Dinamo Sassari verso l’Eurocup, Sacchetti: “Infortunati non torneranno presto. Ognuno capisca il proprio ruolo”

Meo Sacchetti, allenatore della Dinamo Sassari
Una conferenza stampa sicuramente interessante, quella tenuta da Meo Sacchetti nella Club House di via Nenni a Sassari, alla vigilia di Dinamo-Gran Canaria, primo impegno dei sardi nell’Eurocup 2014-2015. Il tecnico dei biancoblù ha parlato molto delle caratteristiche del suo roster, confermando quelli che possono essere i problemi una volta recuperati gli infortunati (Brooks, Sanders e Devecchi non torneranno a breve), e soffermandosi anche sul recupero di un giocatore come Todic, che inevitabilmente ha tolto quasi del tutto il minutaggio a Manuel Vanuzzo, il capitano.
A Venezia si è vista una Dinamo che ha saputo giocare in tante maniere, penetrando e andando sotto con un Todic formato “top stagionale”. Contro Gran Canaria è uno spareggio? “Se già la prima partita del girone è da considerare uno spareggio siamo messi male. Non hanno mai perso nel loro gironcino, è vero, indubbiamente giocano bene. Sarà tosta. A Venezia i ragazzi hanno confermato quanto avevano dimostrato già nelle scorse partite, ovvero che in emergenza sanno dare qualcosa in più. Chi ha avuto più spazio del solito ha dimostrato di poter essere utile, al di là delle statistiche. Il fatto che gli avversari avessero visto quello che abbiamo fatto nelle ultime partite con i nostri esterni ci hanno aperto l’area, e siamo riusciti ad andare dentro. Quindi il gioco dentro l’area è stato conseguenza della pericolosità dei nostri piccoli. Abbiamo fatto un pochino più canestro rispetto a prima, si stava già vedendo qualcosa di meglio nelle letture delle situazioni. Abbiamo giocatori che al tiro preferiscono costruirsi una soluzione da soli anziché creare per gli altri. Quando prendono fiducia sono difficili da fermare”.
Quali sono gli obiettivi in Eurocup? “Intanto vincere la prima partita, e poi giocarci le due trasferte. Vogliamo passare il turno e arrivare dove siamo arrivati l’anno scorso”. Quando vi mancava l’Europa? “Onestamente non molto, perché anche se abbiamo fatto numerosi viaggi pure nella Penisola, un conto è rientrare da Venezia e Varese, un altro è andare e tornare dalla Russia. Il dispendio fisico e mentale è diverso”.
Non troppo ottimismo su un recupero repentino degli infortunati. “Sanders sappiamo quando tornerà, è in mano al preparatore e ai medici. Quando tornerà con noi diventerà uno dei dodici, ma è un giocatore con una certa massa muscolare e di un certo peso, quindi bisogna stare attenti nel recupero. Devecchi è completamente fermo, Sanders ha già iniziato a fare qualcosa col preparatore. Per Jack abbiamo dei tempi più lunghi. Deve stare assolutamente fermo fino a quando non arriverà l’ok dello staff medico. Rakim si sta muovendo, ma farlo giocare è una cosa diversa”.
Il Gran Canaria non ha una vera e propria stella, una difficoltà in più? “Al di là dei valori numerici, giocano bene. Le guardie leggono molto bene l’uscita dai blocchi, sono una squadra completa. Non c’è un realizzatore principe, è sicuramente difficile da prendere, come avversario. Hanno facilità di gioco”.
Dal punto psicologico, un cambio repentino per la sua squadra… “Le vittorie aiutano sempre, abbiamo avuto risposte importante oltre che nella crescita dei giocatori come Dyson e Todic, anche nell’aumento dell’importanza dei nostri italiani. A Venezia non hanno segnato molto, ma hanno portato molte cose positive. Vedremo, quando rientreranno tutti, di capire la gestione delle varie situazioni. I problemi sorgono quando c’è da accettare il ruolo assegnatogli, talvolta qualcuno dice “sì” a parole ma poi mugugna. Bisogna che ognuno capisca il proprio ruolo”.
Vanuzzo quindi non è ancora pensionato. “Io devo valutare certe situazioni, avendo scelto Todic, che è stato in campo anche quando potevamo trovare delle alternative, Vanuzzo ha visto ridursi i suoi minuti. Era fondamentale ritrovare la fiducia di Todic e nei confronti di Todic. Dyson l’abbiamo recuperato, speriamo di riuscirci anche con il bosniaco. Sono giocatori di valore, speriamo riescano a esprimere le loro capacità totalmente. Manuel sa e sapeva quale è il suo ruolo, non è un giocatore che mi rompe le scatole per giocare”.
Sta crescendo molto Sosa, non più solo un giocatore di rottura, ma anche di costruzione. “Lui, come altri, è un realizzatore puro. Quando si sente caldo si esalta e magari dà qualcosa in più anche in difesa o in altri aspetti. E’ difficile vedere Sosa e Dyson giocare bene facendo 2-4 punti. Se segnano tanto possono dare tanto anche altrove, ma sono realizzatori prima di tutto. Non abbiamo due playmaker classici, abbiamo due guardie che amano fare canestro, penetrare, e quando segnano traggono beneficio, dandone anche ai compagni”.
dall’inviato Fabrizio Pinna