Nuoro Rugby – Il Seven femminile finalista in Coppa Italia
“Il rugby non e’ sport violento, venite a veder giocare i nostri ragazzi, partecipate all’evento del Memorial “Pierpaolo Bandinu” dove si sfidano i campioni, c’e’ molto da imparare, molto da cui prendere esempio”. L’appello accorato e’ di Elisa Dessolis, nuorese, cuoca di professione e presidente della Nuoro Rugby per pura passione.
Una donna presidente di una societa’ di rugby: ci vuole piu’ coraggio o passione?
“Forse piu’ coraggio. Le difficolta’ sono numerose, a Nuoro e’ ancora piu’ difficile far emergere uno sport che non sia il calcio. Abbiamo la sana ambizione, col tempo, di far capire la bonta’ di questa disciplina, e di cosa insegna, fuori e dentro il campo”.
Circa 60 i tesserati, dagli 8 anni in su. Una squadra femminile Seven (si gioca con 7 giocatrici) che svetta per risultati a livello regionale e nazionale con la seniores, mentre il settore maschile appare piu’ in difficolta’, considerato che un roster e’ composto da almeno 20/25 atleti. Anche nella stagione appena iniziata Nuoro e Olbia hanno ricostituito il sodalizio “Nubia“, composto da atleti di entrambe le citta’, per formare squadre under 16 e under 18 che disputano il campionato regionale, di cui sono detentori in entrambe le categorie (titolo che li ha portati a disputare le fasi finali nazionali a Lecco e Recco). Il mini rugby invece non ha un vero campionato, i piccoli appassionati della palla ovale, spesso figli degli atleti adulti, hanno la possibilita’ di partecipare a concentramenti che a volte svolgono partite senza vincolo di maglia, nello spirito del giocare tutti insieme.
“Gli allenamenti del Nubia -dichiara la Presidente Dessolis- si svolgono in parte nelle rispettive sedi di residenza dei ragazzi, a settimane alterne si svolge un allenamento congiunto a Nuoro o Olbia. Tre allenamenti a settimana, guidati dai tecnici federali Antonello Coccollone e Pierluigi Porcu (under 16 e 18), Davide Savona, Antonio Maricosu e Nicola Ruiu (femminile e under 14 maschile), Nanni Dui (mini rugby)”.
La Nuoro Rugby femminile ha invece varcato il mare col Seven. Infatti, con le atlete dell’Amatori Capoterra (Campioni regionali) lo scorso 26 maggio nei nuovi campi del Centro Federale Nazionale di Parma, ha disputato la fase finale di Coppa Italia, uscendo sconfitta dopo una serie di gare con le prime e seconde classificate di tutta Italia, in un torneo che ha visto sfidarsi le prime e seconde classificate dei campionati regionali. Sconfitta dopo una giornata di sfide con franchige storiche come Viadana Cus Torino e Benevento Benetton Treviso, in un torneo particolarmente intenso.
“Una partecipazione alle fasi finali di tre categorie che comunque per noi rappresenta un grande risultato -dichiara orgogliosa la presidente Dessolis- considerate le grosse difficolta’ dovute alle spese per affrontare le trasferte e trovare sponsor che ci consentano di continuare l’attivita’, che comunque vede crescere il numero dei praticanti, in aumento anche grazie alla possibilita’ di avere un campo tutto nostro. Tutto questo e’ possibile grazie all’interessamento della famiglia Zuddas, che ci permette di utilizzare la struttura CSEN”.
Se le ragazze si fanno onore in Coppa Italia, i rugbysti nuoresi possono vantarsi di aver portato Nicola Ruiu a giocare in serie A, con la maglia del Capoterra: “Ha disputato lo scorso campionato nella massima serie nazionale, poi causa infortunio si e’ dovuto fermare e in questa stagione si e’ reso disponibile come tecnico, a Nuoro -prosegue Elisa Dessolis- abbiamo poi Matteo Uccheddu, nell’under 16, che con la maglia del Nubia disputa sempre delle grandi gare ed e’ sotto osservazione dei club sardi di serie A”.
Dopo un lungo purgatorio tra campetti improbabili, e permessi ottenuti -con difficolta’- per potersi allenare nella struttura del Campo Scuola di Piazza Veneto, la Nuoro Rugby da un po’ di tempo ha una struttura tutta sua: “Grazie alla grande generosita’ della famiglia Zuddas, che per volonta’ del mai dimenticato Chicchitto ci ha messo a disposizione l’ex campo di calcio di Viale costituzione, con annessi spogliatoi e Club House. Una volta che Chicchitto Zuddas e’ mancato la famiglia ha voluto comunque rispettare la sua volonta’, cosi’ abbiamo in uso gratuito il campo”. Con grandi difficolta’, la sola manutenzione del campo e’ onerosa, ed i tesserati pagano una quota mensile che spesso non e’ sufficiente ad affrontare le spese di gestione. “Il rugby a Nuoro non ha il supporto sostanzioso dagli sponsor, completamente assente il supporto economico delle istituzioni. Solo le nostre forze, i nostri amici, la passione per questo sport ci fanno andare avanti -prosegue la Presidente Dessolis- e affrontare tutti gli ostacoli che si presentano. Ci rimbocchiamo le maniche, regolarmente, e gestiamo la struttura come le gare con l’impegno di genitori: domani abbiamo un incontro particolare, che non si svolgera’ in campo con la palla ovale, ma vedra’ i ragazzi piu’ grandi, genitori e amici, rendersi disponibili per lavori di manutenzione degli spogliatoi. Dove non riusciamo noi, cerchiamo amici che con molta generosita’ ci aiutano. La solidarieta’ tra sportivi o semplici appassionati”.
Dall’anno della sua fondazione, la Nuoro Rugby organizza il Memorial “Pierpaolo Bandinu”, giunto alla quinta edizione nel 2103, per ricordare uno dei fondatori della societa’ sportiva, scomparso tragicamente proprio pochi mesi dopo la costituzione della societa’. “Lo vogliamo ricordare cosi -ricorda la presidente- sul campo, giocando. Arriva a Nuoro per l’occasione il meglio del rugby sardo, rappresentanti della serie A compresi, ed i Barbajans di Alghero che hanno nell’organico atleti di livello nazionale anche con esperienze internazionali. Una sfida accesa sul campo, sempre seguendo i principi del rugby di massima lealta’, rispetto delle regole e degli avversari. Dopo le gare, il terzo tempo e’ una consuetudine: si concludono le ostilita’ e si sta insieme per mangiare un piatto di pasta e socializzare”. Alghero, Sassari, Capoterra, Sinnai, Olbia, Oristano e Nuoro, per alimentare il ricordo di un atleta che non c’e’ piu’, con cio’ che lui piu’ amava: il rugby, il suo stile di vita, il suo mondo”.
Serenella Mele