Pistoia-Sassari, le pagelle – Sosa MVP, Lawal in crescita. Dyson e Logan col talento

Jeff Brooks-Foto Acerboni-PistoiaSport

Jeff Brooks in azione contro la Giorgio Tesi Pistoia (Foto Gabriele Acerboni)

Non c’è da fare tanto gli schizzinosi: la Dinamo soffre, è discontinua e non sempre presente dal punto di vista difensivo. Ma vince (81-84), per di più su un campo terribile come quello di Pistoia, e per il momento è tutto ciò che conta. I biancoblù, senza Sanders, hanno sudato le proverbiali sette camicie per avere la meglio di una Giorgio Tesi mai doma, che ha messo a referto ben 13 triple e che ha sfiorato il clamoroso canestro del pari con Cinciarini proprio a fil di sirena. Ma con il gioco di squadra che ancora latita (appena 11 gli assist fatti registrare dal Banco), ci ha pensato il talento individuale degli americani a rimettere le cose a posto. MVP di giornata Edgar Sosa, autore di 23 punti: il dominicano ha letteralmente tolto le castagne dal fuoco nel corso dell’ultimo quarto con un paio di canestri ad altissimo coefficiente di difficoltà. Il successo consente al Banco di Sardegna di cancellare l’amarezza per la sconfitta di Novgorod, e di lavorare con la mente sgombra in vista del difficilissimo impegno di venerdì, quando al PalaSerradimigni arriverà l’Anadolu Efes per il secondo turno del girone A di Eurolega.

D. Logan 6,5 - Solito contributo sostanzioso in termini di punti (17), ma non sempre brillante. Percentuali piuttosto basse, anche perchè in più di una occasione è costretto a forzare per sbloccare l’attacco dalle frequenti impasse.

E. Sosa 7,5 - MVP indiscusso della serata: 23 punti in 28 minuti. Tre triple su otto tentativi, ma sono quelle che contano. Grandissima risorsa in uscita dalla panchina per coach Sacchetti.

G. Devecchi 6,5 - Parte con una intensità spaventosa, ringhia sugli esterni pistoiesi e produce due recuperi in un amen. Dopo dodici minuti sul parquet, però, non viene più utilizzato, complice qualche acciacco. Un peccato, perchè nonostante l’impiego forzatamente limitato dimostra di essere forse il più in palla in questo avvio di stagione.

O. Lawal 6,5 - Dopo la prova anonima fornita in Russia, dà dei discreti segnali di miglioramento, anche perchè le caratterstiche dei lunghi di Pistoia si sposano meglio con le sue. Dimostra di poter essere potenzialmente devastante se ben innescato nelle situazioni di gioco a due, e mette in mostra anche qualche iniziativa interessante dal post basso. Presente a rimbalzo, alla fine pareggia in termini statistici l’atteso duello con Linton Johnson: entrambi chiudono con 10 punti e 8 carambole.

J. Dyson 6,5 - Anche lui un po’ a corrente alternata: tira male (5/13 da due, 0/4 da tre) ma quando la palla pesa riesce a tirarsi fuori dagli impacci grazie al talento. Positivo nella difesa su CJ Williams, fa registrare 4 preziosi recuperi a fronte di una sola palla persa.

B. Sacchetti 6 - Stavolta papà Meo non può fare a meno della sua freschezza. Anche se in attacco non riesce a ingranare (due tiri presi in 22 minuti sono effettivamente troppo pochi), si rende utile sotto le plance tirando giù cinque rimbalzi.

J. Brooks 6 - In una giornata di magra dal punto di vista della produzione offensiva (solo 4 punti in 35 minuti sul parquet) compensa con l’atletismo e cattura 10 carambole. Forse più di altri soffre il doppio impegno ravvicinato.

M. Todic 6 - Gioca poco per quelli che sono i suoi standard (appena 11 minuti), ma una tripla mandata a bersaglio senza alcun ritmo dà una mano d’aiuto fondamentale alla Dinamo nel finale di partita.

R. Sanders, M. Chessa, M. Cusin, M. Vanuzzo n.e.

Coach Meo Sacchetti 6 - La sua squadra conferma la tendenza, manifestata fin dalla preseason, ad andare a sprazzi. In avvio la Dinamo si produce in una difesa asfissiante e mette alla frusta Pistoia. Poi cala e non riesce a essere puntuale nelle rotazioni, concedendo così una serie di triple facili che riportano i padroni di casa in partita. In attesa dell’agognata continuità, porta volentieri a casa due punti ottenuti senza Sanders e con un Devecchi non al meglio. Rimane da decifrare la scelta di non concedere almeno un po’ di campo a Cusin.

Roberto Rubiu

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