Calcio a 5 donne – Caterina Locci apre la sua porta a SardegnaSport.com: “Io, da pivot a portiere e la voglia di migliorare”

Caterina Locci
Intervista al portiere Italo-Americana del Tratalias. Primo anno nella massima serie, con due obiettivi in mente: raggiungere la salvezza con il Tratalias e un futuro come preparatrice dei portieri.
La squadra sarda, allenata da Michela Meloni, domenica affronterà lo Sporteam in casa e sta vivendo la sua prima stagione in serie A dopo aver vinto, nella passata stagione, il campionato regionale di Serie C1 e la fase regionale della coppa Italia di categoria. Dopo undici giornate di campionato e con la fine del girone d’andata alle porte, l’obiettivo della salvezza, fissato all’avvio di campionato, è assolutamente alla portata di capitan Cuccu e compagne. Per il raggiungimento di tale obiettivo, un importante pedina della rosa è senz’altro Caterina Locci, che ha mostrato in queste undici partite le sue gradi qualità. Vi proponiamo la breve chiacchierata , discorrendo del suo passato, presente, futuro:
Caterina Locci, primo anno tra le fila del Tratalias, puoi raccontarci in breve la tua carriera sportiva?
Gioco a calcio a 5 da quattro anni e mezzo; la mia prima squadra è stata la Futsal, in cui per un anno ho giocato nel ruolo di Pivot. Ho, poi, cambiato ruolo passando a fare il portiere. Con la Futsal Cagliari ho vinto il campionato di serie C1, ma niente serie A. Poi sono passata alla Janas, arrivando seconde in campionato proprio alle spalle del Tratalias, squadra con cui gioco da quest’anno.
Che importanza dai allo sport nella tua vita? Ti sei prefissata degli obiettivi o qualche traguardo particolare da raggiungere?
Lo sport è bellissimo, penso che occupi il 50% della mia giornata se sommiamo il tempo occupato a praticarlo a quello in cui ci penso e quello occupato a parlarne con la gente. Il mio obiettivo più prossimo, è fare di tutto per salvare il Tratalias; l’altro obiettivo è fare il corso base d’allenatori, per poi continuare con il corso avanzato e successivamente specializzarmi come preparatore dei portieri.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche che differenziano il Futsal dal Calcio a 11?
Non ci sono se uno veramente capisce di pallone, perché bisogna lavorare, muoversi, studiare. Occorre studiare schemi precisi per muoversi in difesa e in attacco. Potrei dire che l’unica differenza sia nella necessità di avere piedi più buoni a calcio a 5.
Il salto dal serie C1 alla serie A è notevole; quali differenze hai riscontrato?
La presenza, nelle rose, di giocatrici straniere forti che aumentano il livello ed è difficile affrontarle. Sono brave, come brave sono tante calcettiste italiane, e per poterle affrontarle devi lavorare di più e di conseguenza non puoi che migliorare. In serie A la palla si muove più velocemente, e mentre in serie C1 puoi lanciare una palla in avanti riuscendo a segnare, in serie A questo non te lo permettono perché la qualità tecnica e superiore.
Il tuo primo anno al Tratalias e primo anno di Serie A. Come sono stati questi primi mesi trascorsi?
Belli perché sto diventando consapevole di poter fare la differenza in campo, questo mi piace e vorrei fare ancora di più. Sono contenta perché quest’anno, diversamente dagli scorsi anni, ho un preparatore dei portieri che mi permette di capire meglio certe cose e insieme cerchiamo di migliorare per vincere. Magari…
Hai qualche rito o scaramanzia che fai prima di una partita?
No, non riti o scaramanzie. L’unica cosa, se sono tesa, mi faccio dare delle botte sulla schiena per eliminare la tensione.
Quale squadra ti ha impressionato maggiormente fra quelle affrontate?
Il Portos. E’ una bella squadra, con molte straniere, giocavano la palla velocemente e sono tecnicamente belle da vedere. Mi è piaciuta anche il kick off. Queste sono le più belle squadre che ho visto..
Hai un sopranome in squadra, se si quale?
Certe cose, per quanto semplici da poter dire, sono cose che riguardano la squadra. Ho sempre pensato in questo modo: ciò che è dello spogliatoio resta nello spogliatoio, siano esse cose belle o cose brutte.
Se vuoi puoi ringraziare qualcuno, se hai qualche motivazione per farlo.
Non penso di dover ringraziare nessuno; quella che sono, lo sono diventata tramite le scelte nella mia vita prese da me. Penso di avere un piccolo talento, credo che i grandi talenti siano altri, per il quale devo ringraziare solamente Dio.
Davide Porcu