Dopo la Scala del Calcio, Zeman espugna Corso Sempione. E’ lui il dominatore de “La Domenica Sportiva”

Zdenek Zeman davanti ai microfoni

Zdenek Zeman davanti ai microfoni

Zdenek Zeman diventa, per un giorno, il padrone di Milano non limitandosi al pomeriggio calcistico. Il suo Cagliari annienta l’Inter di Mazzarri con un perentorio 1-4 e, in tarda serata, il suo condottiero prosegue la sua egemonia meneghina negli studi di Corso Sempione. Sono le 22,30 passate da qualche minuto quando parte, su Rai2, la consueta puntata de “La Domenica Sportiva”. Il maestro boemo è l’ospite d’onore di un salotto che ospita un campione del mondo, Marco Tardelli, un allenatore quasi in pensione, Emiliano Mondonico, un opinionista, Marco Civoli, un giornalista sportivo tendente alla danza, Ivan Zazzaroni, un esperto di tattica, Adriano Bacconi, e l’impegnatissima tifosa juventina (controllate un po’ di quante cose si occupa) Evelina Christillin. Padrona di casa Sabrina Gandolfi, immediatamente “maltrattata” dal tecnico del Cagliari il quale, alla battuta della conduttrice “oggi la facciamo parlare molto” ribatte, gelandola letteralmente, con un “a me piace ascoltare”. Partenza falsa, mai dire a un personaggio “sempre controcorrente” (così si è autodefinito il protagonista involontario della puntata) cosa dovrebbe fare. Farà esattamente il contrario.

Si inizia parlando di Fiorentina e quando Tardelli sostiene che gli scarsi risultati della viola sono legati alle importanti assenze, Zeman (che mai prenderà la parola di sua spontanea volontà, chissà se per noia o per rispetto) asserisce che “le squadre sono formate da 25 giocatori proprio per sopperire alle indisponibilità e che non è giusto dire che gli altri non sanno giocare a pallone.” L’ex centrocampista della Juve prova a controbattere ma il boemo mette la parola fine con un dominante : “ah ok, poveraccio Montella”. E’ il turno dei pronostici sull’Europa League e sul campionato, nessuna perla ma laconici “Minsk da battere, Copenaghen più rognoso” e “difficile fare bilanci dopo cinque giornate anche se vedo la Roma favorita per il maggior numero di cambi”.

Concluso il derby di Genova, la storica trasmissione della tv di stato, viene illuminata dalla presenza di Sinisa Mihajlovic. Ed ecco, ad abbassare subito il livello, un’altra semi-gaffe della Gandolfi che chiede al nativo di Praga: “Ha qualcosa da dire al tecnico della Samp?”. Si torna sotto lo zero: “Lo lascio libero, ci siamo sentiti ieri. Solo complimenti.” La conduttrice, sempre più in difficoltà, prova a ottenere ciò che vuole (uno Zeman chiacchierone ed entusiasta, mai visto in TV) annunciando, con un tono di voce più alto del solito, l’arrivo del servizio di Inter-Cagliari. Lo sguardo del tecnico, infastidito, è tutto un programma.

Marco Civoli prova a salvare la baracca rubando al nipote di Vycpalek una battuta su Romagnoli, fatto esordire nell’ultima esperienza in giallorosso. Risposta un po’ più coinvolta: “Non ho capito perchè la Roma l’ha prestato. Io avevo pensato più volte di chiudere la stagione con lui e Marquinhos da titolari. Qualcuno lo paragona a Nesta ma è meno forte fisicamente e più veloce”. Ci voleva molto a parlare un po’ di calcio? La performance “maschilista” prosegue con un’altra stilettata alla disperata Gandolfi :”Non poteva finire 1-5, se Handanovic non avesse parato il rigore, non avremmo battuto il corner dal quale è nato l’1-4″ e due parole per la Christillin che lo “accusa” di non avere gli juventini tra le sue grazie :“Quando io dormivo con la maglia bianconera lei non era ancora nata. La Juve è sempre un esempio ma per alcuni suoi tifosi non sono mai esistiti farmaci e calciopoli”

Arriva il momento di Inter-Cagliari e Zdenek si fa un tantino più loquace:” E’ sempre il Cagliari di Zeman, sono l’allenatore da luglio” la risposta a un Tardelli che non aveva visto la sua impronta nelle prime giornate “oggi è stato fatto quello che vorrei venisse fatto sempre”. Nessuno riesce a farsi dire “bravo, hai detto una cosa corretta” tantomeno Zazzaroni. Il giudice di “Ballando con le stelle” gli ricorda che non è mai cambiato, chiedendogli se questo possa rappresentare un limite:”I concetti sono sempre gli stessi, i giocatori sono cambiati. Un giorno ci si sacrificava non andando in discoteca, i calciatori di adesso le chiudono.”

Ce n’è anche per i quotidiani. Viene mostrata in studio la prima pagina del “Corriere dello Sport”: Zeman umilia l’Inter. Il boemo quasi sorride: “Ci sta, l’Inter era campione d’Italia e il Cagliari era in B. Poi ci sono anche persone equilibrate…” E’ una sfida impari, il tecnico rossoblù è il dominatore della puntata e, strano a dirlo, l’unico a ricevere un complimento è Bacconi, che mima, non inquadrato dalle telecamere (veramente un peccato!), la maniera corretta con la quale Nagatomo avrebbe dovuto affrontare Cossu per evitare il doppio cartellino giallo.

Finita qui? Neanche per sogno, un commento su Inzaghi definito contemporaneamente “fortunato e sfortunato perchè un tempo gli allenatori facevano la gavetta”, sul Napoli “i tre dietro la punta vanno bene, Benitez non dovrebbe cambiare modulo ma gli dovrebbero prendere i due mediani adatti al suo sistema di gioco” e sul tecnico partenopeo, bacchettato sull’utilizzo di Insigne: “è un attaccante, un giocatore da ultimi 30 metri, se deve correre dietro ai terzini perde parte del suo valore. Con me non ha mai recuperato un pallone.”

Le ultime domande sono poco originali. Zazzaroni gli chiede se sia stupito dal rendimento di De Rossi e, francamente, non sarebbe bello dare ragione a qualcuno quasi in chiusura:”Sta facendo bene in una posizione che per me non esiste. Io non uso un quinto difensore ma un regista che gioca 20 metri più avanti e più lungo che corto.” La Gandolfi chiude la sua serata da incubo mostrando, poco prima dei saluti. una foto di uno Zeman d’annata, tecnico di una squadra di pallavolo di Palermo. Il protagonista assoluto della domenica calcistica italiana racconta di aver allenato tanti altri sport e, probabilmente disgustato dal contesto, abbandono il salotto di “mamma Rai” senza neanche aspettare il servizio che ne avrebbe favorito l’uscita di scena.

Si potrebbero fare mille considerazioni su questo “estremista” del calcio che, in quanto tale, ha dei difetti insopportabili e dei pregi altrettanto deliziosi. Cala il sipario de “La Domenica Sportiva” del 28 settembre 2014, non si riapre la tenda e non si sentono gli applausi del pubblico perchè non ci sono ne una ne l’altro e soprattutto perchè il miglior interprete della serata è scappato via verso il suo mondo: il campo di calcio. Signore e signori, Zdenek Zeman.

Mauro Garau

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