Agostini, l’ex mai dimenticato tra scorribande, il sogno del gol e quel divorzio in tribunale

Alessandro Agostini, ex bandiera del Cagliari

Alessandro Agostini, ex bandiera del Cagliari

Non ho mai segnato in carriera? Tutti cercano un modo per essere ricordati, io ho scelto questo”. Così Alessandro Agostini rispondeva ad un giornalista che gli ricordava la singolarità di questo suo particolare ‘primato’. Tutti, anche i meno arrembanti dei difensori, prima o poi, volontariamente o per puro caso, si trovano nel posto giusto nel momento giusto. Agostini no, o forse non abbastanza. A dire il vero, le statistiche non mentono, una volta, quando giocava nella Nazionale Under 17, ha avuto questa gioia, ma non era ancora un professionista. Mentre l’unica rete gonfiata tra i “grandi” è stata quella dello “Zini” di Cremona quando indossava la maglia della Pistoiese in un match di Coppa Italia. In campionato ci andò vicino una volta, anzi più volte, ma il 4 dicembre 2011 contro il Catania fu certamente memorabile la traversa colpita con un tiro mancino scoccato quasi dalla bandierina del calcio d’angolo. Sarebbe stato il primo gol in campionato più bello che uno potesse desiderare, poco avrebbe importato se quando il 31 rossoblù aveva ormai raggiunto un’età pari al suo numero di maglia.

 

 

CURSORE CON POLMONI D’ACCIAIO. “Ago” è nato a Vinci nel 1979 ed è cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, girando un po’ la sua Regione prima di arrivare al Cagliari nel mercato di riparazione il 29 gennaio 2004,  quando i rossoblù stavano per cominciare la cavalcata che li avrebbe portati alla Serie A con in panchina Reja e una squadra tutt’ora indimenticata. Per Agostini non fu un problema ambientarsi, corridore instancabile con due polmoni che non esaurivano mai le scorte di ossigeno. Lo sì capì subito quando in un Cagliari-Messina fece un recupero straordinario su Di Napoli che infiammò il “Sant’Elia”. Un altro gladiatore giunse in Terra Sarda e ci rimase il tempo utile a timbrare il cartellino 281 volte in nove stagioni di Serie A, passando dalla salvezza storica con Ballardini agli anni d’oro con Allegri. Prima che un amaro epilogo troncasse il suo rapporto con la Sardegna calcistica.

Andrea Cossu e Alessandro Agostini, ex compagni domenica avversari in Cagliari-Verona

Andrea Cossu e Alessandro Agostini, ex compagni domenica avversari in Cagliari-Verona

INTOCCABILE, MA SENZA…CONCORRENZA. “Non c’è gratitudine nel calcio”, ammise in un’ intervista un amareggiato Agostini. Che non aggiunse nient’altro, perché lui è così, riservato e di poche parole, uno che il lunedì amava andare a pescare e i pomeriggi liberi li passava a passeggiare lungo il Poetto. Una persona semplice, quanto un leader negli spogliatoi. A volte una figura che risultava addirittura ingombrante, spesso al centro delle discussioni sul troppo peso che hanno alcuni senatori all’interno della rosa, che animano ormai da anni il mondo rossoblù e sono quanto mai attuali. Tra gli addetti ai lavori nei suoi riguardi si parlò spesso di una concorrenza inesistente, ed è innegabile che si trovò per anni ad essere l’unico terzino sinistro disponibile. Ciò non toglie i chilometri macinati e il sudore versato per quella maglia che comunque vada gli rimarrà appiccata a vita.

LA DECISIONE DI CELLINO. Dopo sei mesi difficili con il Torino si è accasato a Verona ritrovando il campo con continuità. Domenica tornerà per la seconda volta da avversario al “Sant’Elia”. I tifosi lo accoglieranno tra gli applausi, perché a chi siede sugli spalti interessa per lo più che chi abbia indossato quella maglia l’abbia fatto onorandola al meglio, non le vicende societarie. E se diciamo questo è perché il terzino toscano ha concluso il suo rapporto d’amore con il Cagliari nel peggiore dei luoghi possibili, in tribunale. La società consegnò in Lega una rescissione del contratto firmata dal giocatore e da Conti, rispettivamente vice capitano e capitano ai tempi dei rapporti difficili con Bisoli, e presentata al presidente Cellino come ultimatum che stava a significare che erano pronti a lasciare in caso di permanenza dell’allenatore. Cellino non si fece mancare nulla: mandò via prima Bisoli e a fine stagione, depositando appunto questa rescissione, il terzino rossoblù, che denunciò la società ma perse la causa, finendo infine svincolato.

A chi ora gli fa domande sul suo passato in Sardegna lui risponde sempre: “Sono stato benissimo, ma voglio dimenticare”. Parole che possono risultare dolorose, anche se tutti sanno bene a cosa si riferisce. Agostini ama Cagliari e Cagliari amerà sempre Agostini, e sicuramente tutti i tifosi rossoblù esulteranno con lui quando segnerà il primo gol in carriera, a patto che non lo faccia domenica. Ovviamente.

Oliviero Addis