Polverone Torres, parla Giacomo Demartis

Giacomo Demartis

Giacomo Demartis

La Sassari calcistica vive ore di subbuglio. Dopo l’addio a Marco Sanna con conseguenti polemiche, è notizia di ieri l’esclusione dal progetto tecnico della Torres 2016/17 di due pilastri dello spogliatoio rossoblù: Luigi Scotto e Giacomo Demartis. Un comunicato netto, con accuse dirette nei confronti dei due giocatori, che ha generato diverse polemiche intorno al presidente Daniele Piraino. Abbiamo contattato proprio l’ormai ex capitano rossoblù con l’intento di avere la sua versione dei fatti su quello che ormai è un vero e proprio polverone a tinte rossoblù.



A distanza di 24 ore la rabbia è scemata o regna ancora lo sconcerto?

Non mi aspettavo assolutamente quel comunicato. Io sono un uomo di calcio, come Gigi (Scotto ndr) e come il mister, che ha molta più esperienza di noi, e sappiamo benissimo che una società può prendere questo tipo di decisioni, ma non si possono offendere sul piano personale degli uomini che hanno sempre mostrato professionalità, sottostando a situazioni difficili ma mettendoci sempre la faccia. Quest’annata dimostra che abbiamo fatto il massimo per il bene della Torres, nonostante tutto, sempre e comunque. Il fatto che ci venga imputato il poco attaccamento alla maglia da parte di una persona che si è da poco insediata non mi sembra giusto.

Alla luce delle motivazioni espresse dal club, hai capito le intenzioni del presidente?

Sinceramente non lo so, magari volevano giustificarsi ma non mi sembra questo il modo corretto di farlo. Io ho incontrato il signor Piraino qualche giorno fa perché mi aveva comunicato che rientravo nei loro programmi e gli ho chiesto delle garanzie a livello tecnico e progettuale, non discorsi di natura economica, anche perché quest’anno abbiamo sfiorato il nostro obiettivo e da lì pensavo si volesse ripartire. Anche perché ci tengo, ci metto sempre la faccia e mi avrebbe fatto piacere continuare con i giusti presupposti. Lui dopo una stretta di mano – in segno di educazione – voleva che dal giorno dopo io venissi ufficializzato come “nuovo” giocatore della Torres, mentre io volevo ben capire i progetti societari relativi alla squadra. Quindi ho pensato che volesse utilizzare la mia faccia come garanzia.

Alla luce di questo, perciò, come interpreti i progetti societari?

Io voglio il bene della Torres, anche adesso che non faccio più parte del progetto. Anche se non sarò presente, perciò, mi auguro che venga migliorato quanto fatto in questa stagione. C’è da dire, però, che quest’atteggiamento non mi sembra proprio il modo migliore per iniziare. Noi abbiamo raggiunto l’obiettivo di riavvicinare Sassari alla Torres, e sappiamo quanto sia diffidente la città dopo tutto quello che ha dovuto sopportare negli ultimi anni. Ci siamo riusciti perché siamo stati un gruppo forte, consapevole del fatto che ci mancasse qualcosa, ma che ha sempre dato tutto per la maglia. Quindi credo che questo gruppo meritasse la riconferma in blocco, e lo stesso vale per lo staff tecnico che ha svolto un grandissimo lavoro. Smantellare tutto non sempre paga, il calcio di oggi insegna che per raggiungere i risultati c’è bisogno di progettualità.

L nota societaria fa riferimento ad una presunta trattativa tra il vostro ex tecnico e la Nuorese (Ipotesi, peraltro, già smentita dallo stesso presidente verdeazzurro, Artedino).

E questa è un’ulteriore dimostrazione di come ci si stia attaccando a delle falsità. Mister Sanna era molto legato a questo gruppo ed era concentrato con noi sui playoff, quindi escludo che con tutti i casini che avevamo sia andato a trattare col presidente Artedino.

Questione stipendi: Sanna afferma che la società debba pagare ancora quattro mensilità, mentre il presidente afferma che la società è totalmente adempiente.

Nel comunicato si fa riferimento a dei contatti con Capitani, e questa cosa mi sembra lecita dal momento che l’ex presidente deve rispondere di alcune mensilità che ci spettano. Quindi è normale che tra noi intercorra questa relazione lavorativa. A noi, inoltre, ci è sempre stato detto che Capitani sarebbe rimasto presidente almeno sino alla chiusura di questa stagione quindi non vedo dove sia il problema. Anche perché sino ad oggi i rappresentanti della nuova società non si erano mai presentati e forse alcuni di noi neanche li conoscono. Poi, per quanto riguarda il discorso relativo ai premi di cui si parla, ci è stato proposto un premio per la partita contro l’Olbia e io ho risposto che non avevamo bisogno di nessuna carica per la finale playoff perché avremmo giocato in ogni caso al massimo delle nostre possibilità. Da capitano ho chiesto che, anziché premi, ci venisse saldata almeno una mensilità arretrata o ci venissero date delle garanzie in tal senso. Anche perché se ci manca quello che ci spetta trovo poco logico parlare di premi, figurarsi, quindi, fare delle pressioni alla società.

Ti senti di escludere una ricomposizione della frattura?

Mi fa male pensare che la finale contro l’Olbia sia la mia ultima con la maglia della Torres ma, allo stesso tempo, c’è da dire che non accetto simili mancanze di rispetto. Non mi si può imputare il poco attaccamento alla maglia dopo tutto quello che ho provato a dare, posso anche rimanere senza squadra ma senza una valida scusa o giustificazione a quelle parole non posso prendere in considerazione una ricomposizione con la Torres, almeno finché ci saranno queste persone.

Stefano Sulis 




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