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… Francesco “Francolino” Fiori: “Torres, per vincere negli spareggi devi resettare tutto”

Postato il 08 mag 2014
da : Mauro Garau
Comment: Off
Tag: lega pro, torres, Torres-Forlì
"Francolino" Fiori

“Francolino” Fiori

La Torres si prepara alla coda dei play-off sia mentalmente che fisicamente. L’avversario della semifinale sarà quel Forlì che ha chiuso la stagione regolare al nono posto, con una striscia di tre partite senza sconfitte. Siamo andati a sbirciare la storia degli spareggi disputati dai sassaresi nei 111 anni di storia senza trovare numeri incoraggianti. Infatti, nelle sfide disputate sui 180 minuti, si notano quattro eliminazioni: si parte dal lontano 1925 quando fu il Terranova ad aggiudicarsi la Coppa Sardegna con una doppia vittoria (3-1 e 2-1). Arrivando a tempi più recenti ci sono altri due brutti play-off da ricordare; nella stagione 1995/96 fu l’Alzano Virescit a eliminare i turritani pareggiando (1-1) in quel “Vanni Sanna” che si chiamava ancora “Acquedotto” e vincendo (2-1) a domicilio. La più dolorosa di tutte, anche perché risale a non tanti anni fa (stagione 2005/06), è sicuramente il doppio 1-0 col quale il Grosseto negò ai sassaresi l’accesso alla finale per la promozione in B. E poi l’Eccellenza 2010/2011, con il ko al cospetto del Trestina in semifinale. L’unica Torres vincitrice di uno spareggio disputato su questa distanza fu quella del 1997/98, capace di evitare la retrocessione tra i dilettanti, battendo due volte (3-2 in trasferta e 3-0 in casa) l’Iperzola. Protagonista di quello spareggio, con due reti messe a segno (una all’andata e una al ritorno), fu Francesco, noto Francolino, Fiori che abbiamo intervistato per provare a sfatare questo tabù.

Domenica si è chiusa la regular season. Per la Torres ci sarà la coda degli spareggi.

Purtroppo nell’ultimo mese è stato vanificato il grande sforzo fatto nel girone di ritorno nel quale la squadra ha realizzato un filotto di 13 risultati utili consecutivi. Penso sia stata decisiva la sconfitta col Bassano che, visto il vantaggio, si poteva gestire meglio.

Cosa può essere successo a una squadra che non perde per tre mesi e poi inciampa così vistosamente?

Dopo una striscia del genere una sconfitta può essere attribuita a un calo fisico. Successivamente penso sia subentrata un po’ di paura che ha bloccato una squadra nella quale si era instaurata un’idea d’imbattibilità.

Nell’ultima partita col Mantova, la squadra è uscita tra i fischi del pubblico per via del “biscotto”. Come si pone riguardo a questo episodio?

Nel calcio, purtroppo, questi taciti accordi ci sono sempre stati. Non è sicuramente una bella cosa nei confronti di pubblico e avversari. La Torres, anche a costo di rischiare la retrocessione diretta, avrebbe dovuto provare a vincere visto che, con due punti in più in classifica, si sarebbe arrivati in una situazione migliore agli spareggi affrontando la semifinale con due risultati su tre.

Come vede la Torres in ottica della sfida col Forlì?

Penso che la squadra possa passare questo primo turno nonostante non sia favorita dalla classifica del campionato, il Forlì non è il Mantova e neanche il Bassano.

Spulciando nella storia della Torres, lei è stato in campo nell’unico spareggio, disputato sulla distanza dei 180 minuti, vinto dai rossoblù (play-out con l’Iperzola, stagione 1997/98). Come si prepara una doppia sfida del genere?

E’ necessario ripartire da zero, come se fosse un altro mini campionato. Bisogna dimenticarsi quanto è successo nel corso del torneo. Momenti belli e brutti. E’ tutta un’altra storia.

Con la squadra della sua città 79 presenze e 31 reti. Quale il momento più bello e quale quello più brutto?

Soffrii molto, nonostante qualcuno pensi e abbia detto il contrario, quando decisi di andare via da Sassari. Andai allo Spezia e vincemmo il campionato, anche la Torres fece lo stesso e il trionfo nella città natale avrebbe avuto un sapore ancora più dolce. Tutto sommato sono stato bene ma se devo scegliere un momento particolare opto per il gol segnato nello spareggio, del quale parlavamo prima, in casa dell’Iperzola (rete del 2-3 in zona Cesarini, ndr). Quella fu una partita giocata col coltello tra i denti, sapevamo di non meritare di disputare quei play-out e l’abbiamo dimostrato ottenendo la salvezza.

Che ricordo pensa di aver lasciato al pubblico sassarese?

Credo buono. Sono stato uno dei pochi giocatori ad avere un coro, scherzosamente minaccioso, tutto per me.

Adesso c’è un Francolino Fiori allenatore, protagonista di un ottimo lavoro a Codrongianos. Dove spera di arrivare?

Per puntare in alto bisogna fare sempre meglio. Quest’anno abbiamo disputato un buon campionato, chiuso al quinto posto, con una squadra formata da molti giovani. Obbiettivi? La Torres sarebbe un grande traguardo.

Mauro Garau

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