Torres, capitan Cabeccia: “Rischiato di andar via, ma non poteva finire così. Nucifora valore aggiunto”

Marco Cabeccia (foto: Veronica Barni – sardegnasport.com)
La valigia era lì, pronta per essere chiusa a ridosso dell’anno nuovo, poi tanti pensieri e chiacchiere con la dirigenza, l’idea che lasciare dopo neanche una stagione e con una bagaglio amarissimo non fosse il miglior modo per chiudere l’esperienza alla Torres. Marco Cabeccia è ancora il capitano rossoblù, e in un mese abbondante lo scenario si è ribaltato. Da rappresentante gravato di oneri durante la crisi, a elemento che ha trovato l’aiuto dei nuovi acquisti per rendere granitici difesa e gruppo sassarese.
Domenica arriva la Spal. All’andata fu illusione e poi sofferenza per un pareggio che soddisfò. Si affrontano due squadre in forma, che partita ti aspetti?
Sarà una partita difficile, conosco molti dei giocatori che affronteremo domenica. Alcuni non ci saranno (gli attaccanti Cozzolino, a segno all’andata, e Varricchio, ndr) ma cambia poco per noi. Oltretutto ho giocato a Ferrara e conosco l’aria che si respira. La Spal, così come la Torres, è sicuramente una grande squadra, una società gloriosa che ha fame di grande calcio.
Da ex, senti un’emozione particolare nel incrociare i ferraresi?
Ho affrontato la Spal da avversario sia all’andata con la maglia della Torres che negli scontri con la Reggiana, mi sono abituato (ride ndr). Mi fa sempre piacere affrontare, a certi livelli, una squadra nella quale mi son trovato molto bene. Mi è dispiaciuto molto vederla retrocedere in serie D. Riguardo alla partita ci potrà essere un po’ di emozione all’inizio ma dopo il fischio dell’arbitro sarà tutto come sempre.
La Torres è partita a spron battuto in questo 2014. Cosa è cambiato rispetto all’inizio della stagione?
Partiamo da cosa non è cambiato: l’impegno. Quello c’è sempre stato fin dall’inizio da parte di tutti. Purtroppo all’inizio avevamo, tra le altre cose, delle carenze nell’organico. E’ chiaro poi che abbiamo patito la partenza frettolosa e un po’ di mancata organizzazione. Non conoscevamo la sede del ritiro, prendevamo le borse e andavamo ad allenarci sperando nella disponibilità del campo. Non ho mai cercato scuse ma questi son fattori che, a livello professionistico, influiscono non poco.
Sembrate molto più in palla dal punto di vista fisico.
Sicuramente. Il ritardo iniziale non ci ha consentito di essere brillanti fin da subito ma abbiamo lavorato per recuperare, anche a Natale e Capodanno, e arrivare in condizioni ottimali alla partita di Cuneo; fortunatamente i risultati si vedono.
Hai citato la partita di Cuneo. L’avvocato Nucifora l’aveva definita, nella conferenza stampa della sua presentazione, come l’inizio di un nuovo campionato da vincere o comunque da chiudere nelle prime tre posizioni. Oltre a una grossa mano nel mercato di gennaio, cosa vi ha portato il responsabile dell’area tecnica?
Sicuramente è arrivato a Sassari una figura d’impatto. E’ un uomo di calcio che ne ha viste di tutti i colori; una persona che si fa ascoltare e si ascolta volentieri. Si è presentato dicendo che bisognava vincere tutte le partite, alzando quindi l’asticella e pretendendo il massimo da tutti. Non era facile dirlo nella situazione in cui ci trovavamo ma i risultati gli stanno dando ragione. Oltre a tanti ottimi giocatori, arrivati in questa sessione di mercato, ha portato la mentalità giusta ostentando una sicurezza che, vista nella maniera sbagliata, può essere scambiata con eccessiva spavalderia.
Parlando di Nucifora, come detto, non si può non parlare di mercato. C’è stata qualche concreta possibilità di andar via?
Qualcuno mi ha cercato (era vicino al Savona ndr); ho parlato con la società e, tutti assieme, abbiamo deciso di continuare quest’avventura nella speranza di poter fare quel miracolo che vogliamo fortemente realizzare. Sono di Sassari, sono il capitano, non poteva finire così.
Qualcuno in città inizia ad augurarsi, scaramanticamente, che Martino e Capitani abbiamo delle divergenze ogni settimana visti i risultati. All’interno dello spogliatoio, come vivete questa querelle?
Io ho parlato, prima e dopo le partite, con i due presidenti e con l’avvocato Nucifora che mi hanno sempre rassicurato. Va tutto bene. Noi giocatori dobbiamo pensare solo al campo e quest’inizio di 2014 testimonia che lo stiamo facendo nel migliore dei modi.
Cosa si prova a fare il capitano “in casa”?
Conosco molto bene l’ambiente, ho fatto tutte le giovanili nella Torres ed esserne, oggi, il capitano penso sia una cosa bellissima per un ragazzo sassarese. Questa fascia amplifica le emozioni, tant’è che all’inizio ho sofferto più degli altri quando le cose non andavano bene mentre adesso, nonostante l’obbiettivo sia ancora ben distante dall’essere raggiunto, sono molto contento. Non voglio essere il capitano che retrocede con la Torres, voglio gioire insieme a tutti i tifosi dopo la partita con il Mantova (ultima giornata di campionato, ndr).
In bocca al lupo per domenica e per il prosieguo del campionato.
Crepi.
Mauro Garau