Verso Dinamo-Venezia, Sacchetti: “Torniamo a giocare come sappiamo. Il mio futuro? Decide Sardara”

Postato il 02 mag 2015
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Meo Sacchetti, tecnico della Dinamo Sassari

Meo Sacchetti, tecnico della Dinamo Sassari

Così ha parlato il coach della Dinamo Sassari in vista del prossimo impegno casalingo contro Venezia: ”Questa partita vale due punti come le altre, ma dovrà essere utile per ritrovare un po’ il filo del gioco che abbiamo dimostrato di saper fare, anche quando uscivamo da situazioni difficili. La vittoria può aiutare, poi ci saranno anche i playoff per ritrovare la giusta aggressività mentale”. 

Chiarito con i giocatori? “Con i giocatori abbiamo parlato, ma alla fine ci sono i fatti da dimostrare. Ogni tanto abbiamo questi blackout, e non siamo riusciti a renderli meno pesanti al fine del risultato.“Quando siamo a posto fisicamente riusciamo a sopperire alle nostre lacune. Come tutte le squadre abbiamo pregi e difetti”.

La prossima partita vedrà impegnati contro i due allenatori più anziani della Serie A, entrambi grandi ex giocatori e anche piuttosto simili da allenatori.  ”Non si può fare un paragone con Recalcati, lui ha vinto tanti trofei ed è stato anche nazionale. Forse abbiamo un atteggiamento simile in panchina, poi ognuno prova a portare la propria mentalità. Sono i risultati quelli che ti fanno capire il giusto valore di quello che uno ha fatto”.

Come si affronta tatticamente la partita con Venezia? “Il problema è che a noi ci mancano quei dieci minuti di fuoco nei quali imponevamo questa pallacanestro a tutto campo. Ci mancano questi sprazzi che tramite l’aggressività in difesa ci permettevano di arrivare facili a canestro. Ci manca incisività. Ora non riusciamo ad avere l’aggressività giusta in difesa per arrivare facile a canestra, dobbiamo ritornare a fare quello che abbiamo sempre fatto”. “La nostra ripartenza parte dalla difesa, quindi è logico che le altre squadre mandano meno giocatori a rimbalzo per coprirsi dai nostri contropiedi. Ma una squadra come la nostra non può pensare di fare meno canestri da tre.” 

Il suo futuro? “Il mio futuro è in mano al presidente Sardara, io ho ancora tre anni di contratto, ma se lui decide una cosa può farla.” I playoff sono un altro campionato? “Non si tratta di playoff o non playoff, si tratta solo di tornare a giocare come prima. Sono le nostre caratteristiche e quando abbiamo espresso il meglio abbiamo dimostrato di essere una squadra di un certo livello. La posizione in classifica non è una cosa determinante, preferisco arrivare con qualche punto in meno, ma con una squadra che sta bene fisicamente”. “Ne siamo già usciti una volta da una serie nera di sconfitte, dobbiamo riuscire a farlo di nuovo. Pensavo che dopo la prima crisi fosse semplice uscire dalla seconda. Invece non è stato così, dovremmo avere tanta forza mentale. A Caserta abbiamo fatto un piccolo passo avanti. Con Venezia è un test importante, loro sono forti e sono in salute”.

In conclusione Sacchetti ha tratto il quadro generale della situazione: “A volte non riusciamo a gestire i blackout, e questo è il nostro cruccio. Come allenatore è difficile trovare una persona che riesce a legare tutto. Non abbiamo giocatori che giochino la palla ai venti secondi per poi creare una situazione di gioco. Il nostro stile di gioco è un altro, e dobbiamo solo farlo meglio. La squadra non è abituata ad un gioco lento, non riusciamo a farlo neanche quando siamo in difficoltà per cercare di rimediare qualche fallo. E’ una questione di mentalità“.

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