Dietro Giulini l’ombra del Cremlino…
“Ma chi è? Cosa fa? Ah ha fatto fallire il Bellinzona (sic). Ah non è riuscito a comprare nemmeno la Pro Patria. Ma insomma, dove vuole andare questo? Qui c’è puzza di Cellino: vuoi vedere che sono d’accordo per fare qualcosa di sporco?”. Insomma, nel Golfo degli Angeli galoppa lo scetticismo e ci si continua a scervellare per cercare di capire dove Tommaso Giulini possa trovare i soldi per acquistare e gestire un club di calcio di Serie A. Nella fattispecie il Cagliari. Lui da solo non potrebbe farcela: il popolo (ma non solo) sa, il popolo (ma non solo) sentenzia. E allora il processo alle intenzioni delle malelingue, che già hanno previsto e già sanno tutto, dopo una fulminea semina ha dato presto rigogliosi frutti. Non solo l’odiato imprenditore sanlurese a manovrare la marionetta Giulini, nel ventaglio delle ipotesi rientrano anche teorie da corsi e ricorsi storici: “Dietro l’operazione di acquisto c’è Massimo Moratti, si vuole replicare l’operazione politico-economico-sportiva di mezzo secolo fa, quando Moratti padre, Angelo, foraggiò il Cagliari dello scudetto in cambio di un occhio chiuso qua e un occhio chiuso là sulle porcherie ecologiche della sua Saras”. Boh.
Eppure i savi, non si dimostrano abbastanza attenti. C’è da far notare infatti, e così veniamo incontro a sognatori e complottisti, che nel frattempo la Saras sta cambiando pelle, collare e guinzaglio. L’azienda che più contribuisce al Pil sardo e che controlla la raffineria petrolifera più importante d’Europa, lo scorso anno ha ceduto circa il 20% delle quote azionarie alla Rosneft, colosso di proprietà del Cremlino numero uno nell’estrazione degli idrocarburi. Certo, la famiglia Moratti continua ad avere il controllo della società, ma radiopetrolio martella con insistenza da tempo: presto ci sarà il passaggio di consegne definitivo. I russi, sappiano anche coloro che non si sono accorti del loro arrivo, hanno un grande appetito e dopo Saras, nel loro mirino è finita anche la moribonda americana (ha ha!) Alcoa. Evidentemente la Sardegna gli piace per davvero, tanto da volersela mangiare pezzo per pezzo.
E il “povero” Giulini cosa c’entra con tutto questo? Il rampollo che va in giro per il mondo a chiudere accordi commerciali faraonici con gli arabi (ah, gli arabi!) per la fornitura di alluminio e che vuole mettere le mani sul Cagliari per distruggerlo e per specularci su qualche decina di milioni, avete capito o no chi è e cosa rappresenta? Non dobbiamo dimenticarci infatti che le pagine sportive della stampa isolana da tempo ospitano un intrigo di respiro planetario, ad oggi ancora aperto. Suvvia, bastano pochi e intuitivi collegamenti e tutto diventa più chiaro: Fluorsid e Saras fanno affari insieme e sono società amiche, pertanto Giulini è la testa di ponte ideale per l’ultimo sbarco, quello che mancava prima che la nuova guerra fredda possa finalmente eleggere il suo vincitore. La sua presenza si contorna di arabi, americani e morattiani, accontenta e legittima un po’ tutti, (eccetto cinesi, francesi e sardi, rimasti attardati rispetto ai più performanti front runner). Ma in quanto ultimo arrivato, Giulini si fa soprattutto latore della grande novità che chiude il cerchio e apparecchia la tavola al grande gigante che mancava all’appello nella corsa al bottino che potrebbe mutare le sorti del mondo intero. Possiamo dirlo e allora diciamolo: “I russi vogliono il Cagliari”. Ci sono le prove.
Matteo Sechi