L’ANALISI – Torres in panne, ma (visto il cammino) non è una novità: soluzione? Training autogeno…

Cristian Bucchi, allenatore della Torres
Un’alternanza di scure nubi e raggi di sole, una nuova inquietudine manifestata dai protagonisti, una Torres che fa diventare i suoi tifosi metereopatici senza dar loro un attimo di tranquillità. Con sabato scorso si allunga a tre la striscia di partite senza vittorie ma la cosa più preoccupante è l’aver visto una squadra timorosa e spaventata al cospetto di una compagine, la Giana Erminio di Cesare Albè, ben messa in campo si, ma mica il Real Madrid. Eppure i sassaresi sono rimasti bloccati per tutta la partita, forse imbalsamati da quel +10 divenuto +4 in 180′ e che tale rimane prima di una insidiosissima e altrettanto pericolosa sfida infrasettimanale contro una big del campionato: l’Alessandria, ex compagine dell’enfant du pays Luigi Scotto.
Citiamo il ragazzo di Sassari perché, proprio lui, potrebbe trovare una maglia da titolare al fianco di Maiorino e Barbuti, nel tridente che proverà a insidiare la difesa grigia.Questo perché, nonostante l’inizio difficile con pochi spezzoni di gara e un’espulsione quantomeno ingenua nel post Pordenone, le alternative, che sembravano numerose, latitano pericolosamente. Eh si, perché sia Buonaiuto che Baraye si sono dimostrati distratti e Bucchi, dopo aver sgridato pubblicamente il senegalese punendolo con la panchina, potrebbe fare la stessa cosa con l’ex esterno del Teramo. I due paiono non trovare continuità di rendimento e, manco fossero degli infanti prossimi alla terza elementare, hanno dimostrato di avere bisogno di richiamati e puniti per poi giocare bene per 45 minuti, mica per un mese. Le ipotesi sono due: una staffetta tra i due ultimi peggiori in campo o la prima chance da titolare per Gigi, forse troppo auto-responsabilizzatosi dal giorno del suo arrivo a Sassari.
Facendo un passo indietro alla sfida contro Gasbarroni & Co., il 4-3-3 del mister sassarese non ha convinto nessuno degli sbadiglianti presenti, che non avrebbero fatto un torto a nessuno nel caso in cui avessero chiesto il rimborso del biglietto pagato per uno spettacolo indecoroso. Ciò nonostante è arrivato un punto che, per dirla alla Bucchi, “tiene il quintultimo posto alla stessa distanza con una partita in meno da giocare”. Questo è la metà piena del bicchiere, quella vuota racconta di un’involuzione tattica e del “buon (ma brutto) pari”, pensiero ricorrente nella mente del tecnico testimoniato dal cambio dell’unico regista presente in rosa, Petermann, con l’ennesimo onesto faticatore della zona nevralgica, Marinaro.
Sembra essere finito l’effetto “allenatore nuovo”. Il cammino dei rossoblu è stato ciclicamente ripetitivo: striscia di risultati positivi con il cambio in panchina, crollo e addio del tecnico (chiaramente per motivi non paragonabili tra loro). Discorso che vale per Costantino, Cosco e ora per Bucchi. Al momento l’ex centravanti del Perugia ha totalizzato 11 punti nelle prime 5 gare e 1 punto nelle ultime 3, nonostante l’unica partita proibitiva fosse quella col Novara, persa comunque per demeriti propri. Il tecnico ha raccontato, nell’ultimo post-partita, di un’eccessiva pressione che i suoi ragazzi si sarebbero caricati sulle spalle, e ha predicato una tranquillità purtroppo non rappresentante – alla luce di dichiarazioni, cambi e gioco espresso – il suo attuale stato d’animo. Urge un po’ di training autogeno e respiri profondi perché, per chiudere con una banalità sensata, non ci può trasformare da fenomeni a brocchi in un mese e dietro c’è molto, ma molto di peggio.
Mauro Garau