Torres, Capitani: “Biglietti gratis, voglio vedere i 4 mila tifosi… A Sassari c’è una lobby, esonero Costantino inevitabile”
Domenico Capitani, presidente della Torres, torna in Sardegna dopo l’esonero di Massimo Costantino. Lo fa per presentare, al fianco di Enzo Nucifora, il nuovo allenatore Vincenzo Cosco. “Noi abbiamo, come sapete – dice Capitani – assunto impegni importanti per tenere la società in Lega Pro, anche se qualcuno non se ne accorge. Noi abbiamo dovuto ricorrere a dei finanziamenti, e purtroppo il mio amico fraterno Filippo Salaris non è più al mio fianco come socio della società, della quale sono rimasto unico socio. Mi dispiace molto, Filippo mi è stato vicino sin da subito nella mia avventura a Sassari. Ognuno ha le sue esigenze imprenditoriali, quindi è giusto che segua prima la propria azienda e poi le questioni di campo. Dovevo dirlo per chiarezza, per rispetto al mio amico e alla mia società”.
Ancora Capitani, che affronta il tema dei siciliani in arrivo (Daniele Piraino e Valerio Majo ndr). “Io vorrei che me li presentaste – dice – è un po’ di tempo che parlo con Piraino, ma si tratta di giocatori, non di partecipazioni azionarie”, dice il presidente, omettendo che nessuno ha mai parlato di partecipazioni azionarie di chicchesia, semplicemente lanciando i nomi dei due personaggi e anzi chiedendosi con qualche funzione arriveranno a Sassari. “In passato qualche suo (di Piraino ndr) giocatore ha fatto parte della Torres, può darsi che avvenga anche in futuro, ma vedremo. Non è detto che debba entrare in tutte le società delle quali vado a vedere le partite il sabato o la domenica al fianco di qualche amico-pazzo presidente che come me guida una realtà calcistica”, afferma parlando della visita a San Benedetto del Tronto.
Il tecnico chiama in causa anche SardegnaSport.com, e lo fa con ironia, ma senza spiegare dove voglia arrivare. “Ci beccano sempre nel modo giusto – dice con tono scarcastico e farneticante – voi siete proprio tifosi della Torres (non si sa perché i giornalisti debbano essere per forza tifosi ndr), dicendo baggianate (non dice però a cosa si riferisca ndr). Chiedo alle altre testate di fare emergere la verità su quello che facciamo, noi ci proviamo a farlo col nostro piccolo sito”.
A proposito dello stato di salute della società e dei contributi regionali tramite Sardegna Promozione: “Siamo ancora legati alla delibera di mesi fa, ma è tutto bloccato. Il contratto di co-marketing non è stato ancora stipulato, né per la Torres maschile né per il femminile, e siamo preoccupati. Le notizie che arrivano sulla Legge 17, che ci interessa per il settore giovanile, non sono buone, dovremmo avere un piccolo rimborso, ridotto di circa il 50% rispetto al previsto inizialmente. Abbiamo tre squadre nazionali, che tutti i weekend svolgono attività sportiva fuori dall’Isola con costi che potete immaginare”.
Tema ineludibile è quello degli incassi dal “Vanni Sanna” e del numero di spettatori. “Domenica abbiamo raccolto 5 mila euro, cifra che non copre neanche la trasferta di campionato, tra ritiro e trasporto. E’ una considerazione che mi amareggia economicamente e progettualmente, perché stiamo provando a ricostruire la Torres e non abbiamo l’appoggio della città. La mia sensazione, da sempre, è quella di una lobby legata a scelte diverse, a sport diversi (chiaro riferimento alla Dinamo Sassari ndr). Il Banco di Sardegna è del territorio, non solo di una realtà. Il Banco del Lazio partecipa a tutti gli sport, non solo al Latina Calcio, come è giusto che sia. Gli sforzi fatti da me e Filippo Salaris sono vani, io sto continuando, e il cambio di allenatore è segno di un futuro a cui crediamo, perché spendiamo altri soldi. Se avessimo in testa altre piazze, più popolose nello stadio rispetto a Sassari, non avremo fatto questa scelta. Avremmo tenuto Costantino, e chi si è visto si è visto. C’è ingratitudine verso di noi”.
“Stiamo pensando a soluzioni di carattere diverso – continua Capitani – che riportino entusiasmo attorno alla Torres. Qui o arriva il magnate russo, cinese che spende tanti soldi e fa come vuole, magari cambiando anche i colori sociali da rossoblù a nocciola, oppure bisogna pensare ad un futuro diverso. La classe imprenditoriale, e ringrazio quelli che si sono impegnati al nostro fianco, ma soprattutto quella politica non sono riusciti a contribuire. Oggi in Italia, come in Europa, si ragiona a livello di forme di partecipazione diversa nelle società di calcio. Io sto pensando a questo, non basta avere la maglia della Torres nella parete dell’ufficio di rappresentanza per essere torresini. Bisogna starci, partecipare, questo significa essere torresini. Qui si vive di ricordi, di passato, ma noi viviamo oggi, e vogliamo fare la storia, non ricordarla”.
Ma a cosa sta pensando realmente la proprietà della Torres? “Una partecipazione diffusa, speriamo di avere presto sviluppi concreti, per avere ciò che la società si merita”, la nebulosa promessa. Sul cambio della guida tecnica: “Lo sfogo di domenica, dopo la partita, non era un esonero. Ognuno di noi vive le situazioni, da vicino o da lontano, in maniera adrenalinica. Una sconfitta in casa è terribile per noi, io divento cupo per tre giorni. Andare in trasferta e perdere è orribile, perché si crea il dramma in pullman, nella realtà che viviamo tutti. Se Nucifora viene qui e riferisce di un presidente incazzato nero (letterale ndr), è perché la cosa è reale, perché non stava bene neanche il pareggio dopo 45′. Sento parlare di mercato, ma stiamo scherzando? Ci sono ancora 18 punti in palio! Avevamo il dubbio che la deriva non si fermasse, mettiamo il punto e passiamo ad un nuovo capitolo”.
“Abbiamo deciso di cambiare allenatore – continua Capitani – ma ci tengo a ribadire il rapporto idilliaco con Massimo Costantino, che ho abbracciato oggi. Non mi fa piacere salutare una persona del genere, ma non posso fermarmi ai simboli, devo pensare al bene della società. La decisione è stata più mia che del direttore, il quale ovviamente dice la sua dall’alto dell’esperienza, per capire come muoverci. La scelta di Cosco è stata fatta con un ragionamento, perché lui ha messo in piedi questa squadra, tranne 2-3 ragazzi che si sono dimostrati dei grandissimi professionisti. Non c’è distinzione tra calciatori scelti da uno o dall’altro, il gruppo si è attenuto alle decisioni della società, si allena con impegno e intensità, e domenica prossima dobbiamo vincere, non ci sono discussioni”.
Arriva il momento delle domande, dopo un lungo monologo. Capitani, non pensa che la Torres abbia bisogno di essere più appetibile, simpatica, anziché lamentarsi? “Voi non sapete l’antefatto, ovvero che quando sono stato invitato a prendere la Torres mi hanno detto che ci sarebbero stati 4-5mila spettatori, quindi dovrei prendermela con chi mi ha convinto a venire qui. Ho sentito parlare di costi troppo alti, e vedremo se è davvero così. Propongo una cosa: la prossima partita in casa si entra gratis, ci saranno 4 mila spettatori? Vedremo, se ci sono un mare di torresini che non hanno 5-10 euro o 25 per venire in tribuna. Sono disponibile a mettere i biglietti gratis, voglio 4 mila spettatori allo stadio, sarei felicissimo. Nella mia mente ci sono i 5-6mila spettatori di San Benedetto, vorrei fosse la stessa cosa a Sassari”.
Secondo Capitani la ragione del poco seguito per la Torres è “quel sistema lobbistico che vige qui a Sassari”. Contano anche i risultati negativi? “Probabile, qualcuno mi parla di appeal, ma nel calcio l’appeal è rappresentato dai risultati. Monza aveva la squadra per vincere, guardate in che situazione sono”, risponde riferendosi al rischio fallimento dei brianzoli. Su Cosco: “E’ un mio pallino, ha un grande rapporto col direttore sin da quest’estate, quando giravano l’Italia in macchina (risate generali ndr)”. Si parla dei problemi personali di Cosco, interviene Nucifora: “Sarebbe dovuto venire in Sardegna con tutta la famiglia, ma la madre della moglie non stava bene e quindi questa non avrebbe potuto seguire il marito. Ora per 6 mesi la situazione è più sostenibile, ecco il motivo. Non è il caso di tornare sul perché ci avesse lasciato a ridosso del campionato. Cosco restituì anche l’acconto che gli diede il presidente”.
Così Nucifora su Costantino: “Persona di altissimo valore morale, ma nel calcio bisogna essere cinici, altrimenti poi non si ottengono i risultati. Quando le cose cominciano a scricchiolare bisogna intervenire. La Torres ha fatto ottimi risultati, 16 punti sono un buon bottino, ma nelle ultime partite c’è stato un crollo, una parabola discendente pericolosa. Quando in casa si realizzano solo 6 gol in 7 partite, subendo tanti gol su calci piazzati, sfruttando pochissimo quelli a nostro favore, vuol dire che qualcosa non va”.
Ancora Nucifora: “Il campionato ci dava dei segnali, con i tanti gol subiti nel finale, rimanendo con un pugno di mosche. Ciò significa che la squadra non sa gestire il risultato, una cosa che si è ripetuta. Occorre e occorreva cambiare. Le classifiche sono fatte da tanti episodi negativi, senza avere nulla contro Costantino, era fondamentale fare delle scelte. Col presidente abbiamo optato per Cosco, scelta estiva, asse portante di un progetto che ha portato a prendere dei giocatori. Quest’estate io e Cosco siamo andati a casa di Pizza, di Maiorino, di Bigazzi, di Barayé, quindi è la squadra di Cosco. Il grosso dei punti l’abbiamo fatto a settembre e nella prima metà di ottobre… Vorrei vedere se giocassimo adesso contro Pro Patria, Arezzo o Novara, faremmo gli stessi punti? Avrei preferito perdere a Pavia e Bassano, pareggiando contro l’Alessandria e battendo Sudtirol. Ci sarebbe stato più rispetto per la piazza di Sassari. Speriamo che la squadra, tornata nelle mani del suo costruttore, ovvero Cosco, reagisca. La vera Torres non è quella da 13 punti in 7 partite, ma nemmeno quella da 3 in 6. La verità sta nel mezzo, e quella mi interessa, perché il nostro obiettivo è la salvezza”.
Nucifora conferma l’obiettivo dei 25-27 punti a fine girone d’andata, in modo tale da accontentarsi di 16-17 punti nel girone di ritorno. “Alessandria, Mantova, Cremonese e queste realtà così hanno gestioni da 4-5 mila euro al mese”. Interviene Capitani: “Cosco ha creduto in noi quando la Torres era in Serie D, a giugno, non quando era in Lega Pro. Un qualcosa di rilevante. Ringrazio anche i ragazzi che accettarono di fare il ritiro con Cosco senza avere il contratto, perché non si poteva fare in quanto eravamo una società di Serie D”.
Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ovvero l’esonero di Costantino? “La sconfitta, e il modo, per l’ennesima volta con un gol all’ultimo secondo. Se avessimo pareggiato o vinto – dicono in coro Capitani e Nucifora – non saremmo qua oggi. Abbiamo chiesto a mister Quarta di rimanere in organico, e ringrazio Cosco per aver accettato. La scelta di allontanare Costantino non è una bocciatura, è fisiologico, la società deve fare il meglio per ottenere risultati. Costantino non ha litigato con Nucifora, quando si dice questo si fa il male del mister”.