ESCLUSIVA Verso Dinamo-Cantù, Abass: “Complimenti a Sassari, ma non abbiamo paura”

Awudu Abass
Non chiamatelo “il Balotelli dei canestri”, potreste farlo arrabbiare. “E’ una delle poche cose nella vita che davvero non sopporto – esclama Awudu Abass, gigante d’ebano dall’accento comasco – io sono soltanto me stesso, con la mia vita, la mia storia e la mia personalità”. E c’è da dire che, in effetti, Abass – per dirla con Di Pietro – c’azzecca veramente poco con il bizzoso attaccante del Liverpool, soprattutto quanto a maturità. La stessa che gli ha permesso, ad appena 22 anni, di diventare il capitano dell’Acqua Vitasnella Cantù, formazione dal passato glorioso e dal presente complicato, ma che domani sera, a Sassari, cercherà di sorprendere una Dinamo ancora fresca di festeggiamenti post Coppa Italia. “Il campionato è una competizione diversa – prosegue l’ala di origine africana – e al PalaSerradimigni daremo tutto per cercare di vincere”.
Tre vittorie prima dello stop di Bologna: come arrivate, dal punto di vista mentale e fisico, alla trasferta in Sardegna?
“Credo che la squadra sia ancora in un buon momento nonostante la sconfitta contro la Virtus. Ci stiamo preparando bene, non giochiamo da due settimane e questo ci ha permesso di riposare recuperando gli acciaccati. Inoltre non avere l’impegno infrasettimanale di Eurocup ci ha dato indubbiamente una mano.”
Quella di Sassari per voi è da sempre una partita ostica. Domani potrebbe esserlo ancor di più, vista la super Dinamo di Desio.
“Ho visto solo alcuni minuti della finale contro Milano, ma so che i biancoblù hanno giocato davvero bene. Devo essere sincero: mi aspettavo un esito di questo tipo, perchè Sassari è un’ottima squadra, con dei grandi giocatori che sanno giocare assieme. Mi hanno fatto davvero una bella impressione”.
La prova di forza della squadra di Sacchetti vi ha spaventati?
“No, assolutamente. Hanno vinto la Coppa Italia: complimenti a loro e tanto di cappello. Però il campionato è una competizione diversa e andremo a Sassari per dare tutto, limitando i loro contropiede”.
Al PalaSerradimigni ritroverai due vecchi amici: Jeff Brooks e Cheikh Mbodj.
“Ho un ottimo ricordo di entrambi. Jeff è stato mio compagno per una sola stagione. Io non giocavo tanto, ma pur essendo dei pari ruolo andavamo molto d’accordo. E’ un buon giocatore, è da tanto qui in Italia e credo stia facendo molto bene anche a Sassari. Con Cheikh avevo ugualmente un bel rapporto, ma purtroppo le nostre strade si sono divise presto. Il basket è così.”
A Sassari, quando si parla di Cantù, viene subito in mente la tremenda delusione di gara-7 dei playoff 2013. Che ricordi hai di quella serata?
“Non giocai quella partita, ma fu comunque bellissimo. Una di quelle serate che fai fatica a dimenticare. Certo che perdere gara-7 in casa dopo essere stati avanti 2-0 nella serie non è facile, e capisco i tifosi di Sassari che ancora ricordano quella gara con rammarico. Però quella di domani è una partita di campionato, ed è tutta un’altra storia.”
Siete stati protagonisti di una partenza al rallentatore, per poi rialzare la testa. Cosa vi manca ancora per trovare la quadratura del cerchio?
“Siamo partiti male, anche a causa dell’inesperienza forse. Poi l’Eurocup ci ha aiutati a formare la squadra. Tutto sommato sono contento di quanto siamo riusciti a fare fino a ora. Poi in un’annata è normale che possano esserci alti e bassi, ma bisogna sempre continuare a darci dentro ogni giorno.”
Da quest’anno sei anche il capitano dell’Acqua Vitasnella. A 22 anni è comunque una bella soddisfazione.
“Sì, è vero, per me è una grande emozione. Sono orgoglioso, perchè alla mia età non capita spesso. Io cercherò di comportarmi da capitano ogni giorno, e ogni giorno voglio imparare qualcosa di nuovo. In campo cerco sempre di dare il mio contributo, ma anche di dare una mano ai miei compagni nei momenti di difficoltà.”

L’Italia U20 di Sacripanti campione d’Europa in Estonia nell’estate 2013
In campionato, la Dinamo ha 8 punti in più di voi, ma in Europa siete riusciti a fare più strada. Un apparente controsenso.
“In campionato, specie nella prima parte, avevamo una maggior pressione dovuta al fatto di dover per forza raggiungere la Coppa Italia, anche perchè si giocava a Desio. Poi, a dire il vero, non saprei bene cosa sia scattato in Eurocup. Bisogna precisare che abbiamo avuto anche fortuna, perchè sia nel primo girone che nel secondo siamo passati per un’inezia. Però la fortuna, va detto, ce la siamo cercata perchè ci abbiamo sempre creduto, anche dopo una partenza con 4 sconfitte di fila.”
Riavvolgiamo il nastro e torniamo al trionfo nell’Europeo U-20 del 2013. Di quella squadra soltanto altri quattro oltre te (Ruzzier, Della Valle, Laganà e Imbrò) giocano stabilmente in Serie A. Avverti anche tu una scarsa fiducia verso i giovani, pure quando dimostrano di valere?
“Io credo che la fiducia nei giovani ci sia, però in campo bisogna dimostrare subito, perchè nessuno ti aspetta più. Bisogna dare tutto e subito, ogni partita è fondamentale. E se uno ci dà dentro, prima o poi i risultati arrivano.”
Una carriera, la tua, che fino a ora è stata legata a filo doppio con quella di coach Sacripanti.
“Con Pino ho un rapporto ottimo, ormai non ricordo nemmeno più da quanti anni lavoriamo assieme. Abbiamo condiviso momenti belli e anche brutti, ma questo fa parte di una normale carriera sportiva.”
Su quali aspetti avete lavorato maggiormente per cercare di sorprendere la Dinamo?
“Sicuramente sulla difesa: dovremo cercare di limitare il loro gioco in velocità. Sappiamo che, soprattutto i loro esterni, appena hanno uno spazio libero tirano, e se sono in giornata diventa difficile rimanere in partita. Ci vorrà grande aggressività fin dalla palla a due”.
Quali sono gli obiettivi per la seconda parte della stagione? Immagino i playoff, e magari uno scherzetto all’Unics Kazan, che ha già affrontato proprio la Dinamo in Eurolega.
“Contro Kazan servirà un’impresa, ma se siamo arrivati fino a qui vuol dire che possiamo farcela. Io ci credo. Per quanto riguarda il campionato, invece, vogliamo assolutamente raggiungere la post season, anche perchè riteniamo che sia un traguardo ampiamente alla nostra portata”.
Roberto Rubiu