Hellas Verona-Cagliari – Zeman e Mandorlini, logica o ‘sorpresine’? La carta non dà spazio a novità

Marco Sau a duello con Emil Hallfredsson

Marco Sau a duello con Emil Hallfredsson

Continua a lavorare sul campo e col pallone Zdenek Zeman, che a Verona si aspetta ulteriori miglioramenti nell’applicazione dei suoi schemi, dopo la bella vittoria di Milano contro l’Inter. Servirà anche e soprattutto la conferma dell’atteggiamento tenuto a San Siro sin dal calcio d’inizio, perché davanti non ci sarà una big di quelle che basta il nome per motivarsi, ma una pari rango da avvicinare in classifica per dare segnalare che il Cagliari di Zeman esiste ed è presente sulla scena.

Senza Simone Colombi e Daniele Conti – la cui botta alla coscia si sarebbe trasformata in qualcosa di più serio – Zeman avrà ampia scelta di formazione, e il dilemma principale sarà relativo alla possibilità di far rifiatare qualcuno (quarta partita in due settimane, ma arriva la sosta) oppure confermare la formazione protagonista del colpaccio meneghino. Una formazione con tanti elementi presenti in rosa nella passata stagione (7 su 11, i nuovi erano Cragno, Balzano, Ceppitelli e Crisetig) e sicuramente più logica rispetto a quelle viste in precedenza. Le sensazioni e le quotazioni, a 48 ore dal match del “Bentegodi”, dicono che Dessena ed Ekdal saranno i guardaspalle dell’ottimo Crisetig, con Cossu e Ibarbo a supportare Sau. L’ala sarda dovrebbe essere l’unico ex in campo, con Longo (“Si è dimezzato lo stipendio pur di venire in Sardegna”, ha detto Marroccu) in panchina e Donsah (come Capello) a sperare nella convocazione, visto che il boemo si è dimostrato parco di biglietti aerei.

Zeman ama cambiare e sorprendere, ma a Milano (forse anche per via delle spalle al muro) ha puntato sulle poche certezze. Difficile sconfessarle, a meno di problemi fisici (che per ora non risultano) e moderatissimo turnover. In quest’ottica, i giocatori scalpitanti sono Murru (ma Avelar sta bene e gioca meglio) e Farias. E’ chiaro, comunque, come l’exploit di Milano abbia riportato la chiesa al centro del villaggio, e allora le idee rivoluzionarie siano tornate nei cassetti di Asseminello.

In casa Verona, c’è voglia di riscattare risultato e prova offerta contro la Roma, dove anche il Cagliari era stato remissivo. Andrea Mandorlini, non troppo convintamente, ha parlato di possibilità di deviare dall’amato 4-3-3, ma è difficile che contro Zeman vari il 3-5-2 capace di mandare a nozze il trio d’attacco rossoblù. Incognita Saviola, nome pesante ma non ancora entrato nei meccanismi oliati degli scaligeri, e allora tutti sulle spalle di Luca Toni. Ma anche di Bosko Jankovic, solito disturbatore dei sonni cagliaritani, e dell’uomo nuovo Artur Ionita, primo moldavo a segnare in Serie A a pochi istanti dall’esordio.

Fabio Frongia

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