Cagliari, l’analisi – Perdere dominando è un’aggravante. Arbitro colpevole, ma si guardi in casa propria
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Il Cagliari continua a faticare pesantemente in trasferta, la Sampdoria è cinica quanto basta per avere ragione di una squadra che non riesce a concretizzare una superiorità a tratti molto netta.
Lopez manda in campo Vecino per lo squalificato Dessena, Nenè per l’indisponibile Pinilla ed a sorpresa Cabrera lasciando Cossu in panchina. Mihajlovic non può contare su Maxi Lopez e lancia Okaka titolare in attacco. Nel primo tempo la partita è subito sbloccata dal gol di Gastaldello, sulla solita dormita collettiva della difesa. Durante la prima frazione la gara è comunque equilibrata e tesa, con entrambe le squadre che provano a segnare. Di tutt’altro tenore la ripresa che vede tornare in campo a giocare soltanto il Cagliari. Dall’inizio alla fine è un vero monologo rossoblù, con la Samp impegnata esclusivamente in difesa. Il Cagliari però è totalmente sterile in avanti e non riesce a trovare lo spunto vincente, perdendo la partita.
Una squadra che domina per un tempo in maniera così netta di solito non perde la partita. Ai rossoblù capita invece non di rado. La partita di oggi è esempio della pochezza espressa dal reparto offensivo, con un Sau impreciso ma volenteroso sino alla fine, ed il solito, quasi fastidioso Nenè a girare a vuoto senza rendersi mai pericoloso. In una gara come quella di oggi non ci si può appellare nemmeno alla sfortuna, dato che di occasioni non se ne sono praticamente mai viste. Viene da chiedersi cosa si sperasse di fare attaccando costantemente al centro una squadra schierata con tutti gli uomini a difesa dell’area. Allargare il gioco sarebbe stato sicuramente più proficuo, anche alla luce dei risultati dell’attacco al centro, non proprio esaltanti.
La prestazione difensiva della squadra è da rivedere anch’essa. Il gol subito da palla inattiva è solo l’ultimo di una lunga lista, e vede responsabilità un pò di tutti. La zona non ha funzionato, Astori era lontanissimo da un giocatore pericoloso in queste occasioni come Gastaldello, Avramov non esce su un cross spiovente e piuttosto lento. Si sommano poi a questo i tanti errori in appoggio commessi dai centrali nel primo tempo, quando il pressing degli avversari era ancora alto. Ognuno di questi errori, tutti piuttosto banali, ha prodotto pericoli. Servirebbe una maggiore attenzione in questa fase, che consentirebbe se non altro di limitare pericoli di questo genere.
Cossu per questa squadra è ancora un elemento irrinunciabile. Cabrera oggi non è stato assolutamente in grado di sostituirlo con profitto. Si impegna molto, ma pare lento nel prendere decisioni e manca dello spunto, dell’ultimo passaggio di Andrea. Poco convincente anche la prova di Vecino, chiamato a sostituire un Dessena in gran forma nell’ultimo periodo, e incomprensibilmente tenuto in campo sino alla fine a scapito di un Ekdal decisamente più convinto. Da segnalare invece un discreto impatto di Adryan sulla gara, l’unico in grado di sfornare un assist vero per Sau, che poi tenta un dribbling di troppo e sbaglia.
La gara è stata tesa a livello fisico, con l’arbitro Roca che ha lasciato correre sin troppo su alcuni contrasti. Arbitro non sostenuto dai guardalinee, che specie nel primo tempo hanno commesso errori importanti. Il gol annullato a Sau pare regolare ed anche in altre occasioni sono stati chiamati dei fuorigioco piuttosto dubbi. Questo non deve certo essere considerato come una scusante, visto il tempo avuto dalla squadra per fare qualcosa di buono durante tutta la ripresa. Il Cagliari non è inoltre vittima di errori sistematici come in passato abbiamo visto, per cui oggi bisogna prendersela solo con gli errori commessi e lavorare per evitare che si ripetano in futuro. Le scintille tra capitani nel finale non sono state un bello spettacolo, nervosismo eccessivo e ammonizioni prese senza senso.
Episodi a parte a questa squadra è mancato lo spunto decisivo per portare a casa punti in una gara come questa. Come detto la sfortuna non può essere sempre un alibi, anche perché sarebbe un modo per nascondere i propri limiti. Quello che serve a questa squadra, e Lopez in primis dovrebbe saperlo, è affrontare questi limiti, provare a superarli con soluzioni alternative a quelle sinora utilizzate. Anche perché, sinora, queste soluzioni si sono dimostrate inefficaci.
Pierluigi Aru