Il cantiere Dinamo non è quello della Salerno-Reggio Calabria
Venezia-Sassari 100 a 90: una vittoria ai supplementari che ha rischiato di essere una sconfitta al 40′, complice il parziale di 23-4 subito dai biancoblu tra un terzo quarto inguardabile e i primi minuti dell’ultima frazione, che Sacchetti ha guardato attonito dalla panchina.
Il tecnico biancoblù tira su un quintetto rimaneggiato per le assenze, con il sano Mbodj che appare comunque meno in forma del febbricitante Lawal, che chiuderà la partita al posto del senegalese. L’emergenza infortuni è tale da costringere Sacchetti a schierare Formenti titolare (un po’ sottotono rispetto alle precedenti gare) e a scongelare Vanuzzo, al suo esordio stagionale in campionato nella penultima di andata.
Ma chi dirige l’orchestra, almeno nei primi 20′, è Jerome Dyson (29 punti), con giocate superlative in penetrazione che terminano con appoggi (ed uno schiaccione che “posterizza” Thomas Ress) oppure con assist al compagno libero dopo aver attirato su di sé il raddoppio. E proprio il raddoppio sistematico con la marcatura di Stone, miglior difensore lagunare (18 rimbalzi, ma anche 16 punti per un totale di 32 di valutazione), è stata la carta giocata da Sua Maestà Carlo Recalcati per fermare Dyson al rientro dagli spogliatoi. Menzione speciale per un grande coach italiano, che non solo sa gestire il suo playmaker Phil Goss, autore subito di 2 falli nel primo quarto, consentendogli una prestazione da 19 punti in 32′, ma che lo fa alternandolo con il giovane Michele Ruzzier, play classe ’93 ma già oro europeo under 20. Charlie Recalcati deve aver pensato, con De Gregori, che “il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette”.
Placata la furia Dyson, nel seguito della partita hanno supplito Edgar Sosa per la terza frazione e, per la quarta, David Logan (per lui una partita, fino a quel momento, insufficiente). In generale, ha anche aiutato molto l’imprecisione ai tiri liberi dei veneti, che ha graziato una Dinamo che, dopo un ottimo primo tempo, si è incaponita nel gioco perimetrale con abuso del tiro a bruciapelo: un terzo quarto con una Dinamo paracestistica, per usare le parole del presidente, che ha subìto lo strapotere di uno dei giocatori più in forma del campionato, Peric, autore di una prestazione da 14 carambole, 20 punti e 27 di valutazione, anche se con -2 di plus/minus (sebbene, paradossalmente, risulti un dato positivo in relazione al -10 punti finale)
Una partita che si sarebbe potuta chiudere prima se nel suo bagaglio la Dinamo avesse già la capacità di controllare il risultato, che è mancata nel terzo quarto sul 50-40 come nel +6 a meno di 2′ dalla fine dell’ultima frazione regolare di gioco. Se la Dinamo avesse questa abilità, potrebbe ambire ad occupare il posto lasciato libero da Siena come stabile contender di Milano, ma non è ancora il momento.
Orgoglio, coraggio, determinazione, cinismo: poco importa cos’abbia consentito di vincere un inutile overtime dominato dai biancoblu, che ha fruttato la quarta vittoria di fila che dà buone speranze per un piazzamento alla fine del girone di andata utile a non incontrare Milano in Coppa Italia, se non in finale.
Si era detto che gli scontri diretti di dicembre avrebbero chiarito i valori delle pretendenti alla finale scudetto. Sassari, a suo modo, c’è con una squadra che, per il cambio avuto tra i giocatori chiave e gli infortuni dei titolari, è ancora un cantiere. Però è un cantiere che lavora ed è questo ciò che importa ai tifosi.
Alessandro Tedde