Basket Femminile, Marcello Vasapollo: ” Il CUS Cagliari come la Dinamo. Futuro? Potremmo fermarci col basket”
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Marcello Vasapollo
8 aprile 2015. Il Cus Cagliari esce a testa alta dai playoff dopo una grande partita conto la Famila Schio, squadra che sarebbe diventata campione d’Italia della stagione di lì a poco. Qualche mese dopo, l’inferno: la storica società sportiva universitaria si trova in difficoltà e abbandonata dalla regione, rinunciando quindi all’iscrizione alla massima serie nazionale. Si tenta il ripescaggio nell’A2 femminile, campionato a livello nazionale senz’altro meno dispendioso dell’A1, ma la LegaBasket Femminile respinge la richiesta per motivi legati al numero delle squadre partecipanti (18 divise in 2 gironi), di fatto affossando ancora di più una storica realtà del basket nazionale femminile. Lo shock e la delusione in casa Cus Cagliari, sono ancora palpabili come ci ha detto il dirigente Marcello Vasapollo: “ Siamo ancora amareggiati, il Cus Cagliari è una società storica che da oltre 45 anni si trova nel basket nazionale e inoltre abbiamo tantissimi tesserati (tra canoa, atletica, scherma etc.), ma evidentemente alla Regione tutto questo non gliene frega niente. Siamo stati costretti a rinunciare all’A1, quindi vista la nostra storia abbiamo chiesto il ripescaggio in A2: in pratica quello che ha fatto per la prossima stagione la Virtus Roma, che ha rinunciato alla massima serie per ripartire nella Lega2 del basket maschile. Purtroppo per noi questa soluzione è stata respinta dalla LegaBasket Femminile, nonostante l’appoggio della FIP verso di noi e dovremmo subire l’umiliazione di ripartire dal basso: abbiamo veramente il morale sotto i tacchi e sinceramente non sappiamo ancora se tenere o meno la sezione basket. La colpa maggiore per noi del Cus Cagliari è sempre quella della Regione Sardegna, destinando tutti i fondi alla Dinamo Sassari. Facciamo il loro stesso campionato, anche noi siamo arrivati ai playoff, ci devono ancora spiegare il motivo di tutto ciò: forse perché siamo una squadra femminile? Eppure l’assessore allo sport è una donna. Forse perché non siamo di Sassari? Perché non siamo mediaticamente forti come loro? Anche le altre società dovrebbero dire lo stesso. Pensiamo di aver avuto gli stessi diritti della Dinamo se non di più, perché loro sono una Società a Responsabilità Limitata e quindi è un’azienda sostanzialmente, mentre noi siamo un’associazione sportiva senza scopi di lucro. Per quanto riguarda il nostro futuro non sappiamo ancora bene cosa fare: dal punto dii vista prettamente sportivo abbiamo qualche ragazza che era in prestito l’anno scorso in varie società che potremmo richiamare, ma ripeto al momento siamo veramente abbattuti tanto da valutare se continuare con il basket femminile. Abbiamo perso un vero patrimonio e una grande opportunità: già dall’anno scorso l’A1 Femminile viene trasmessa su SKY con ottimi risultati di share, migliori di quelli dell’A2 maschile. Questo contratto è stato rinnovato, ma alla Regione non hanno considerato nemmeno questo, snobbando le squadre femminili”.
A cura di Matteo Porcu