Rally d’Italia, Maiga (AC Sanremo): “La Liguria ha poca polvere e non è sicura. I localismi rischiano di farci perdere il WRC”

Sergio Maiga, presidente AC Sanremo

Sergio Maiga, presidente AC Sanremo

“Sono d’accordo con Antonio Turitto: la decisione sulla sede di una tappa del campionato del mondo (WRC) di rally non si decide sulla base di una petizione”. E ancora: “La Liguria non può mai affrancarsi dal rischio sicurezza e di “polvere” ne ha poca e per tratti molto impervi e residuali”. Parole di Sergio Maiga, Presidente dell’Automobile Club di Sanremo (AC), che ha scelto SardegnaSport.com per entrare nel dibattito generato nelle ultime settimane dai nostri articoli circa il Rally d’Italia, il suo futuro in Sardegna e i sogni del Sanremo Rally Team (nella persona di Gianni Campanelli) di riportarlo in Liguria. Maiga, nella lettera che riportiamo integralmente di seguito, risponde lungamente a Campanelli circa la diatriba tra la scuderia matuziana l’Automobile Club sanremese, ma poi passa a commentare le dichiarazioni di Antonio Turitto (Direttore Generale del Rally d’Italia) e dice la sua sul tema centrale: l’organizzazione del Rally d’Italia in Sardegna, l’attitudine (che non c’è più, a suo dire) del territorio ligure e il futuro. Con un rischio: “I localismi rischiano di far perdere la tappa del WRC all’Italia”.

Di seguito le parole di Sergio Maiga, indirizzate alla nostra redazione:

In qualità di Presidente dell’Automobile Club di Sanremo (AC), Delegato Sportivo Regionale
dell’Automobile Club d’Italia (ACI) e Organizzatore di lungo corso del Rally di Sanremo, vorrei cercare
di fare chiarezza narrando la verità fattuale per smentire totalmente quanto dichiarato dal
Presidente dell’associazione Sanremo Rally Team, il Sig. Campanelli Giovanni, in una serie di articoli
che a più riprese, nel corso di questo mese, sono apparsi sulla vostra rivista on-line.

Innanzitutto le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione che presiedo a respingere l’istanza
di adesione associativa del Sig. Campanelli sono conseguenza di un reiterato quanto inutile attacco
su vari social network all’Ente e al sottoscritto che lo rappresenta: l’art. 39 dello Statuto dell’ACI,
vincolante per tutti gli Automobile Club Federati, dà facoltà agli Organi di ciascun Club di valutare
l’ammissibilità di un potenziale Socio entro il Club per il quale ha giurisdizione territoriale. E’ vero
che ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma l’intelligenza umana dovrebbe tener
conto delle conseguenze delle azioni che ciascuno intraprende nei confronti degli altri o della
società di cui fa, o vorrebbe far parte.

E’ ovvio quindi che chiunque esprima un atteggiamento denigratorio ed evidenzi comportamenti
controversi rispetto all’etica prevista dalle regole della civile convivenza e, per la questione che si
vuole affrontare, del regolamento associativo, soprattutto nei riguardi dell’AC a cui vorrebbe
appartenere e condividerne gli scopi, non può pretendere di essere accolto a braccia
aperte… (ultimo comma art. 1: Ai sensi del vigente Statuto dell’Automobile Club d’Italia (ACI), il
socio è tenuto altresì ad osservare i doveri sociali secondo le condizioni del presente regolamento
ed a usufruire dei servizi e delle prestazioni secondo i principi di correttezza e buona fede. L’utilizzo
improprio dell’associazione può dal luogo anche alla decadenza della qualità di socio per
radiazione).

In secondo luogo il sig. Campanelli, dopo la notifica del provvedimento di rigetto dell’istanza
associativa all’AC Sanremo, ha promosso ricorso al TAR, ottenendone il rigetto per non aver
impugnato correttamente gli atti contro i quali si opponeva e non perché abbia ottenuto
l’iscrizione a Socio dell’AC Imperia, Ente contro cui non ha mai esternato alcunché e presso il quale
ha sostenuto il corso e l’esame per la licenza ad esercitare l’attività di Commissario di Percorso –
Ufficiale di Gara delle competizioni sportive automobilistiche, come vuole il regolamento di
settore vigente.

A questo punto ci si chiede il perché non si sia iscritto ai corsi istituiti presso l’AC Sanremo, se
proprio agognava a far parte di questo Club, dato che, in caso di superamento dell’esame, avrebbe
potuto poi utilmente associarsi ed in tal caso l’Amministrazione non avrebbe avuto motivo,
coerentemente alle normative interne, a deliberarne il rigetto.

Quindi, dichiarando di aver vinto il ricorso, offre un’ulteriore occasione per smentire in toto le sue
ostentate “verità” o ciò che gli avvocati di parte gli hanno fatto supporre come tali.
Inoltre tengo a precisare che il potere da me esercitato è quello conferitomi dai differenti ruoli
istituzionali, per i quali l’accesso è normato dal già citato Statuto ACI, e che mi sono stati
regolarmente e democraticamente attribuiti per essermi messo in gioco da sempre, sia in prima
persona, sia insieme alla mia squadra, in modo corretto ed eticamente responsabile nei confronti
della Federazione ACI, del mondo automobilistico sportivo, delle varie manifestazioni rallistiche
che nel tempo e con successo si sono avvicendate, grazie allo strenuo lavoro e alla passione di un
Ente come l’Automobile Club di Sanremo, che non è una cosa astratta, ma un’organizzazione
costituita da persone associate con lo scopo condiviso di promuovere, fra le tante altre
interessanti attività, anche l’automobilismo sportivo: dentro regole ferree ed ineludibili, però.

Per non tediare eccessivamente preferirei ora tralasciare tutta una serie di considerazioni più
affinate e di principio sui temi esposti come, ad esempio, quella che se si vuole far parte dell’ACI si
devono rispettare i regolamenti sportivi della FIA e dell’ACI/CSAI, organizzando manifestazioni
molto più impegnative sul fronte dei doveri e delle responsabilità di quanto possano sembrare
altre dallo stile “sagre popolari”, che chiunque può promuovere senza la necessità di grandi
investimenti in strutture e infrastrutture adeguate alla peculiare normativa (soprattutto in materia
di sicurezza sportiva e di applicazione dei codici vigenti a livello internazionale) per passare ad una
altro tema di grande appeal: riportare il Rally d’Italia a Sanremo.

Condivido quanto in proposito affermato sulla vostra rivista nel post dello scorso 10 dicembre dal DG
del Rally d’Italia, Antonio Turitto, ovvero che la decisione di dove insediare una tappa del mondiale
Rally non potrà mai essere indirizzato o influenzato da una petizione; e che, ahimè, nostro
malgrado, come tutti avranno avuto cognizione, anche in questo recente periodo, la Liguria non
può mai affrancarsi dal rischio sicurezza e che di “polvere” ne ha ben poca a disposizione e per
tratti molto impervi e residuali.

Senza poi andare a toccare il tasto economico: dopo appunto gli
ultimi disastri naturali ancora sotto l’occhio di chiunque, bisognerà dedicare gran parte delle
risorse locali, regionali e anche statali alla messa in sicurezza dei luoghi e delle persone; basta il
buon senso per rendersi conto che gli stanziamenti necessari alla sicurezza di una Gara
Automobilistica, sebbene a caratura mondiale, debbano essere lasciati, se non proprio in ultimo
piano, in un seminterrato…

E con questo credo proprio di aver detto quanto necessario. Anzi, dimenticavo una cosa fondamentale: bisogna andare oltre i localismi ed evitare le polemiche
inutili per non correre il rischio peggiore, ovvero quello di far uscire l’Italia dal calendario
mondiale, per fortuna esiste ancora una Regione come la Sardegna che può dedicare un
consistente contributo nell’ambito del suo bilancio a finanziare un evento di caratura Mondiale
come il Rally d’Italia e di questo dobbiamo essergliene grati.
Signor Campanelli, in bocca al lupo, se continua così magari raggiunge l’obiettivo!

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