Verso Virtus Bologna-Dinamo Sassari – Parlano i protagonisti, Sacchetti: “Meno minuti, più intensità”. Bechi e Villalta: “Non partiamo battuti”

Meo Sacchetti (foto: dinamobasket.com)
Campionato ormai alle porte, conto alla rovescia che sta per finire e si parte subito con una trasferta che alla Dinamo Sassari evoca ricordi stupendi. In casa della Virtus Bologna, infatti, arrivò una bella vittoria nella prima stagione in Serie A (2010-2011), poi nei playoff 2012 il 3-0 nei quarti di finale suggellato dalla tripla di capitan Vanuzzo sulla sirena. Materiale d’archivio, perché parte una nuova avventura in cui i sassaresi hanno alzato l’asticella e non possono più nascondersi.
Lo sa bene Meo Sacchetti, che in conferenza stampa si presenta con la barba incolta: “Ho un’irritazione al collo, la faccio domani, in futuro magari la terrò così”, risponde arcigno e pronto alla battuta come sempre. “Emozionato? Sicuramente l’inizio di una stagione è sempre stimolante, aldilà della categoria in cui si gioca o degli obiettivi. Iniziamo a fare sul serio, dopo amichevoli che hanno valore relativo. Iniziamo a parlare di fattore campo, di falli, e vedremo di che pasta siamo fatti”. Dinamo work in progress, si riparte dalla certezze fisiche e tecniche: “Ci sono elementi che devono migliorare la condizione, tutti siamo un po’ indietro. Dobbiamo cominciare a conoscerci meglio, capire le nostre caratteristiche e lavorare per il salto di qualità, serve maggiore intensità. Spero che i ragazzi recepiscano questo dettame, tutti, dal primo all’ultimo che verrà chiamato in causa”. Quintetto base che, per i biancoblù, sarà meno scontato: “Proveremo a cambiare qualcosa, qualche giocatore importante partendo dalla panchina potrebbe avere un impatto ancor più fragoroso”.
Ci si chiede se la Dinamo potrà essere competitiva nei playoff: “Io non guardo mai troppo in là, adesso pensiamo a partire bene. Non inizio il campionato pensando alla gestione, abbiamo due mesi pieni di impegni, con partite ogni tre giorni. Con un roster più ampio qualcosa cambierà, vedremo di gestire meglio la stagione, ma è inutile fare discorsi troppo a lungo periodo”. Che Bologna si aspetta Meo Sacchetti? “Bologna è sempre Bologna, campo ostico come tutti, non ci sono terreni dove si può andare sicuri di vincere. Cambiano società e molti giocatori, anche per loro è l’esordio e quindi ci sarà entusiasmo. Noi dobbiamo cercare di avere la testa giusta e l’impatto deve essere diverso da quello visto in estate. Ho bisogno di capire che i ragazzi sanno cosa voglio e cosa vuole la società”. Deluso dalla preseason? “No, non la considero mai più di tanto. Abbiamo lavorato più dal punto di vista umano che da quello tecnico tattico, che adesso va approfondito”.
Nessuna paura di distrazione a causa dell’impegno europeo contro l’Oldenburg (“ci penseremo da domenica sera”) e disponibilità, da parte del coach, di stilare la griglia di partenza: “Le migliori quattro? Milano, Siena, Sassari e Avellino”, risponde senza dubbi, facendo leva su una Dinamo che potrebbe davvero difendere di più: “Quest’anno gente come Travis e Drake avrà meno minuti, allora imparerà a gestirsi e dare tutto sui due lati del campo. Per questo, dal punto di vista dell’intensità, potremmo trarre giovamento dall’ampiezza del roster a disposizione. Spero che i ragazzi abbiano capito che giocando meno, rinunciando a qualcosa, si potrà migliorare a livello di squadra”.
In casa Virtus domina lo scetticismo verso un roster completamente nuovo, che ha salutato Peppe Poeta e Angelo Gigli e ha affidato la fascia da capitano a Matteo Imbrò, classe 1994 di belle speranze nel ruolo di playmaker. Squadra fisica che in estate non ha brillato, con tanti americani frizzanti e la voglia di riscattare l’ultima, tragica stagione. Era stato proprio Imbrò a parlare mercoledì, ribadendo come la squadra sia avvezza alla corsa, al tiro rapido, alla stregua della Dinamo. “Non sono cambiato con i gradi di capitano – ha detto Imbrò – la vittoria dell’Europeo Under-20 mi ha insegnato che anche se non si è ritenuti favoriti si possono ottenere grandi risultati, ci stiamo conoscendo e già da domenica vogliamo dare risposte ai nostri tifosi”.
Ha parlato molto, come sempre da quando è tornato in Virtus, quel Renato Villalta che da bandiera si è trasformato in presidente. Parole sempre pesanti, quelle di Villalta, che ha inaugurato una strategia comunicativa totalmente diversa da quella scorbutica della gestione Sabatini. “Obiettivo sono i playoff e la Final Eight di Coppa Italia – ha detto – ci sono 4-5 squadre davanti a noi, iniziamo subito col botto contro 3 squadre di prima fascia nelle prime 5 giornate. Non dobbiamo mettere pressione ai giovani, abbiamo un progetto triennale, ripartiamo quasi da zero. Sassari? Avversario forte, sono la reale alternativa a Milano ma non partiamo battuti. Sarà importante uscire dal campo dopo aver dato il massimo, più che il risultato”.
Oggi, come a Sassari, ha parlato il tecnico. Luca Bechi ha incassato la conferma subito dopo la fine dello scorso campionato, che lui aveva traghettato in porto ottenendo quel paio di vittorie utili per evitare la retrocessione. “Il club è esemplare – ha detto il coach livornese – Punto sulla qualità del lavoro, sino ad oggi molto intenso. In Italia ho spesso allenato per la salvezza, in Ucraina per il titolo, ma il metodo non cambia. E’ fondamentale che ci sia l’entusiasmo nei nostri ragazzi. Gaddefors, con 21 anni, è quello con più presenze in A, è finito il ciclo dei Poeta e dei Gigli. Milano, Sassari e Venezia hanno qualcosa in più delle altre, il campionato italiano è il più incerto, anche se non più di livello eccelso come anni fa. Vogliamo cercare di stare con i migliori. Basket City? I tempi sono cambiati, noi cerchiamo di fare il massimo per far tornare l’epoca d’oro. Sicuramente il fatto che la Fortitudo sia tornata a muovere tanta gente fungerà da stimolo anche per la Virtus, non c’è niente di meglio della concorrenza per crescere”, ha concluso Luca Bechi.