
Daniele Bianchi (Foto: Veronica Barni – sardegnasport.com)
All’andata, in terra veneta, la capolista Real Vicenza ebbe vita facile contro una Torres che andava ripiegandosi sempre più su stessa e che al cospetto delle avversarie appariva spesso e volentieri timorosa e psicologicamente incapace di reggere le pressioni. Finì 2-0 per i biancorossi grazie alla doppietta del temuto Alessandro, che nella circostanza mise in luce tutti i limiti di una retroguardia che oggi, eccezion fatta per capitan Cabeccia, è stata totalmente rifondata e gode di ottima salute. Certo oggi i rapporti di forza sono notevolmente cambiati, pressoché invertiti si potrebbe dire. Nelle dieci gare disputate nel girone di ritorno i rossoblù hanno recuperato alla squadra vicentina la bellezza di 12 punti, portandosi così ad appena 5 lunghezze con un match point a disposizione, il primo dei sette previsti nell’ultima curva della stagione, per compiere balzo e aggancio decisivo alla zona Paradiso.
“All’andata subimmo una sconfitta netta, loro attraversavano uno stato di forma probabilmente migliore di adesso, mentre noi al contrario facevamo fatica a trovarci e a esprimerci. Mi ricordo di una squadra molto aggressiva, concreta e spietata in avanti” dichiara il mediano sassarese Daniele Bianchi, tra i pochi acquisti estivi ad aver mantenuto durante la stagione un rendimento costante e positivo. “Penso che andremo ad incontrare un buon avversario, ma non temo insidie particolari né cali di tensione, non ce ne saranno. Tutti sappiamo cosa ci stiamo giocando, vinciamo questa, le altre tre partite casalinghe e raccogliamo qualche punto in trasferta per prenderci ciò che stiamo dimostrando di meritare“.
A questo impegno cruciale arrivate dopo aver messo tanto fieno in cascina, tuttavia giovedì, nell’amichevole contro il Bosa (CLICCA QUI), la squadra è apparsa imballata e nel complesso meno brillante rispetto alle scorse settimane. “Dipende anche dai carichi di lavoro però. Certo, ci sono stati sicuramente dei giovedì in cui siamo stati più in palla, ma non è un elemento indicativo, perché questa settimana abbiamo comunque lavorato molto bene. Può capitare un momento di appannamento, non è niente di preoccupante. Saremo pronti come sempre“.
Giampaolo Sirigu, affrontato domenica scorsa, ha detto (CLICCA QUI) che la Torres dà l’impressione di essere la tipica squadra che sa quando e come premere sull’acceleratore. Un complimento non da poco, che delinea molto bene l’attuale stato di forma fisico e mentale: trasmettete grande sicurezza e maturità e gli avversari questo lo sentono. “Io penso che sul campo molto si spieghi con la nostra notevole crescita a livello di ritmo, poi certo adesso siamo molto più coscienti e maturi rispetto al girone d’andata. Sicuramente quando vinci e inanelli risultati positivi subentrano tranquillità e ulteriori motivazioni, oltre che il coraggio di sapersi prendere anche dei rischi. E’ cambiata la mentalità, non c’è dubbio. E i nuovi hanno contribuito a darci la scossa giusta“.
Il dato più incoraggiante arriva dall’incredibile spessore della rosa. Chiunque giochi, anche chi sulla carta in questo momento non è in pole position per una maglia da titolare, esegue più che egregiamente il proprio compito e la squadra non risente in alcun modo di assenze e cambiamento d’interpreti. Una risorsa determinante. “Quella che sto per dire può sembrare una frase fatta, ma d’altronde è l’unica possibile per descrivere la realtà: in questo momento, tra chi gioca con più regolarità e chi parte dalla panchina, non si notano differenze perché siamo davvero tutti potenziali titolari, a differenza di quanto invece succedeva nella prima parte della stagione, dove arrivavamo alla domenica contati e quindi meno sereni. Ora siamo nettamente più rilassati, nonostante proprio la maggiore competizione ci obblighi a restare sempre sul pezzo“.
A Bellaria, complice l’assenza di Guerri, sei tornato in campo dal primo minuto. Ottima prestazione, ma scavalcare le gerarchie non è comunque semplice. “Francamente in questo momento non ci penso nemmeno, non contano gli individualismi. Adesso c’è solo la Torres, che viene prima di tutto. Io, Foglia, Capogrosso, Cossentino, Bonvissuto sappiamo benissimo l’importante adesso è centrare la Serie C unica, possibilmente senza passare per i play-off, e siamo sempre pronti nel momento in cui veniamo chiamati in causa. Ripeto, questa è la nostra grande forza“. Questa Torres è la squadra più forte in cui hai giocato in carriera? ”Sì, probabilmente è la più forte, insieme alla Cisco Roma dei vari Di Canio e Borgobello, con la quale però partimmo favoriti per vincere il campionato per poi attestarci su una deludente posizione di centro classifica. La Torres attuale non è di certo inferiore per individualità e in più è nettamente superiore come squadra“.
Aggiungiti anche tu al coro, tutta la città deve sentirsi chiamata in causa: contro il Real Vicenza serve un Vanni Sanna pieno in ogni ordine di posto. “Quella di domenica è una partita fondamentale, e mai come in questo caso vorrei che le parole tornassero a trasmettere il loro significato primario senza che scadano nelle solite di circostanza. E’ una partita realmente fondamentale e io da sassarese so di cosa sono capaci i tifosi torresini. Ci serve il sostegno di tutti per la prima partita di questo nuovo campionato che ci attende al varco. Domenica vorrei vedere il pubblico delle grandi occasioni“.
Matteo Sechi