Gavino Satta tranquillizza la piazza: “Passata la paura, lavoriamo in silenzio per una bella Torres”
“Stiamo lavorando in silenzio per fare tutte le cose per bene”. Gavino Satta è il plenipotenziario incaricato di fare le veci di Domenico Capitani in Sardegna, a Sassari, in attesa che il nuovo proprietario della Torres cominci ad occuparsi con costanza e concretezza delle vicende rossoblù. Satta, attualmente detentore del 100% delle quote societarie, non si sbilancia su nulla, ribadendo ancora una volta la linea del silenzio e del lavoro sottotraccia della nuova dirigenza, ma assicura: “Capitani è andato via da Sassari l’altra sera portando con sé un’ottima impressione e tante nuove idee – dice a La Nuova Sardegna – L’incontro che abbiamo avuto giovedì mattina con lui e con diversi imprenditori è stato assolutamente positivo. Un nuovo incontro ci sarà la settimana prossima. Diversi di loro si siano riconosciuti nella serietà del progetto che stiamo definendo e si sono chiamati dentro la partita. Questo è fondamentale, perché solo con una vera sinergia si possono ottenere buoni risultati”.
Risolto il nodo fideiussione (l’impegno economico di Capitani è stato decisivo) e passata la paura, c’è ansia per capire come sarà la squadra chiamata ad arrivare almeno ottava e guadagnarsi la partecipazione alla prossima Serie C unificata post-riforma. “Una settimana fa i tempi stringevano e la squadra non era ancora neppure iscritta. In attesa di definire l’assetto societario non stiamo affatto trascurando il lato tecnico, ma abbiamo deciso di fare dei nomi solo a cose fatte. Punteremo su un allenatore che ci dia garanzie solide come capacità ed esperienza. Siamo in ritardo, ma recupereremo”, dice Satta, che poi affronta la questione fundraising.
I tifosi che, durante i bollenti giorni della paura, hanno contribuito, vogliono capire che fine faranno i soldi ed eventualmente averli indietro. “E’ giusto e sacrosanto che i tifosi decidano liberamente cosa fare con i loro denari – precisa il dirigente rossoblù – quello che interessa a noi, come società, è il fatto che ci sia stata una mobilitazione di questo livello. La reazione della città al rischio che la Torres sparisse ha davvero fatto la differenza, anche nel convincere Capitani a impegnarsi in questa avventura”.