Udinese, non sbagli mai! Il Cagliari sarà la tua buccia di banana?

Andrea Stramaccioni nel giorno della sua presentazioni all’Udinese

Allenatore giovanissimo, giocatori semisconosciuti che arrivano da tutte le parti del mondo, stadio nuovo. L’Udinese in sintesi è questo, di fatto è tanto altro. Un progetto che da anni raccoglie encomi da parte degli addetti ai lavori e ammirazione da parte degli avversari, in virtù dei tanti giocatori pagati pochissimo e rivenduti a più del doppio, ricordate Alexis Sanchez? Acquistato per appena due milioni di euro e rivenduto al Barcellona per quaranta milioni. Gli esempi si sprecano, da Handanovic a Inler, passando per Asamoah e Benatia. Quasi tutti questi grandi campioni sono cresciuti sotto l’ala protettiva di Francesco Guidolin, alla guida della squadra friulana per quattro anni. Anni di gioie e bel gioco, ma che Guidolin ha deciso fossero abbastanza, lasciando la scorsa estate il posto ad Andrea Stramaccioni. I friulani sono una società coraggiosa, si sa, e nella scelta del suo erede l’hanno dimostrato ancora una volta. E difatti ecco il romano, classe ’76, assistito in panchina da Dejan Stankovic, componente dell’Inter del triplete, classe ’78.

“Strama” è l’allenatore più giovane della Serie A (prima dell’Inter le giovanili della Roma) con tanta strada davanti sè. Decisione quindi rischiosa, vista l’eredità pesante, ma allo stesso tempo estremamente razionale. L’allenatore romano ci sa fare con i giovani, marchio di fabbrica dei bianconeri, li sa ascoltare e sa farsi capire e allo stesso tempo è avvezzo ad ascoltare i consigli del “maestro” Guidolin, che a Udine è rimasto a fare da supervisore tecnico. Alla diciannovesima giornata i friulani si ritrovano con 23 punti, in dodicesima posizione, a -7 dall’Europa, con un bel gioco espresso e la consapevolezza che l’ex allenatore dell’Inter sia stata la scelta giusta. La rosa ha un età media di 25,7 anni. I talenti promettenti sono come di consueto tanti, dal centrocampista offensivo classe ’94 Bruno Ferndandes all’esterno ventitreenne Gabriel Silva. Senza dimenticare un potenziale campione come Luis Muriel e la sorpresa Cyril Thèrèau, 6 gol all’attivo. In difesa Tomas Heaurtaux e Danilo si stanno confermando ottimi centrali, mentre per trovare il giovane italiano più talentuoso bisogna andare in porta e osservare le parate di Simone Scuffet. Che tuttavia quest’anno è stato sorprendentemente scalzato nel ruolo di titolare dal greco Karnezis.  Il modulo di base è il 3-5-2 che si può trasformare in un 3-4-3 più spregiudicato o in un 3-4-2-1 con Antonio Di Natale unica punta. Anche quest’anno è l’intramontabile numero dieci napoletano il più prolifico dei suoi, 8 gol all’attivo.

Gianfranco Zola ai tempi del Watford

Domenica si giocherà in un campo contornato da un vero e proprio cantiere, alcuni giocatori del Cagliari ci sono tristemente abituati, anche se stavolta il motivo è totalmente opposto. Il “cantiere” Sant’Elia era un disastro tutto italiano, quello in atto al “Friuli” è motivo di vanto e orgoglio per la città. Difatti l’Udinese è una delle poche società virtuose che ha deciso di ricostruire il proprio stadio, ammodernandolo secondo quelle che sono le esigenze del calcio contemporaneo. Il presidente Giampaolo Pozzo ha dichiarato che: “Con lo stadio nuovo smetteremo di essere una provinciale”, facendo così capire quanto creda in questo nuovo progetto.

Il patron bianconero ha deciso di buttarsi nel calcio nel 1986 acquisendo i bianconeri friulani, ma durante gli ultimi anni ha fatto man bassa acquisendo il Granada e il Watford. E fu proprio con i giallorossi che nel 2012 decise di affidare la prima panchina della sua gestione a Gianfranco Zola. Finale play-off in Championship mancando la promozione in Premier nella prima stagione, dimissioni nel dicembre 2013 alla seconda annata. “Magic Box” ha oggi l’occasione di far vedere al presidente friulano che anche Oltremanica ci aveva visto giusto.

Oliviero Addis