Dalla catechizzazione all’esplosione: Dinamo Sassari sulle spalle del gigante Lawal

Shane Lawal, decisivo in molti match di questa stagione

Shane Lawal, decisivo in molti match di questa stagione

“Lo scetticismo dei tifosi di Sassari è lo stesso dei dirigenti dell’Astana quando l’anno scorso (estate 2013 ndr) ho proposto il suo acquisto”. Così parlava, lo scorso 29 luglio ai microfoni di SardegnaSport.com, Matteo Boniciolli, l’allenatore triestino (da anni di stanza in Kazakistan) che ha allenato Shane Olaseni Lawal nell’ultima stagione prima del suo approdo alla Dinamo Sassari. Personaggio a tutti gli effetti, dentro e fuori dal campo, il ventottenne pivot nigeriano si è preso in mano la squadra biancoblù proprio quando il momento si faceva estremamente complicato per lui e per tutto il gruppo. 

Shane Lawal, in campo in Eurolega (foto: SardegnaSport.com)

Shane Lawal, in campo in Eurolega (foto: SardegnaSport.com)

Lawal gioca in Europa ormai da diverso tempo - diceva ancora Boniciolli – Credo che lo scetticismo dei tifosi verrà meno già dai primi allenamenti”In realtà Lawal, fino a poche settimane fa, aveva fatto poco per raddrizzare le bocche di tifosi e addetti ai lavori. “Centrone” atletico se ce n’è uno, non aveva mai convinto, per quelle mancanze tecniche troppo di rado compensate dalla continuità nei fondamentali di cui era accreditato e per i quali la Dinamo Sassari l’aveva ingaggiato: rimbalzi offensivi, contropiede e pick and roll, oltre a quegli alley-oop che sarebbero eccezione ovunque, mentre nella ditta sassarese diventano piacevole abitudine (“made in Edgar Sosa” soprattutto).

Uno scatto imperioso, più che una metamorfosi. Lawal è nato più che risorto, lo ha fatto in una serata speciale per la storia della Dinamo Sassari, quella del 5 novembre a Madrid, quando 94 punti biancoblù vennero sovrastati dai 115 di un Real Madrid di pianeta altro rispetto agli isolani. Da lì in poi Shane Lawal si è sempre distinto per essere tra i migliori di serata, risultando ad oggi il migliore assieme a Giacomo Devecchi per quanto riguarda la prima parte di stagione. Si facevano insistenti le voci di “taglio” riguardanti uno tra il nigeriano e Miroslav Todic, che invece fa ancora fatica a uscire dal torpore. Ma dal Palacio de Deportes Stefano Sardara, Meo Sacchetti e soci si sono portati indietro un pivot nuovo. E dire che proprio il presidente aveva avuto modo di catechizzare Lawal, in relazione a qualche atteggiamento un po’ sopra le righe. Confronto franco, in zona via Nenni, così Lawal è tornato a saltare, stoppare, schiacciare e tirar fuori la linguaccia. Giocatore tutto casa e palestra, assicura chi lo conosce bene, l’istrionismo va messo da parte in determinati momenti, gli han spiegato in casa Dinamo.

Lawal nella sua specialità: schiacciata ad altezze vorticose

Lawal nella sua specialità: schiacciata ad altezze vorticose

Non è un azzardo dire che nelle due vittorie scacciacrisi contro Reggio Emilia e Varese sia stato Shane Lawal l’uomo decisivo. Contro gli emiliani balzò agli occhi la prova superlativa di Jerome Dyson, perfetto al tiro, negli assist e pure a rimbalzo, mentre a Masnago i titoli furono tutti per Edgar Sosa e il suo “quarantello” (10/15 da 3 punti). Eppure chi osservò attentamente le fasi calde di quei match ricorderà come la per nulla scontata precisione ai liberi, unita a schiacciate chirurgiche nei momenti topici, rimbalzi e difese di puro agonismo, abbiano eretto Lawal a uomo decisivo, fissando al muro le gemme dei piccoli solisti.

Giganteggia, adesso, Lawal, giocatore umorale che entusiasma, a volte fa arrabbiare, ma raramente tradisce sul piano della lotta. Uno dei pochi (tra i tanti) stranieri ad essersi calato pienamente nell’ambiente biancoblù. Ad oggi è intoccabile, si avvicina allo status di centro perfetto per il basket peculiare promosso dal suo allenatore. Difficilmente imparerà a giocare spalle canestro, a mettere palla per terra – guai se si azzarda di nuovo, avrà detto qualcuno dopo estemporanei tentativi – o a prendersi tiri dalla media, ma la sua presenza in campo si sente eccome, anche perché il nuovo dirimpettaio Cheick Mbdoj non convince. Un aspetto che lascia “tranquillo” Lawal, capace di mettere intensità soprattutto quando non insidiato dalla concorrenza (vedi Cusin), cosa capitatagli per esempio a Verona in Legadue. Sicuramente, continuando così, le parole agostane di Paolo Citrini (assistant coach di Meo Sacchetti) potranno suonare profetiche: “Non dobbiamo collezionare le figurine Panini - disse - dobbiamo prendere giocatori funzionali al nostro roster e soprattutto da incastrare insieme agli altri”. 

Fabio Frongia

 

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