Torres bando alle “ingenuità”, è ora di fare sul serio

Enzo Nucifora e Domenico Capitani

Enzo Nucifora e Domenico Capitani

Di fatto sarebbero tre salvezze e se parlassimo solo di campo ci sarebbe ben poco da obiettare, dato il tormentato ultimo decennio. In circa due anni il presidente Domenico Capitani ha fatto di tutto, escluso annoiare i torresini. E quest’estate non ha fatto eccezione, la terza tribolata su tre della sua gestione. Una percentuale immacolata capace di mettere a repentaglio le coronarie dei tifosi, sempre più ferrate e abituate a corse e rincorse. Nel 2013 e nel 2014, non ci fu il tempo di costruire una squadra all’altezza della situazione. E nel 2015? Idem come sopra. Dopo il cambio gestione e l’affannoso ripescaggio non ci si è fatti mancare lo scandalo legato al calcio scommesse.

Il procuratore Stefano Palazzi ha quantomeno esagerato, per carità, la sua richiesta di retrocessione con pesante penalizzazione annessa è parsa da subito inopportuna ed eccessiva, dato che il risultato dell’unica gara (Pisa-Torres) estrapolata dal malloppo di intercettazioni pervenute sulla cattedra del procuratore non è stato certamente alterato. Ciò che è passato inosservato (per distrazione o per  un’abitudine all’illecito molto italiana) è stata la mancata innocenza dei protagonisti dell’ingenuità, per usare un vocabolo caro al patron pontino.  La clamorosa leggerezza è stata comunque punita dai giudici: l’andamento della gara non ha subito alterazioni (data anche l’assenza di giocatori coinvolti)ma, come da comunicato FIGC, “Capitani, Nucifora e Costantino, hanno aderito all’accordo illecito, fornendo il proprio apporto per la realizzazione dello stesso e percependo, a tal fine, una somma di denaro”.

La Torres partirà con un handicap, seppur leggero (-2 aspettando l’eventuale ma improbabile appello dell’accusa), ma non se ne poteva fare a meno? Poteva essere l’anno della consacrazione, quello della programmazione con margine, invece, anche quest’anno, ci si dovrà muovere con fretta (storicamente cattiva consigliera) e con poco raggio di scelta. In attesa della decisione dei giudici, l’entourage rossoblù ha badato a costruire un gruppo composto da giovani, alcuni ottimi e altri decisamente meno, e qualche conferma rispetto alla passata stagione. Il tutto amalgamato da mister Oscar Brevi, sesto tecnico della gestione Capitani, apparso cazzuto, concentrato sul suo lavoro e non scalfibile dalle vicissitudini dell’extracampo. A Pattada, l’ex capitano del Toro ha lavorato con meticolosità su tutti i dettagli di sua competenza dando prova di grande professionalità.

Fasi di riscaldamento della Torres a Pattada

Fasi di riscaldamento della Torres a Pattada

Tre le amichevoli fin qua disputate dalla Torres 2015/16, tutte con compagini di categoria inferiore e, purtroppo, poco prodighe di considerazioni proprio per la differenza di tasso tecnico con i vari avversari. 48 ore fa, nella rotonda vittoria con l’Atletico Uri sul sintetico del “Walter Frau” di Ossi, si è comunque apprezzato qualche meccanismo da squadra vera, ma anche qualche mancanza strutturale. La bontà tecnica di alcuni giovani (Musto, Damiano, Masala, Razak e Gaetano) non è in discussione, così come non lo è, complice la loro carta d’identità, la mancanza di fisicità. La Torres post-ferragostana agosto appare come una squadra leggera e, si sa, andare avanti di solo “piede” in terza serie non è proprio la cosa più semplice del mondo. In questi giorni di mercato potrebbero (dovrebbero?) arrivare almeno quattro giocatori e tra questi dovrà necessariamente esserci anche un autentico leader, il Giuffrida o il Manzini della situazione per esser chiari, qualcuno in grado di tirar su il morale, spesso ondivago, degli under 23.

La dirigenza rossoblu, visto il probabile slittamento di compilazione dei calendari e inizio del campionato, ha un’altra occasione per espiare le proprie colpe, o ingenuità che siano (ognuno scelga la definizione che preferisce), puntellando a dovere una rosa che parte da fondamenta tutt’altro che disprezzabili. L’opportunità è ghiotta e dietro l’angolo, ma offre al contempo poco margine d’errore. E’ ora che i torresini vivano un anno intero fatto di tranquillità, serietà e serenità, con la speranza che chi di dovere ricordi che sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico.

Mauro Garau

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