Quattro partite, ovvero 160 minuti ad altissima tensione per cercare di portare a casa la miglior “moneta” possibile in vista dei playoff. Dopo la pausa per l’All Star Game, utile per tirare un po’ il fiato e consentire agli infortunati di rimettersi al passo, la Dinamo si prepara ad affrontare sabato (palla a due alle 18.15) l’Acea Roma, diretta concorrente dei biancoblù per un posto al sole.
Superata la delusione per la sconfitta (ancora non definitiva) del PalaEstra, Sassari può guardare con fiducia all’immediato futuro. Arrivare agli istanti finali della partita con in mano il pallone della vittoria, senza due pezzi da novanta del roster, in casa dei campioni d’Italia in carica, non è impresa da tutti. Ma ora si entra nella fase cruciale della stagione, quella per cui si è lavorato fin dal ritiro agostano in quel di Olbia, e i passi falsi non sono più ammessi.
A meno di quarantotto ore dalla sfida del PalaSerradimigni, facciamo il punto della situazione in casa Banco di Sardegna con il direttore sportivo Federico Pasquini.
Direttore, proviamo a tracciare un bilancio prima del rush finale del campionato.
Direi che il bilancio non può che essere straordinario. Abbiamo vinto la Coppa Italia e abbiamo fatto strada in Eurocup pur affrontando squadre molto forti. Siamo usciti contro Berlino, che poche settimane dopo ha vinto la Coppa di Germania e che si è arresa poi a una formazione del calibro di Valencia. Adesso dobbiamo essere pronti per la parte finale, quella in cui si fa la stagione. La squadra ha fatto vedere spazzi di gioco di altissimo livello e altri momenti di amnesia. Però se il potenziale è quello che abbiamo fatto vedere a Siena, direi che siamo abbastanza pronti.
C’è il rischio, anche inconscio, che la vittoria in Coppa Italia possa aver riempito un pochino la pancia?
No, assolutamente. Lo dimostra la partita fatta contro Bamberg, una settimana dopo la conquista della Coppa. E’ evidente che nel corso dell’anno abbiamo accusato un po’ di stanchezza per via delle tante partite giocate. Siamo secondi solo a Milano per gare disputate in stagione e va detto che le nostre trasferte sono sempre un po’ più faticose rispetto a quelle degli altri. Credo che, tolte alcune partite in cui ci è mancata più l’energia mentale che quella fisica, la squadra abbia fatto in pieno il suo dovere. Ora dovremo cercare di guadagnare la miglior posizione possibile nella griglia dei playoff e presentarci in condizioni fisiche perfette a maggio, quando scatterà la post season e si giocherà ogni due giorni.
Dopo il primo verdetto della commissione giudicante della FIP, fate ancora affidamento sulla possibile ripetizione della partita con la Montepaschi?
Sì, andremo avanti con la nostra battaglia perchè è del tutto evidente che il tabellone ha avuto dei problemi. Inutile girarci intorno, qualsiasi filmato lo testimonia. Vedremo quello che dirà la Corte Federale, ma in ogni caso andremo avanti con grande serenità, qualunque sia il verdetto.
In questa stagione avete collezionato numerose sconfitte contro le dirette concorrenti, spesso per pochissimi punti e al termine di partite comunque ben giocate. Da cosa può dipendere?
E’ una osservazione che ci sta, però potrei portare l’esempio della Coppa Italia, quando abbiamo vinto delle sfide con Milano e Siena giocando per lunghi tratti anche punto a punto. Onestamente penso che ogni partita giocata quest’anno contro le nostre dirette concorrenti abbia avuto dei contenuti tecnici sempre diversi dalle altre, per cui è difficile fare un discorso generale. Contro Siena, all’andata, c’era la situazione legata alla scomparsa di Giovanni Cherchi, a Roma venivamo da una settimana molto particolare, mentre a Cantù ci siamo arresi a una grande squadra dopo una buonissima prestazione. Ogni gara ha la sua storia, ma, ripeto, se siamo quelli visti a Siena io sono tranquillo.
Anche alla luce della sconfitta dell’andata, quella di sabato contro Roma sarà una partita da non sbagliare.
Sì, la Virtus è una squadra che gioca un buon basket ed è molto quadrata, specie dal punto di vista difensivo. Gli infortuni di Moraschini e Jones riducono le loro rotazioni, ma rimangono comunque temibilissimi grazie a elementi come Mayo, Goss, Hosley e Mbakwe. In più c’è lo spauracchio Jimmy Baron, che all’andata fece una gran partita. Roma merita senza dubbio grande rispetto, ma non abbiamo intenzione di sporcare il nostro ruolino di marcia in casa.
C’è qualche singolo dal quale vi aspettate una crescita proprio ora, nella fase cruciale del campionato?
Penso che ognuno, fino a ora, abbia fatto il suo. È importante recuperare bene Devecchi e Gordon, perché sono due giocatori che quando stanno bene sono fondamentali. Il primo ci dà intensità difensiva, mentre il secondo l’atletismo che ha già messo in mostra prima dell’infortunio di Gravelines. Per il resto sono contento dell’apporto di tutti: Marques Green ha dimostrato di cosa è capace quando la palla pesa, Travis è stato l’MVP della Coppa Italia, Drake è l’MVP del campionato, Thomas ha fatto tanto lavoro sporco, Caleb sta facendo cose egregie e la crescita esponenziale di Tessitori è sotto gli occhi di tutti. Non posso che essere soddisfatto e fiducioso per il finale di stagione.
Roberto Rubiu