Torres, Luigi Scotto: “Chi è Piraino? Dove vogliono andare?”

Luigi Scotto in maglia Torres
Un altro weekend di passione per la Torres. Stavolta, finita amaramente la stagione 2015/2016, sono strascichi polemici sulla gestione societaria a minare il già ammaccato pianeta rossoblù sassarese. A togliersi i sassolini dalle scarpette e provare a capire cosa stia succedendo in questi giorni a Sassari, dopo Marco Sanna e Giacomo Demartis, è Luigi Scotto.
Sabato l’annuncio di Guglielmo Bacci come nuovo allenatore al posto di Marco Sanna. A seguire, su SardegnaSport.com, il tecnico si mostra infastidito per il trattamento nonché sorpreso dalla notizia, ma non è finita. Domenica arriva l’accusa del club, con un comunicato piccato e diretto contro Sanna, Demartis e Scotto, i volti simbolo dell’ultima, tribolata annata. L’accusa della Torres è chiara: facevano ancora combutta con l’ex presidente Domenico Capitani e da settimane trattavano con la Nuorese.
Dopo Demartis, parla anche Scotto. “Vorrei capire anche io cosa sta succedendo – afferma l’ex attaccante di Savona e Alessandria -, ci sono stati questi attacchi che, secondo me, non ci meritiamo per quanto abbiamo fatto. A campionato finito mi aspettavo che qualsiasi decisione venisse presa ci fosse comunicata diversamente: un incontro, una chiacchierata. Invece non so neanche chi sia Piraino, è un estraneo, prima di nominare qualsiasi componente del gruppo che ha affrontato questa stagione avrebbe dovuto pensarci due volte”.
La piazza è in subbuglio: “I tifosi non sono con Luigi Scotto in sé, sono con la squadra che ha affrontato l’ultimo campionato. Tutti i ragazzi stavano aspettando prima di valutare altre offerte, perché volevano continuare qui. Abbiamo creato qualcosa che andava al di là del calcio, e tanti avevano il piacere di vestire ancora questa maglia. Le uscite di Piraino sono fuori luogo, non so cosa volesse dimostrare. Non so cosa pensare, probabilmente aveva intenzione di non riconfermare qualche elemento e voleva trovare un pretesto, ma avrebbe dovuto incontrarci una volta concluso il campionato. Non so come si gestiscono queste situazioni, ma sicuramente non in questo modo”.
La questione calda, aperta da Sanna e confermata da Demartis, è quella degli stipendi in arretrato. “Ognuno cura i propri interessi, a noi spettano gli stipendi e ci hanno detto che dovevamo parlare con il (ormai ex, ndr) presidente Domenico Capitani. A occuparci di questa faccenda, a nome della squadra, eravamo io e Giacomo (Demartis, ndr) in quanto vice e capitano. Perciò ci siamo confrontati con lui, ma mi sembra una cosa più che normale tra presidente e giocatori, e sinceramente non sarei neanche dovuto arrivare a rispondere a queste dichiarazioni, ma è giusto che la gente sappia. Noi non abbiamo mai parlato a titolo personale, abbiamo solo fatto gli interessi di un gruppo di ragazzi che vogliono solo ciò che gli spetta. A Giacomo era stato proposto un premio collettivo come stimolo per la finale, e lui aveva risposto che sarebbe stato meglio accordarsi per gli stipendi mancanti. Non avevamo bisogno di un incentivo per giocare, abbiamo sempre dimostrato di farlo non per i soldi. Adesso speriamo di riavere quanto ci spetta secondo gli obblighi contrattuali, possibilmente senza ricorrere alle vie legali“.
Ora tutti sul mercato. “Sì, abbiamo saputo questo, io penso al bene della Torres al di là della mia presenza o meno, so che qui sarebbero rimasti in tanti. Per rimanere alla Torres servono dei buoni presupposti, come una società che la faccia andare avanti, al di là della presenza di Luigi Scotto o Giacomo Demartis. Certo è che con noi non hanno avuto nessuna riconoscenza”.
Dopo un campionato in salita e di rincorsa, l’umore è basso e la voglia di lottare tanta. “Siamo rammaricati – conclude Scotto – perché noi volevamo vincere per sperare anche nel salto di categoria, non ci siamo riusciti ma questo non è un buon motivo perché questa persona parli di poco attaccamento alla maglia. Noi avremmo continuato questa avventura, abbiamo dimostrato la voglia di arrivare in alto, affrontando la Serie D con umiltà e cercando di fare il meglio possibile”.
Le critiche dei tifosi non hanno tardato ad esplodere e rinforzarsi, dopo la levata di scudi contro Piraino e soci al momento dell’ufficialità del cambio al timone. “Non so se riusciranno a tenere in piedi una società gloriosa come la Torres – continua il sassarese – ma questi non sono i giusti presupposti. Non vedo progettualità. Un presidente, quando entra in una società così, deve farlo in punta di piedi. Non saprei dire come si potrà andare avanti“.
Roberta Marongiu