Ciclone Martino: “La Torres deve tutto a Nucifora. Il futuro? Un solo presidente…”
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Antonio Martino, possiede il 40% delle quote societarie ed è di fatto il co-presidente della Torres
“Allora, cosa si dice a Sassari?“. Esordisce in questo modo, a metà tra il serio e lo scherzoso, Antonio Martino, proprietario del 40% delle quote societarie della Torres. In realtà, però, il co-presidente rossoblù, benché gli impegni di lavoro lo tengano lontano dalla città, è perfettamente al corrente di quanto accada e si dica in Sardegna. E se decide di parlare, è perché qualche dichiarazione, rilasciata ieri, come prevedibile, non è stata gradita. “Voglio spendere poche parole per ringraziare di cuore il direttore Nucifora, se qualcuno ha un merito per la risalita della Torres questa persona è lui. Ha saputo creare le condizioni perché questo avvenisse grazie alle sue capacità manageriali, alla sua esperienza, alla sua estrema professionalità. Non immaginate quanto sia stato difficile, da quando sono arrivato alla Torres, convincere gli altri soci che sarebbe stato di vitale importanza ingaggiare un direttore tecnico di livello, perché non si compra a caso, nel calcio non si può improvvisare, altrimenti si combinano i pasticci e i disastri, come quelli del mercato estivo“.
Insomma presidente, sembra di capire che le parole spese da Filippo Salaris nella conferenza stampa di ieri pomeriggio per motivare l’assenza dell’avvocato, lei non le abbia proprio digerite. “Guardi, tenderei a sorvolare sui contenuti anche perché i diretti interessati sanno come stanno i fatti, ma, chiosando Renzi, mi permetto di dire una semplice cosa: ‘Salaris chi?’. Al di là delle motivazioni addotte, infatti, ciò che non accetto è che a pronunciarle sia una persona che non ne ha il diritto. Per intenderci, Capitani lo rispetto e può dire ciò che vuole, in virtù del fatto che sinora ha messo gli stessi soldi che ho messo io, altre persone no“.
Però a questo punto la frattura societaria sembra insanabile, così non si può andare avanti. “No, così non si può andare avanti, io e Domenico abbiamo caratteri, idee e modi di fare troppo diversi per poter gestire insieme una società di calcio. Per me si deve lavorare con competenza e programmazione, in questo Nucifora, mio uomo, è stata la risposta che ho trovato ai mali della Torres. E posso dire, orgogliosamente, che si trattava della risposta giusta. Il calcio va gestito da persone che ne capiscono. Ci incontriamo, facciamo vertici e riunioni, troviamo intese di massima, ma poi non si concretizza niente. Ribadisco, per me c’è una Torres senza Salaris e Patalano, con Nucifora e con una gestione seria e organizzata della società: un presidente che fa il presidente e che non interferisce con il lavoro dei propri uomini. Rimpiango solo di non essere potuto rimanere vicino alla squadra come avrei voluto, ma a partire dalle prossime settimane garantisco che sarò presente in prima persona“.
Si avvicina la resa dei conti, dunque, tra due contendenti che non sembrano intenzionati a mollare di un centimetro: chi, tra Martino e Capitani, si prenderà questa Torres? “Io farò di tutto per far prevalere la mia linea e il mio progetto, ma adesso è tutto molto incerto. Spero però vivamente che in un frangente così delicato, a governare la situazione sia l’intelligenza, perché il futuro della Torres dipende dai risultati nell’immediato. Poi, che alla fine del campionato la società avrà un proprietario unico non lo dico io, ma lo impongono le divergenze e le abitudini di cui ho parlato“. Patalano, nonostante proclami e indiscrezioni di accordi raggiunti al fine di rivederne la posizione, rimane dunque al suo posto? “Se Capitani resta sì, se fa un passo indietro no“.
Matteo Sechi