Basket in carrozzina – A Porto Torres sbarca l’Eurolega, Falchi: “Puntiamo a vincere”

La formazione del Porto Torres
Venerdì 13 e sabato 14 marzo Porto Torres sarà la capitale europea del basket in carrozzina. Al “PalaMura”, infatti, si disputerà il girone eliminatorio del gruppo B di Euroleague 1, che vedrà in campo, oltre ai padroni di casa del GSD Porto Torres, i tedeschi del RSV Lahn-Dill, i francesi del Club Sportif Meaux Basket Fauteuil, gli israeliani del Beit Halochem Tel Aviv e i veneti del Padova Millennium Basket. A pochi giorni dal via della manifestazione, abbiamo incontrato Bruno Falchi, presidente-giocatore del sodalizio turritano, con cui abbiamo fatto una chiacchierata a tutto tondo sul mondo del basket in carrozzina.
Il Porto Torres è una società al vertice dello sport sardo, ma probabilmente non ha la visibilità mediatica che meriterebbe. Dove si potrebbe agire per rimediare?
“Partiamo sinceri fin dal principio e confessiamo che non si è fatto mai troppo per avere la giusta visibilità mediatica. Come prima cosa bisognerebbe parlarne maggiormente a livello cittadino, in fondo la realtà di Porto Torres, quasi inconsapevolmente, vanta una squadra pluripremiata in Italia e in Europa. Continuando per la via della franchezza, vorrei sottolineare che è il basket in carrozzina a non aver mai avuto la giusta vetrina in Italia. E per questo, se ci si impegnasse un poco, non si avrebbe che una crescita esponenziale, non solo a livello mediatico, ma anche sportivo e nella qualità dei giocatori. Ma un sassolino dalla scarpa vorrei levarmelo: la base della comunicazione sono i giornalisti e le testate giornalistiche, e il più delle volte lo spazio dedicato a questo sport è del tutto insufficiente se non nullo.”
Quali sono le eccellenze del basket in carrozzina italiano?
“Cantù, per esempio, sta facendo delle grandi cose. Hanno una organizzazione eccellente sotto ogni punto di vista, e rappresentano un esempio per tutto il movimento.”
L’evento dell’Eurolega potrebbe dare la giusta luce al basket in carrozzina?
“L’Eurolega darà sicuramente la giusta luce alle nostre capacità e si spera sempre possa essere una vetrina apprezzata e condivisa, ma ritorniamo comunque al punto di partenza: l’Eurolega non deve rimanere l’unica occasione in cui si parla di noi. Non vogliamo che si accendano i riflettori per due giorni all’anno e poi di nuovo il buio per mesi e mesi.”
Nella teoria il Porto Torres è una squadra quasi prettamente inglese, in pratica cosa significa?
“Il Porto Torres è una squadra che al suo interno abbraccia diverse nazioni. Quest’anno abbiamo sei giocatori inglesi e uno svedese che vanno ad aggiungersi alla rosa dei sardi. Avere la possibilità di unire così tante esperienze e realtà differenti non può che lasciare il segno positivo. Permette di venire a conoscenza di diverse realtà sportive e di vita, alcune peggiori e altre migliori della nostra, ed è da questa diversità che il Porto Torres parte per migliorarsi senza sosta.”
Qual è la cultura cestistica del Porto Torres?
“Partiamo con questa qualificazione all’EuroLeague 1 che è una delle manifestazioni più importanti per il basket in carrozzina (se la paragoniamo al calcio è come la Coppa dei Campioni). Poi in passato abbiamo avuto altre importanti qualificazioni alle Coppe Europee (sempre paragonandole al calcio è come se avessimo disputato la Coppa Uefa e la Coppa delle Coppe).”
Qual è, invece, il vostro background europeo?
“Il nostro curriculum continentale è di tutto rispetto: siamo stati campioni d’Europa in Spagna nel 2013 e nel 2014 cu siamo guadagnati la finale, perdendo all’ultimo secondo. Siamo stati inoltre campioni d’Europa nella Coppa Vergauwen nel 2003. Infine dal punto di vista organizzativo è impossibile non nominare i Campionati Europei di basket in carrozzina che si sono disputati nel 2003 a Porto Torres sotto la presidenza di Beniamino Scarpa. Mitica la semifinale giocata dentro il Pala Mura tra Italia e Inghilterra.”
Quali sono i passaggi che portano una squadra a giocare l’EuroLega e a disputarla in casa?
“È la prima volta che questa manifestazione sbarca in Sardegna e dal punto di vista logistico, come nel calcio, la scelta della sede viene fatta attraverso una classifica di merito europea, istituita della Federazione Internazionale. Dal punto di vista della società, ovviamente si arriva a questo punto dopo un forte passato, una fondamentale cultura sportiva societaria e tanta voglia di vincere, ma soprattutto di dimostrare cosa siamo in grado di fare.”
Domanda banale, ma lecita, qual è l’obiettivo che Porto Torres si prefigge in questa manifestazione?
“Ovviamente puntiamo a vincere, sempre! (Sorride, ndr)”
Qual è stato l’andamento della squadra nel campionato di serie A?
“Siamo per il 3° anno consecutivo semifinalisti nel massimo campionato italiano di Serie A e abbiamo dovuto rinunciare al titolo sono davanti ai campioni d’Italia in carica, i ragazzi di Cantù. Inoltre siamo tra le quattro finaliste per la Coppa Italia a Roma (11-12 Aprile 2015).”
Eleonora Secchi
Il roster del Porto Torres:
5 Brown, 6 Edwards, 7 Jimenez, 8 Munn, 9 Falchi, 10 Hidai, 11 Canu, 12 Piu, 13 Sargent, 14 Puggioni, 15 McPhee, 20 Scarpa, 94 Bates
Coach: Antonello Fadda. Società: Sandro Rais (accompagnatore), Manuel Madeddu (team manager), Pala Giampiero (meccanico)
Il calendario:
Venerdi 13 marzo
G.S.D. Porto Torres – Padova Millennium Basket (ore 11.15)
Club Sportif Meaux Basket Fauteuil – RSV Lahn-Dill (ore 13.30)
Padova Millennium Basket – Beit Halochem Tel Aviv (ore 15.45)
RSV Lahn-Dill – G.S.D. Porto Torres (ore 18.00)
Beit Halochem Tel Aviv – Club Sportif Meaux Basket Fauteuil (ore 20.15)
Sabato 14 marzo
RSV Lahn-Dill – Padova Millennium Basket (ore 9.00)
Club Sportif Meaux Basket Fauteuil – G.S.D. Porto Torres (ore 11.15)
Beit Halochem Tel Aviv – RSV Lahn-Dill (ore 13.30)
Padova Millennium Basket – Club Sportif Meaux Basket Fauteuil (ore 15.45)
G.S.D. Porto Torres – Beit Halochem Tel Aviv (ore 18.00)