Il commento sull’epilogo della storia tra i rossoblù e Federico Melchiorri
Una storia nata bene, proseguita in modo sfortunato, poi naufragata. Si chiude malissimo l’avventura di Federico Melchiorri a Cagliari, al di là di un commiato di circostanza (ma non troppo) che comunque mal cela un malessere datato. Il giocatore cerca rilancio in quella Carpi annusata a più riprese, la società si libera di un fardello che disturbava sempre di più, aiutata dalle tre prestazioni stagionali – due in Primavera e una in Coppa Italia – del marchigiano, certamente non all’altezza dei massimi livelli.
Lascia, così, uno dei calciatori in assoluto più amati della storia rossoblù. Per quell’aurea sfortunata (due infortuni al ginocchio in otto mesi nel 2016), l’animo gentile e riservato, il potenziale crack intravisto solo nella cavalcata cadetta. Lo strappo viene da lontano e con più tappe, mascherato nei mesi fino alla rottura silenziosa, conservata tra le mura di Asseminello e nella frustrazione dei protagonisti. Ognuno ha la sua verità, le sue promesse, le sue valutazioni, il verdetto che mette in archivio.
Tra primavera ed estate 2017 Melchiorri aveva provato a forzare i ritmi: calcia, lavora in modo sostenuto per arrivare pronto al ritiro e allo start del campionato, ma qualcosa si inceppa. Cambiano tante facce nello staff rossoblù, con tutto quello che ciò comporta, e in Trentino lavora a basso regime vedendo il rientro lontanissimo. Forse, la responsabilità del calciatore sta proprio nel non aver spinto subito per capire e cambiare la situazione, a Cagliari o meno, arrivando alla fine della corsa. Arrivando alla chiusura del mercato di agosto, quando il club di fatto lo scarica. Il confronto è acceso, con Melchiorri che decide di declinare l’idea Olbia e rimane separato in casa, sperando in un’occasione che arriverà solo nel disastro di Coppa, mentre singhiozza allenamenti col gruppo, convocazioni pro forma, una gita a Barcellona per capire le condizioni del suo ginocchio. L’impressione è che fosse (sia?) ancora molto indietro, e questo non lo aiuta ad ambire a qualcosa di più, mentre la società ha già fatto la sua scelta e a gennaio non ha dubbi nel mandarlo a Carpi.
“Riscatto alto, può tornare”, dirà Giulini riferendosi ai 1.5 milioni necessari. “Spero di meritarmi la conferma qui”, dice Melchiorri alla presentazione carpigiana, quando ringrazia tutti meno che la società che ne detiene tuttora il cartellino. Una storia di promesse, di mancato recupero, di astio e malumori. Un peccato, ma il calcio è questo, con tutto il carico di giudizi, insulti e comprensione.
Fabio Frongia