere qualcosa di importante”.
Il presidente Sardara non nasconde la sua soddisfazione per aver portato in Sardegna una delle ali piccole più ambite del panorama europeo: “Omar Thomas è stato anche nel recente passato per noi uno dei giocatori più tosti mai incontrati. Elemento di alto livello, complimenti al nostro Ds Federico Pasquini che, con merito, ha portato a Sassari un giocatore importante come lui.”