
Massimo Cellino, futuro ancora a Cagliari?
Verbali dalla Prefettura che parlano di strutture in cemento armato dello stadio Sant’Elia pericolanti? Niente di vero. Almeno stando a quanto filtra da Piazza Palazzo, dove si assicura l’inesistenza di documenti certificanti quell’estremo degrado del vecchio Sant’Elia da certuni asserito. Una tesi sostenuta già da tempo, e di cui vi avevamo dato conto un mese fa (LEGGI QUI), in merito ai rilievi del Genio Civile. Si lavora per aprire lo stadio prima della fine del campionato, e sul fatto che sia un’impresa ormai vi sono pochi dubbi. Le lungaggini stanno fiaccando un po’ tutti, giugno è uno spauracchio, anche se l’allarmismo circa fantomatiche esclusioni del club dalla Serie A (sempre che la mantenga sul campo) è francamente eccessivo.
Il piatto rossoblù è comunque molto ricco, e le portate continuano ad essere diverse, piene di risvolti e possibili scenari, umori e dubbi. Non contribuisce a fare chiarezza il Cagliari Calcio, silente e privo di strategia comunicativa. La società si è mossa solo per rispondere ad uno degli strali lanciati dal consigliere Farris, ma per il resto tutto tace. Cosa ne pensa della figura di Luca Silvestrone? E delle parole di Massimo Zedda in Consiglio Comunale? Senza dimenticare la vicenda Clarin: a fine giugno il giudizio sulla proprietà dei materiali Layher, mentre si attende a breve il verdetto sulla riammissione dell’impresa laziale nel cantiere. In questo senso, una presa di posizione con annessa spiegazione generale da parte del Cagliari Calcio aiuterebbe a trovare un pezzo in più del puzzle. E sarebbe quanto meno moralmente dovuta.
Nel frattempo c’è il Verona. Della serie “meglio pensare al calcio giocato”, ma le parole del Questore di Cagliari Filippo Dispenza attivano il collegamento a tutta quella varietà di temi snocciolati qui e in questi giorni roventi. E’ decisamente sorprendente che un’istituzione di questo tipo chiami in causa così direttamente, ed è singolare come i possibili problemi di ordine pubblico dovuti all’arrivo dei tifosi veronesi vengano attribuiti al non aver risolto la questione stadio. Qual è il nesso? Come reagiranno Comune di Cagliari e Cagliari Calcio? Se da via Roma si rivendica l’aver concluso per tempo i lavori di propria competenza, confidando di accorciare i tempi nelle varie commissioni che dovranno decidere sull’apertura, da viale la Playa tutto tace, come sempre. Nessun comunicato, nessuna risposta dal presidente e i suoi collaboratori contattati, nessuno che si prodighi per difendere quantomeno il proprio fortino.
Tornando alle novelle più succulente, sono quindi quattro, a voler fare il gioco delle ipotesi, i possibili scenari che attualmente si nascondono dietro le segretissime operazioni e le gli occulti movimenti che stanno preparando il terreno per il futuro del Cagliari. Ci potrebbe essere realmente un gruppo americano rappresentato da Luca Silvestrone, che pianterà la propria bandiera a stelle strisce sul Golfo degli Angeli riversando di verdoni sonanti la Città Bianca e rianimando e foraggiando una società e una squadra calcistica ridotta oggi ai minimi termini. Così come aleggia ben visibile lo spettro di un “Sulmona bis” attorno a un progetto che si annuncia, ed effettivamente è, spettacolare e avveniristico, ma che potrebbe non aver aver alle spalle la benché minima copertura finanziaria.
Detto delle ipotesi “forestiere”, restano da processare quelle più “locali”. A tal proposito, chi si sente di escludere che dietro tutte queste manovre non ci sia un volto ben più conosciuto? E allora è da catalogare sotto le assurdità un Cellino che si celi dietro un’operazione italoamericana reale o piuttosto un Cellino che, riservatamente, da lontano assista con interesse all’azione in avanscoperta di terzi per comprendere e valutare le reazioni dell’Amministrazione in materia di nuovo stadio?
Queste, non altre, le soluzioni passibili di divenire concretezza. Restano troppe, e probabilmente poco aiutano a fare chiarezza, ma è singolare come tutte dipendano da una questione basilare a cui nessuno, tra Silvestrone, Comune e Società, per apparenti ragioni di opportunità (basta come garanzia il fatto che chi mette i capitali non voglia farsi pubblicità?), sin qui si è premurato di dare risposta: qual è il nome del gruppo interessato a investire 180 milioni a Cagliari e nel Cagliari?
Di certo c’è che tra questione stadio, scadenze incombenti, cessione della società e squadra con l’acqua alla gola, la congiuntura storica della squadra calcistica più importante dell’isola diviene sempre più critica e disperata. Tante carte in tavola, ma chi sa, e questa posizione è divenuta ormai insostenibile, non vuole svelare se il mazzo è truccato o meno. Ed è anche per questo motivo che, tra il serio e il faceto, si comincia a sussurrare che, in caso di vittoria contro il Verona, qualcuno potrebbe, tra lo stupore generale, titolare a caratteri cubitali: “Cellino: ‘Non vendo più’”.
Fabio Frongia e Matteo Sechi